Sorridere al cancro

3despiropreconceitoAncora una volta una bella iniziativa di sensibilizzazione sociale che parte dal vissuto comune. Ancora una volta, storie di vita ordinaria di donne, malate, che però non perdono la gioia di andare avanti e di trovare, nella propria condizione, un nuovo punto di forza da cui ricominciare.E ancora una volta la fotografia come strumento potente, anzi, onnipotente, veicolo di messaggi forti e d’impatto all’interno della comunicazione sociale.Il designer portoghese Filipe Inteiro, in società con l’Associazione “Cancro com Humor” (Cancro con Humor), ha dato vita ad una campagna di sensibilizzazione priva di scopi lucrativi chiamata “Despir o preconceito” (Spogliarsi del pregiudizio).L’Associazione “Cancro com Humor” è ben nota in Portogallo per la sponsorizzazione di momenti ludici ed artistici offerti ai malati e agli ex malati, inclusi i loro familiari, attraverso l’impiego, per l’appunto, dell’arma dello humor: la loro forza ed il loro credo risiedono infatti nella volontà di lottare contro il cancro con vigore e carisma, mettendo da parte la solita negatività, a favore di una vincente e incoraggiante positività. Il progetto “Despir o preconceito” si inserisce di fatto nella medesima linea d’azione dell’Associazione. Lo scopo è infatti quello di sensibilizzare la società riguardo ai numerosi pregiudizi legati al cancro e a chi ne soffre. Ed è grazie alla fotografia che vengono rappresentati in maniera nuda e cruda gli effetti collaterali causati dalla malattia, in una prospettiva però di totale  demistificazione del preconcetto associato alla stessa.“Ridere è la mia chemio naturale”, “se potessi essere un’altra persona sarei nuovamente me stessa”, “ho deciso di essere sempre felice”, “avere il cancro non significa essere il cancro”: questi sono solo alcuni esempi dei brevi ed incisivi messaggi che accompagnano i cartelloni che hanno invaso le strade di Porto, Braga e Coimbra. Accanto a queste forti frasi, ad essere ritratte, sono donne con sorrisi pieni e smaglianti, nonostante la malattia. Donne belle e consapevoli della propria bellezza, nonostante i capelli che non ci sono più. Donne vestite di colori, curate in ogni minimo dettaglio, dalle collane agli orecchini, incluso un leggero trucco. Donne come tante, fiduciose e speranzose, proiettate alla vita, nonostante i pregiudizi.Queste donne malate di cancro hanno deciso di farsi fotografare per dimostrare concretamente come, appunto, avere il cancro non significa “essere” il cancro stesso: quello che va scardinato è il cumulo di idee predefinite secondo le quali chi soffre di cancro è un essere da compatire, in quanto infelice, fragile e debilitato. E ciò vale soprattutto per le donne.Avere il cancro non significa vivere in balia della malattia e non poter rimanere belle, non poter fronteggiare la vita in una prospettiva ottimistica, non poter essere positive. Non poter vivere, insomma, la vita come persone normali, proprio come spiegano Aurea e Alexandra, due delle mentori della campagna di sensibilizzazione.Il cancro è una sfida. E, come recita uno degli slogan della campagna, “le sfide difficili sono per i più forti”.

 

 

 

Michela Graziosi

 

 

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