Il re muore

La reggia è politica, e la politica vuole potere.

Il medico vuole potere, ed aspetta il momento giusto per ottenerlo, ma sa che è troppo pericoloso alterare fuori tempo gli equilibri.

La guardia il potere non lo vuole, ma lo ha visto tutto. Farà il suo dovere fino in fondo e non si sottrarrà dalla responsabilità individuale quando gli avvenimenti prenderanno una deriva sbagliata.

La regina Marguerite vede tutto… tranne che il suo destino. Non sa bene dove ma conduce il regio entourage attraverso la trasformazione; sa che è necessario anche se non sa perché, e si sobbarca del peso della metamorfosi fino ad assurgere nella notte come uno splendente esoscheletro.

Il Re ha più potere di tutti ma di colpo – impietosamente e senza preavviso – si accorge che deve morire.

Tutto si sconvolge e ciascuno cerca la strada per il “dopo”: chi cercando di salvargli la vita, chi aiutandolo ad accettare la sorte, in ogni caso tutti rivoluzionandosi e rivoluzionando l’angusta sala del trono… che è tutto l’universo.

E fino al più remoto angolo dell’universo giunge il Re per capire, affrontare, cercare una soluzione: guarda il mondo dal cielo, il sole dall’immensità trasparente, l’oltretomba dal suo trono; tutto e tutti invoca per non perire e senza accorgersene, insieme agli altri, prepara il divenire. L’idea della morte libera le energie, la tensione reciproca fra i protagonisti diventa via via più affilata, incisiva, penetrante. Nell’indovinare la strada ognuno svela sé stesso e il gruppo rivela il proprio destino: proseguire!

Con o senza il re, o un nuovo re, il mondo vuole vivere; ma come sostituire il vecchio?

La vicenda spiega che tutto è interconnesso, i collegamenti fra il Re e l’universo sono infiniti, con lui finisce tutto! L’abisso del nulla avanza man mano che il Re cede: ogni pezzo di memoria cancellata restringe il creato, lascia il posto ad orribili buchi senza fondo.

Ma la regina Marie aveva indicato la giusta formula: il presente! La continua ricerca, la vitalità, la curiosità, lo stupore dell’esistere offrono la cessazione dello scandire del tempo, l’immortalità… purché si spenda l’adeguata energia, purché si bruci nell’ardore!

Ed ecco che la corte si trasforma: uscire da sé, rifiutare la gabbia del tempo, ardere nell’istante senza pensiero del futuro, rendere eterna l’adolescenza… Il Re è vittima della sua paura ma gli altri sprigionano l’impulso necessario a rivitalizzare il regno, ogni rapporto è un accordarsi, un corteggiarsi, un patteggiare, progettare quello che sarà. Nel terrore tutto è fecondo e con la girandola delle intese e delle fughe dal precipitare degli eventi le reciproche accoglienze finiscono per creare un porto salvo; tutto verrà travolto, e ci saranno le immancabili vittime collaterali di un collasso universale ma il Re, lui, non cadrà senza aver disegnato il codice genetico della posterità: la sua “sacerdotessa”, già vedova prima che lui morisse, incorpora e riflette il regale presagio di nuova vita ma…

Tanta fecondità non è per tutti! Per riiniziare il mondo bisogna essere Re… e bisogna essere donna. E lo spettacolo si avvia alla sua naturale conclusione.

 

La compagnia I cronistrioni presenta

di Eugène Ionesco

Teatro Piccolo di Pietralata

16-17-18 marzo 2018

con Mario Borgioni, Piero di Marzia, Silvana Franzosi, Maria Raffaella Pisanu, Federica Preite, Angela Zampetti

Regia: Dario Abinna

Aiuto regista: Valentina Locati

Fonica: Giuliano Bonelli

Costumi: Monica Guadagnini

Macchine di scena e attrezzeria: Elvio Pirrucci

 

Informazioni: angela.zampetti@libero.it – 3356868697

Facebook: I cronistrioni

Teatro Piccolo di Pietralata, Via della Stellaria 7 (metro B Pietralata) – 064511282 3884680933

venerdì 16 e sabato 17 marzo ore 21

domenica 18 marzo ore 18

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares