dal 9 al 14 aprile, dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17 debutto martedì 9 aprile h 21 ZIO VANJA Progetto Čechov – seconda tappa di Anton Čechov regia Leonardo Lidi Personaggi e interpreti

dal 9 al 14 aprile, dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

debutto martedì 9 aprile h 21

ZIO VANJA

Progetto Čechov – seconda tappa

di Anton Čechov

regia Leonardo Lidi

Personaggi e interpreti

Giordano Agrusta – IL’JA IL’IC TELEGIN, proprietario terriero Maurizio Cardillo – ALEKSANDR VLADIMIROVJC SEREBRJAKOV, professore in pensione Ilaria Falini – ELENA ANDREEVNA, sua moglie Angela Malfitano – MARIJA VASIL’EVNA VOJNICKAJA, madre di Vanja Francesca Mazza – MARINA, vecchia njanja Mario Pirrello – MICHAIL L’VOVIC ASTROV, medico Tino Rossi – guardiano Massimiliano Speziani – IVAN PETROVIC VOJNICKIJ (VANJA), figlio di Marija Vasil’evna Vojnickaja Giuliana Vigogna – SOF’JA ALEKSANDROVNA (SONJA), figlia di primo letto del professore

scene e luci Nicolas Bovey

costumi Aurora Damanti

suono Franco Visioli

assistente alla regia Alba Porto

produzione Teatro Stabile dell’Umbria, in coproduzione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e con Spoleto Festival dei Due Mondi

Durata: 105’ guarda il trailer https://www.youtube.com/watch?v=pEn08iKli-k

C’eravamo tanto amati. C’è stato un tempo dove questa strana famiglia non era poi così strana. I ruoli erano ben distribuiti, con credibilità e senza eccessi, e ogni personaggio poteva considerarsi utile allo spettacolo del quotidiano. Ognuno al proprio posto, con ordine e naturalezza. Chi indossava il costume dell’intellettuale, ad esempio, era da considerarsi metafora di speranza futura ed era opportuno riservare ad esso amore e gratitudine come ad un eroico e fascinoso cavaliere. Era lecito che una bella e gentile ragazza si invaghisse del proprio professore ed era altrettanto plausibile che la famiglia della giovine tutelasse il sapiente uomo come un animale in via d’estinzione. E così Vera si sposa con Aleksandr, lo porta a Casa e la storia comincia. Gli abitanti del pianeta Čechov si animano, trovano una dimensione adeguata alla propria formazione, tutti remano nella medesima direzione e la possibilità di una Russia efficace e vincente smette di essere un miraggio e si tramuta in un concreto e reale domani. In una dimensione dove l’uomo è artefice del proprio destino la felicità potrebbe trovare il giusto spazio. Ma Vera muore e tutto cambia. La speranza si spegne e chi prova a ricominciare suona ridicolo nel suo tentare. Il cuore si tinge di nero e questa possibile colorata commedia diventa una dissacrante e continuata risata isterica ad

un funerale. L’idea di un paese guidato dai suoi pensatori è sepolta e noi non possiamo che fare i conti partendo da questo inesorabile dato di fatto. Questa casa è culturalmente morta, amici miei. È governata da ignoranti e da sterili ideologie. Ce lo ricorda lo Zio, quel buffone vestito male che palpa con gli occhi le nostre fidanzatine e aspetta le riunioni di famiglia per alzare il gomito e sbatterci in faccia la nostra condizione perennemente umiliante. Inutile lavorare, inutile impegnarsi, inutile studiare. Dice, lo zio. Meglio aspettare un reddito senza sudare, meglio lamentarsi di chi ha distrutto il talento.

La seconda tappa del Progetto Čechov abbandona il gioco e si imbruttisce col tempo. Spazza via i contadini che citano Dante a memoria per consentire un abuso edilizio ambizioso e muscolare. C’era un grande prato verde dove nascono speranze e noi ci abbiamo costruito una casa asfissiante con troppe inutili stanze ad occupare ogni spazio vitale. Avevamo sfumature e ora c’è un chirurgico bianco e nero che strizza l’occhio allo spettatore intelligente. Avevamo donne e uomini che cercavano la vita attraverso l’amore ma abbiamo preferito prenderne le distanze. Quando?

Quando è diventato “troppo poco” parlare d’amore? Come se poi ci fosse qualcos’altro di interessante. Se nel Gabbiano sprecavamo carta e tempo nel ragionare sulla forma più corretta con il quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, e ci bastava una panchina per tormentarci dei dolori del cuore (Quanto amore, lago incantatore!) in Zio Vanja l’arte è relegata a concetto museale, roba da opuscoli aristocratici, uno sterile intellettualismo che non pensa più al suo popolo, che annoia la passione e permette agli incapaci di vivere di teatro.

E allora che questa strana famiglia cantata da Čechov abbia la faccia di Gaber. La sua maschera irriverente. O meglio ancora di Freak Antoni. Che sia stonata e sgrammaticata. Sconfitta dai propri fantasmi. Ripugnante e fastidiosa. Con l’alito cattivo. Più alta del crocchiare di una gallina ad un comizio, più profonda del raglio di un asino messo a pilotare un aereo che si sta per schiantare. Che prenda in giro chi si nasconde dietro ai progetti perché spaventato e che faccia tanti e tanti e sentitissimi applausi a chi crede che Zio Vanja sia un testo attuale perché parla di alberi. Avete costruito un focolare tanto stupido che preferisco congelare al sincero freddo della mia solitudine, lasciatemi fuori, escluso come il cane di Rino Gaetano! Prendetevi le ghiande e lasciatemi le ali.

In questa cosa/casa non ci voglio neanche entrare – ma siate pazienti, l’anno prossimo la vendiamo per davvero! “Non è nulla bambina mia, le oche starnazzano per un po’ e poi si calmano… Starnazzano per un po’ e poi si calmano”. LEONARDO LIDI

Info e prenotazioni solamente tramite CARD LIBERA E CARD LOVE o tramite abbonamenti e card acquistati in precedenza o tramite VIVICINEMAETEATRO promozioneteatrovascello@gmail.com

Biglietti: Intero 25 euro – Ridotto over 65: 20 euro – Ridotto Cral/Enti convenzionati: 18 euro – Ridotto studenti, studenti universitari, docenti e operatori delle scuole di teatro, cinema e danza 16 euro gruppi di almeno 10 persone 16 euro a persona È

possibile acquistare i biglietti, abbonamenti e card telefonicamente 065881021 con carta di credito e bancomat abilitati, acquista direttamente alla biglietteria https://www.teatrovascello.it/biglietteria-23-24/

acquista tramite bonifico bancario a favore di Coop. La Fabbrica dell’Attore E.T.S. BANCA INTESA SAN PAOLO ag. Via G. Carini 32 di Roma c/c 3842 abi 03069 cab 05078 iban IT89V0306905078100000003842 oppure acquista on line https://www.vivaticket.com/it/ticket/zio-vanja/210375

STAGIONE TEATRALE 2023 – 2024 del TEATRO VASCELLO

Campagna abbonamenti Card libera 108 euro (6 spettacoli a scelta) (ACQUISTA ONLINE) con eventuale scelta del posto Card love 72 euro (2 spettacoli a scelta per 2 persone – 4 ingressi) (ACQUISTA ONLINE) con eventuale scelta del posto

Info: 06 5881021 – 06 5898031 promozioneteatrovascello@gmail.com – promozione@teatrovascello.it

Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78

Cap 00152 Monteverde Roma

Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello

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