Il Muro di Berlino 25 anni dopo la sua caduta tra memoria e retorica

Sono passati 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino. Un quarto di secolo da quel 9 novembre 1989 che segnò la storia della Germania, dell’Europa e del mondo. Come ricorda uno dei testimoni eccellenti di quei giorni, il giornalista e storico inglese Timothy Garton Ash in lungo articolo comparso su La Repubblica, la riunificazione tedesca avvenne in realtà quasi un anno dopo, il 3 ottobre 1990. In questi giorni dunque si festeggia l’anniversario di quell’evento che – nelle parole della Merkel – ha dimostrato come “i sogni possano diventare realtà”. Molto polemico invece Mikhail Gorbaciov che è andato a Berlino per dire che “siamo sull’orlo di una nuova guerra fredda”, sottolineando come “gli eventi dei mesi scorsi siano le conseguenze di una politica di corto respiro, che viene dal tentativo di ignorare gli interessi dei partner russi”. Nella sua ottica, il tradimento dell’Occidente ‘egoista’ nei confronti dell’Europa Orientale sarebbe iniziato addirittura un anno prima della dissoluzione dell’URSS, come hanno poi dimostrato “l’espansione della Nato, la Jugoslavia e soprattutto il Kosovo, il piano di difesa missilistico, e poi Iraq, Libia, Siria. E chi soffre di più di tutto questo? L’Europa, la nostra casa comune”. Ha concluso con parole molto severe: “Io qui a Berlino (…) devo rilevare che tutto questo ha ripercussioni anche sulle relazioni fra Russia e Germania”. 25 anni sono quasi i 28 anni di esistenza del muro che fu edificato nel 1961 ed ebbe tra gli organizzatori Erich Honecker. Ci sono altri personaggi che vanno ricordati: Günther Schabowski, membro del Politburo che impiegò un’ora per dire ai tedeschi dell’Est che potevano passare dall’altra parte; Rainer Eppelmann, pastore protestante e attivissimo nella rete di chiese anti DDR; il Cancelliere tedesco Willy Brandt. Ma il 9 novembre dell’89 non significò solo la fine della divisione in blocchi del mondo ma anche la fine di un incubo durato 28 anni. Le immagini del muro pieno di graffiti sono quelle della parte Ovest. Al di là vi era un’umanità sofferente e sottoposta a continui controlli, vessazioni e censure. Nella testimonianza di Garton Ash vi è infatti il ricordo dei racconti dei dissidenti per i quali nulla sarebbe mai cambiato, nonostante i fatti accaduti in Ungheria e Polonia poco tempo prima. Uno tra i problemi più grandi di oggi è che i più giovani – quelli nati dopo il 1989 – sanno poco o nulla di quel periodo storico, di quel muro che spezzò carriere, famiglie, vite.

 

Pasquale Musellamuro-di-berlino-caduta-picconate

 

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