Facciamo chiarezza tra le diverse figure di consulenti.

Il/la Councelor, in qualità di mediatore, lavora principalmente su un piano di “ricomposizione del conflitto”, operando sul disagio psicologico e ricostruendo sane relazioni lavorative. Generalmente è un professionista terzo alla compagine aziendale, opera nel medio termine ed instaura con l’assistito un rapporto quasi empatico, basato sull’ascolto diretto e sulla presa di coscienza del disagio per facilitarne il superamento.

Il/la Coach è anch’esso un professionista terzo che lavora sul piano emozionale ed instaura un rapporto diretto col suo interlocutore o gruppo di assistiti, ma si concentra sull’aspetto motivazionale. Il suo intervento è nel breve periodo finalizzato a migliorare le prestazioni lavorative con l’insegnamento di tecniche mirate alla peformance professionale. Il suo intervento è pertanto circoscritto all’obiettivo che il discente si pone e la riuscita stessa del percorso, dipende dalla giusta individuazione della mèta.

Il/la Tutor può essere individuato anche nella compagine aziendale, è solitamente un elemento professionalmente esperto del settore, cui viene affidato, nel medio periodo, il compito di trasferimento delle nozioni acquisite in termini di competenze lavorative, esulando dall’aspetto relazionale psicologico.

Il suo è un intervento principalmente concentrato nel passaggio di conoscenze tecniche specifiche del lavoro o della rielaborazione delle attività formative d’addestramento. Ed è forse questa visione troppo legata all’apprendimento di tipo scolastico, nozionistico, che ha fatto perdere d’appeal questo strumento.

Sono frequenti programmi di supporto al personale abbinati tra le varie figure a seconda dell’esigenza formativa e gestionale che vanno a compendiare.

Se il tutor, ad esempio, può essere funzionale in itinerari di sviluppo per neoassunti o alla riallocazione di risorse a seguito di rimodulazioni di funzioni o competenze, il coach può agevolare la transizione a diversi modelli di comando e gestione dello staff o all’individuazione e raggiungimento degli obiettivi al rientro da assenze di vario motivo, mentre il councelor può lavorare sul team building ed il mentore sull’autoesclusione, sul problem solving o su progetti di start up. Insomma non esiste univocità performante ma una molteplicità di strumenti al servizio delle risorse umane!

 

Sabrina Cicin

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