L u c i a n o V e n t r o n e. Meraviglia ed Estasi

Vittorio Sgarbi, dopo il successo della mostra “Seduzione e Potere. La donna nell’arte tra Guido Cagnacci e Tiepolo”, annuncia, dal 17 aprile al 28 ottobre 2018, sempre nella Chiesa monumentale di San Francesco a Gualdo Tadino, un’altra esposizione-evento, questa volta d’arte contemporanea, dedicata a Luciano Ventrone, dal titolo “Meraviglia ed Estasi”. Una scelta tutt’altro che casuale per la cittadina umbra, patria di quel Matteo da Gualdo (1435 circa-1507), tra gli antesignani del genere della natura morta (con la sua celebre tavola raffigurante l’“Albero di Jesse”, della fine del XV secolo), genere pittorico di cui Ventrone è uno dei grandi innovatori odierni. L’artista romano, da oltre tre decenni, tra fiori e frutti in posa, «promette sapori che non può soddisfare, – ha affermato Vittorio Sgarbi – per attirare i nostri sensi e condurli all’estraniante percezione dell’“ipernaturale”».

La mostra, promossa dal Polo Museale città di Gualdo Tadino, con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, è organizzata dall’Associazione Archivi Ventrone. A cura di Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi, sarà inaugurata domenica 15 aprile alle ore 17.30.

La mostra

Già il titolo si preannuncia come tutto un programma: “Meraviglia ed Estasi”. Le invenzioni dell’artista romano, anche nella produzione più recente, suscitano infatti sicuramente stupore, riuscendo a fondere pittura, luce, forma, colore, scenografia e illusione, per creare immagini dalla forte spettacolarità, che si accingono a rapire i sensi dello spettatore come in una vera e propria estasi mistica. A partire dalle sue proverbiali nature morte, tradotte sulla tela con la sua inconfondibile cifra pittorica dalla tecnica senza imperfezioni, assolutamente nuova, iperbolica, esagerata, barocca, metafisica. Quella stessa che colpì e conquistò, nei primi anni Ottanta, il gusto e l’interesse critico di Federico Zeri. Fiori e frutta sono, infatti, tra i soggetti più indagati dall’artista, per l’intrinseca bellezza e plasticità delle forme di questa natura in posa, per l’immediato fascino esercitato dai suoi colori, per la reattività delle superfici ai riflessi della luce artificiale, per le allusioni simboliche a essi legati. Ventrone esagera, perfeziona pertanto il reale, e costringe il pubblico a fare i conti con immagini che altrimenti non avrebbero, al di fuori della sua interpretazione, interessato nessuno. Come nel caso del monumentale polittico di 3 x 3 m, dal titolo “Mosaico” (2011), raffigurante una melagrana gigante spaccata, esposto precedentemente nel Padiglione Italia della 54° edizione della Biennale di Venezia. Ma i “coup de théâtre” non finiscono qui. Il percorso espositivo comprende anche due rari nudi, un momento di riflessione fisico sulla bellezza spirituale del corpo femminile, sulla sua splendida plasticità. Completano, infine, la mostra due inediti paesaggi, “Silvi Marina” (2013/17) e “I racconti del vento” (2006), rispettivamente una marina e un deserto (soggetto eseguito solo in quattro versioni), vere e proprie istantanee di luce e colore, dove il sole sostituisce la fredda e artificiale luminosità elettrica delle nature morte, riflettendo quella luce calda che vena d’avorio il mare Adriatico nei pomeriggi d’agosto, così come le dune di sabbia della Libia.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue italiano-inglese edito da Carlo Cambi Editore.

L’Artista

Luciano Ventrone nasce a Roma nel 1942. Nel 1983 un articolo scritto da Antonello Trombadori su “L’Europeo” induce lo storico dell’arte Federico Zeri a interessarsi dell’artista suggerendogli di affrontare il tema delle nature morte. È qui che inizia la sua lunga, e ancora non completa, ricerca sui vari aspetti della natura, catturando particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili a “occhi bombardati da milioni di immagini”, quali sono quelli degli uomini della nostra epoca. È questa ricerca di Ventrone che ha destato, nei decenni, l’attenzione, tra gli altri, di Federico Zeri, Sergio Zavoli, Duccio Trombadori, Marco Di Capua, Vittorio Sgarbi, Achille Bonito Oliva, Roberto Tassi, Giorgio Soavi, Edward Lucie-Smith, Angelo Crespi, Beatrice Buscaroli, Eugenia Petrova.

Ad aprile 2018 a Ventrone è dedicata una personale anche a Londra, alla Pontone Gallery, nel cuore di Chelsea e Knightsbridge, a pochi minuti di distanza da Saatchi Gallery e Sloane Square Tube.

Eventi

Nell’ambito della mostra, saranno realizzati alcuni eventi collaterali, come workshop, tavole rotonde, laboratori didattici.

Audioguide

Il percorso espositivo sarà implementato da un servizio di audioguide rendendo in questo modo intensa e avvincente, per gli adulti come per i più piccoli, l’esperienza di visita alla mostra.

 

L u c i a n o V e n t r o n e

Meraviglia ed Estasi

Gualdo Tadino (Perugia), Chiesa monumentale di San Francesco

17 aprile – 28 ottobre 2018

inaugurazione: domenica 15 aprile ore 17.30

Ufficio stampa Archivio Ventrone:

Paola Saba, cell. 338.4466199 – email paolasaba@paolasaba.it

INFORMAZIONI

Mostra: Luciano Ventrone. Meraviglia ed Estasi

Sede: Chiesa monumentale di San Francesco, Corso Italia, Gualdo Tadino (Perugia)

Apertura al pubblico: 17 aprile-28 ottobre 2018

Curatori: Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi

Catalogo: Carlo Cambi Editore

Inaugurazione: domenica 15 aprile ore 17.30

Orari mostra: da martedì a domenica 10.00 – 13.00; 15.00 – 19.00

Per informazioni: Polo Museale città di Gualdo Tadino 075.9142445 – info@roccaflea.com

Biglietto di ingresso:

Biglietto intero 6,00 euro*

Biglietto ridotto A 5,00 euro: over 65, gruppi superiori alle 15 unità

Biglietto ridotto B 3,00 euro: istituti scolastici, studenti universitari, bambini 7-12 anni

Biglietto gratuito: bambini fino a 6 anni di età

Visita guidata

Senza costi aggiuntivi sul biglietto, venerdì, sabato, domenica e festivi alle ore 16.00 (durata 45’)

Audio guida: costo aggiuntivo di 2,00 euro

*Con il biglietto della mostra è possibile accedere gratuitamente a tutti i musei cittadini: la Fortezza Federiciana Museo Civico Rocca Flea, il Museo Opificio Rubboli, il Museo Archeologico degli Antichi Umbri, il Museo della Ceramica e il Museo Regionale dell’Emigrazione “Pietro Conti

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