dal 5 al 7 novembre TEATRO FONTANA ELIA KAZAN CONFESSIONE AMERICANA

dal 5 al 7 novembre
TEATRO FONTANA
ELIA KAZAN
CONFESSIONE AMERICANA

di Matteo Luoni

liberamente ispirato alla vita di Elia Kazan

con Woody Neri, Valeria Perdonò, Luca Mammoli,

Irene Maiorino, Carlo Amleto Giammusso

scene e costumi Maddalena Oriani

disegno luci Fabio Bozzetta / design sonoro Alessandro Levrero

regia Pablo Solari

produzione Centro Teatrale MaMiMò

 

Testo finalista alla decima edizione di “Premio Hystrio – Scritture di Scena 2021”
Spettacolo presentato al 48° Festival Internazionale del Teatro – Biennale di Venezia, 2020

 

 

Debutta a Milano, presso il Teatro Fontana, la nuova regia di Pablo Solari Elia Kazan. Confessione americana con la drammaturgia di Matteo Luoni, finalista al Premio Hystrio – Scritture di Scena 2021.

Il lavoro, prodotto dal Centro Teatrale MaMiMò, vede in scena Woody Neri, Valeria Perdonò, Luca Mammoli, Irene Maiorino, Carlo Amleto Giammusso. Lo spettacolo, ideato e prodotto per Biennale Teatro nel 2020, finalmente vede il suo nuovo debutto.

Uno spettacolo intenso, in cui i pensieri del famoso regista Hollywoodiano, la vita vissuta, i sogni infranti, le citazioni cinematogafiche e la storia americana del XX secolo collimano per creare un grande affresco. Tra una visione di Marylin in abito bianco e una melodia da film classico Hollywoodiano – che fa da colonna sonora alla storia – ci sono i personaggi, figure storiche o fantasmi del passato di Elia.

Al centro del palco un enorme tavolo che si trasforma di scena in scena: è una sala da pranzo a New York, è l’ufficio di un produttore a Los Angeles, è il banco a cui sono chiamati i sospetti comunisti a Washington. Qui, su questo tavolo, sotto gli occhi di un’immobile piccola Statua della Libertà, si gioca la Storia di un paese e delle sue contraddizioni, politiche e sociali, che riverberano sulla storia personale di un uomo.

NOTE DI REGIA

Questo spettacolo parla di uomini, donne e ideali, in un’America che si srotola per tutto il Novecento, attraverso politica, teatro, cinema, famiglia e sesso. È una storia che parla di quel compromesso che una volta nella vita tutti siamo costretti ad affrontare: quella scelta per cui non c’è salvezza. Come fai, perdi. Senza amici e senza armi, Elia si dovrà trovare da solo con la sua vocazione, per poter capire veramente chi è, o chi è diventato. Pablo Solari

LA VICENDA

Nel 1952, Elia Kazan, uno dei più acclamati registi di Hollywood, consegna i nomi di amici e colleghi alla Commissione per le attività antiamericane, denunciandoli come comunisti. Da quel momento, Elia continuerà la sua carriera stellata di successo, fama, soldi e sesso, ma sarà per sempre perseguitato dal marchio nero dell’infamia.

Kazan, il regista di Un tram chiamato desiderio e de La valle dell’Eden nasce in Turchia, nel 1909. Elia è solo un bambino quando, pochi anni dopo, sbarca a New York con tutta la sua famiglia greca. A quei tempi, la Grande Mela è una babele di culture e ambizioni, sull’orlo della Depressione del ’29. In conflitto tra tradizione e modernità, vecchio e nuovo mondo, Elia troverà il suo talento dapprima in teatro – incontrando il grande Lee Strasberg, inventore del “metodo” – e poi nel cinema. È qui che diventerà l’Elia Kazan che conosciamo, quel volto duro e silenzioso che guarda all’orizzonte quel “Sogno Americano”, che lui – ex migrante – si porterà dentro per tutta la vita. Ed è in nome di questo “Sogno Americano” che andrà a Los Angeles, dirigerà film, scriverà libri, si sposerà tre volte e consegnerà al governo amici e colleghi, rei di aver tradito la sua nuova patria. C’è un inevitabile prima e dopo nella vita di Kazan, un bivio che ci chiede di valutare la sua opera in un torbido chiaroscuro, e ossessivamente ci domanda: Possiamo davvero separare le vicende personali di Kazan dai suoi film? Possiamo perdonare il suo tradimento alla luce della brillante eredità artistica che ci ha lasciato?

“Gli unici film belli e onesti che ho girato, li ho fatti dopo la mia testimonianza”. Kazan aggiunge: “dopo il primo Aprile 1952 iniziai a girare film che erano personali, che uscivano da me, il cui fuoco viveva di ciò che io avevo passato. Questi sono i film che ancora rispetto”.

Pablo Solari, regista e drammaturgo, classe 1989, si diplomato in Regia teatrale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, vive tra Lima e Milano. Nel 2016 è drammaturgo di Oreste all’interno del progetto Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia (2016) con la regia di Antonio Latella, vincitore del Premio Ubu 2016 come Spettacolo dell’anno e vincitore del Premio della Critica 2016. Nel giugno 2018 è responsabile dell’adattamento drammaturgico dei Cavalieri di Aristofane rappresentato durante il cinquantaquattresimo Festival Nazionale di Dramma Antico di Siracusa. È finalista del bando direction under 30 all’interno dalla Biennale di Venezia – Teatro 2018. Nel 2019 è regista di Contenuti Zero Varietà, con cui firma una serie di sette spettacoli presso il Teatro Leonardo di Milano. Nel luglio scrive e dirige in collaborazione con il musicista Roy Paci lo spettacolo Carapace che ha debuttato presso Festival delle Orestiadi di Gibellina (PA). In ottobre debutta come regista d’opera dirigendo due atti unici inediti all’interno della serata 4 one-act operas in chiusura della Biennale di Venezia – Musica 2019. È finalista del Premio Riccione Tondelli 2019 con il testo Woody è morto.

Matteo Luoni, autore e drammaturgo, nasce in provincia di Varese nel 1987. È diplomato autore alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e laureato in Comunicazione

all’Università San Raffaele di Milano. Tra i suoi testi teatrali: L’anatomia degli affetti, supervisione registica di Lucia Calamaro, Elettra, parte dello spettacolo vincitore premio UBU e premio della Critica 2016 Santa EstasiAridi: otto ritratti di famiglia di Antonio Latella; Aiace, per la regia di Linda Dalisi, con cui divide la drammaturgia; Adios, che firma assieme a Simon Waldvogel; Le ossa danzanti, uno studio di Pablo Solari; e Deliquio, per la regia di Domenico Ingenito. Ha partecipato allo Studio Européen presso La Chartreuse di Villeneuve Lez Avignon e al Drama Lab di Fabulamundi Playwrighting Europe. È tutor del progetto Luminanza, reattore per la drammaturgia in lingua italiana in Svizzera. Con Kazan è stato finalista al  Premio Hystrio-Scritture di Scena 2021

Il Centro Teatrale MaMiMò è un gruppo di lavoro stabile, che attraverso una continua attività di perfezionamento e scambio artistico, costituisce un punto di riferimento teatrale produttivo di rilevanza nazionale, e un modello di aggregazione culturale sul territorio. Gestisce un teatro pubblico comunale, il Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, e ha costruito nel tempo una Scuola di Teatro profondamente radicata nel territorio che ad oggi conta oltre 400 iscritti di tutte le età e collaborazioni con Istituti Scolastici di ogni ordine e grado. Fa capo all’associazione una Compagnia di produzione teatrale, riconosciuta dal Ministero della Cultura come Impresa di produzione teatrale per la Sperimentazione e l’Innovazione, che produce spettacoli di prosa, teatro ragazzi ed eventi culturali.

BIGLIETTERIA

Teatro Fontana

Via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano

02 6901 5733
biglietteria@teatrofontana.it

Si ricorda che l’accesso agli spazi del teatro è consentito solo al pubblico munito di green pass, come previsto dal decreto legge n. 105.

ORARI
Venerdì e sabato ore 20.30
Domenica ore 16.00

PREZZI

Intero 21 €

Giovedì sera 17 €

Convenzioni 17 €

Over 65 / Under 14 10 €

Under 26 15 €

Teatro in Bici 15 €

Gruppi scuola 9 €

Prevendita e prenotazione 1 €

 

Per prenotazione gruppi scuola scrivere a ragazzi.fontana@elsinor.net

 

www.teatrofontana.it

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares