Il Centro Sperimentale di Cinematografia è partner del Festival del cinema di Spello ed i Borghi Umbri – Le professioni del Cinema da alcuni anni: laCineteca nazionale insieme alla Scuola nazionale di Cinema partecipano alla manifestazione umbra raccontando i mestieri del cinema attraverso il proprio patrimonio filmico e fotografico e mettendo a disposizione la professionalità dei suoi docenti.
In questa ottava edizione, che si svolgerà dal 23 febbraio al 3 marzo prossimo, il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca nazionale di Roma presenterà il film restaurato “Casanova” di Federico Fellini. (*)
Tra gli eventi speciali in programma: sabato 16 febbraio alle 17.30, nella sede della Fondazione Giulio Loreti di Campello sul Clitunno il maestro Federico Savina, docente di tecnica del suono al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, sarà il protagonista principaledell’anteprima “Storie, curiosità, aneddoti di compositori italiani di musiche da film”; come da tradizione, lunedì 25 febbraio, il maestro Savinacurerà il concerto “La Musica nel Cinema”.
Sabato 23 febbraio, alle 9.30, nella sala dell’Editto di Palazzo Comunale a Spello si terrà l’inaugurazione del Festival con la visita guidata alle mostre. “I costumi nel cinema” è la mostra fotografica curata dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: quale oggetto “cult” indossereste, fra quelli in mostra? La bandana di Carlo Verdone, il velo di Isabelle Huppert, i calzini bianchi di Alberto Sordi? Il cinema è da sempre “arbiter elegantiarum”, i costumi, gli accessori e le acconciature dei divi hanno insegnato come vestirsi (o come NON vestirsi) a intere generazioni. Dagli antichi romani di Totò e Cleopatra al futuro di La decima vittima, passando per l’Ottocento del Gattopardo, queste immagini provenienti dall’archivio fotografico della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia sono un viaggio nel tempo, nella memoria degli spettatori, nel nostro costume e nella nostra storia.
Un percorso che racconta una professione, quella del costumista, che concilia senso estetico, estro e creatività. Fare costume è comprendere la sensibilità del pubblico, approfondire lo studio dell’epoca e il contesto socio culturale in cui si inserisce un film traducendo tutto ciò nel carattere dei personaggi che gli attori dovranno interpretare.
(*) Note di restauro del Casanova di Fellini
Il progetto è stato condotto nel 2005 a partire dai negativi originari (scena e colonna) e dalla colonna sonora magnetica mixata italiana originaria, materiali resi accessibili dall’avente diritto (Alberto Grimaldi productions). Sono stati utilizzati anche i duplicati negativi della scena e della colonna consegnati nel 1980 dal produttore alla Cineteca nazionale a seguito dell’assegnazione del “premio di qualità”. Dopo una prima taratura delle luci di stampa (posa o grading), sono state stampate dai negativi originari due copie (check print) necessarie per la analisi approfondita dello stato dell’immagine e per la ulteriore definizione del tono fotografico ottimale. Parallelamente si è proceduto con il trasferimento dell’immagine su duplicato positivo colore (interpositivo) in poliestere e da questo è stato successivamente apprestato un nuovo duplicato negativo (internegativo) anch’esso su pellicola poliestere, avendo cura, mediante prove successive in corso d’opera, di preservare nel trasferimento d’immagine la maggior fedeltà possibile ai valori espressivi fotografici originari. Un lavoro di integrazione a partire dal materiale d’epoca della Cineteca nazionale è stato effettuato sulle sezioni del negativo scena che, caratterizzate da danni fisici provocati dall’usura di stampa, sono state riscontrate integre nei materiali d’epoca della cineteca nazionale. Un intervento di restauro digitale dell’immagine si è invece reso necessario per tutte le restanti sezioni, caratterizzate da difetti fisici particolarmente estesi, non rimediabili per via fotochimica. Per il restauro del sonoro si è assunto, quale elemento base, l’originale più antico disponibile, ossia la copia magnetica del mix originario italiano, e si è fatto ricorso al sistema digital air, brevettato e perfezionato dalla Technicolor. Anche i file digitali sono stati a loro volta ritrascritti e archiviati (prima e dopo il restauro), e per garantire la reversibilità dell’intervento si è deciso di ricavare una matrice di preservazione del sonoro originario prima del restauro digitale, stampando un nuovo positivo colonna su pellicola poliestere. Dai nuovi duplicati negativi sono state infine stampate due copie positive destinate alla proiezione, per le quali si è deciso di utilizzare un tipo particolare di pellicola, la Kodak premier, che esalta la saturazione dei colori. Tutte le lavorazioni sono state supervisionate da Giuseppe Rotunno.