È tutta salute «Vorresti vivere in un Paese che non si preoccupa di chi sta peggio?»

Mercoledì 28 novembre esce in tutte le librerie, per la collana i Bulbi di Edizioni Gruppo Abele, È tutta salute. In difesa della sanità pubblica di Nerina Dirindin. Il volume, dal forte carattere divulgativo, sfata i luoghi comuni del Sistema sanitario nazionale ed esalta il valore del libero accesso alla sanità. Perché la salute non sia una merce di scambio.

Operazione verità

Nerina Dirindin, ex direttrice generale del Ministero della salute, nel quarantesimo compleanno del Servizio sanitario nazionale affida a questo volume il compito di fare luce, punto per punto, sulle tante domande che aleggiano sulla sanità pubblica italiana. Per informare ed «evitare di restare prigionieri di luoghi comuni, pregiudizi o peggio ancora argomenti non disinteressati che mirano solo a favorire gli affaristi del mercato della salute».

L’autrice denuncia la molta indifferenza nei confronti del Servizio sanitario nazionale, dalla politica fin dentro la società e il dibattito pubblico. C’è chi pensa che il SSN debba essere superato perché non più sostenibile. Chi crede di non averne bisogno perché capace, nell’eventualità, di potersi permettere qualsiasi tipo di cura o farmaco. E c’è chi, anche in posizioni di potere, reputa il tema semplicemente troppo difficile da governare, relegandolo al fondo dell’agenda politica, all’insegna del laissez-faire. Un’indifferenza che lascia spazio a malfunzionamenti, corruzione e malasanità. A farne le spese, come sempre, è la comunità intera. Che fare, dunque?

La salute (non) è per tutti?

Il testo è suddiviso in capitoli e paragrafi di piccole dimensioni, ognuno dei quali affronta con rigore scientifico uno specifico tema, evitando tecnicismi quando non necessari. Pur seguendo un unico filo logico, ogni paragrafo può essere letto in modo autonomo rendendo il volume uno strumento di utilizzo pratico per tutti i cittadini e le cittadine che vogliano approcciarsi al tema della salute pubblica.

L’autrice chiarisce, fin dal primo capitolo, come una società può migliorare il proprio benessere solo se aumenta il benessere di coloro che occupano la posizione più svantaggiata: concetto fondante della sanità pubblica. Al secondo capitolo è affidata la lotta ai luoghi comuni, ormai stratificati nell’immaginario comune, smontandoli uno a uno con dati, analisi e grafici. La sanità costa davvero troppo? I privati sono fuori controllo? I ricchi non hanno bisogno dell’assistenza sanitaria pubblica? Domande che trovano risposte anche nel terzo capitolo del volume, che affronta la relazione fra povertà e salute. Si parla poi di appropriatezza delle cure, caposaldo per evitare sprechi e prescrizioni inutili, per poi concludere con un invito a rilanciare la centralità, nel dibattito politico, della sanità pubblica, la sua gratuità e il suo libero accesso. Per promuovere «un movimento culturale teso a rivalutare il ruolo svolto dalla sanità pubblica quale fattore di coesione sociale e di promozione del benessere». Perché il diritto alla salute è un diritto umano, da salvaguardare e proteggere da ogni forma di speculazione e depauperamento.

L’autrice

Nerina Dirindin si occupa da anni di diritto della salute. È docente di Scienza delle Finanze e di Economia e organizzazione dei sistemi di welfare presso l’Università degli Studi di Torino. È stata direttrice generale del Ministero della salute, Assessore alla sanità della Regione Sardegna e Senatrice della Repubblica. Con le Edizioni Gruppo Abele ha pubblicato Dieci domande sul federalismo fiscale (2011).

 

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