Carlos Garaicoa “Ascoltare il volo degli uccelli” Assisi / Rocca Maggiore 24 marzo – 6 ottobre 2024

Carlos Garaicoa

“Ascoltare il volo degli uccelli”

Assisi / Rocca Maggiore

24 marzo – 6 ottobre 2024

Il Comune di Assisi e Opera Laboratori sono lieti di presentare la mostra personale dell’artista cubano Carlos Garaicoa, dal titolo “Ascoltare il volo degli uccelli”. Ad ospitare l’esposizione è la Rocca Maggiore, significativo esempio di architettura militare del XIV secolo, recentemente oggetto di un importante restauro conservativo, dalla quale è possibile ammirare uno dei panorami più suggestivi della città e dell’Umbria.

«Ospitare la mostra di Carlos Garaicoa, in una location come la Rocca Maggiore – sottolinea Stefania Proietti, sindaco di Assisi – è per noi motivo di orgoglio, perché significa permettere ai visitatori di ammirare le opere di uno degli artisti contemporanei più significativi, in un luogo che sprigiona bellezza nella sua maestosità architettonica. Assisi è una città d’arte che custodisce con attenzione i suoi tesori, per metterli a disposizione di chi vuole goderne».

La mostra, prodotta da Opera Laboratori in collaborazione con Galleria Continua, si inserisce nel progetto di valorizzazione denominato “Assisi – Serafica Bellezza”, che prevede la visita della città attraverso un percorso artistico e spirituale per approfondire la conoscenza di musei, piazze, palazzi, monumenti, siti archeologici, chiese e conventi.

«Poter contribuire a riprogettare con l’arte e la bellezza le nostre città – commenta Giuseppe Costa, presidente di Opera Laboratori – è motivo di letizia, soprattutto quando diamo voce agli artisti che vivono con noi il presente. Da Assisi questo messaggio si qualifica e si propaga per tutto il nostro patrimonio culturale».

Il lavoro di Carlos Garaicoa si è sviluppato e ha contribuito a un dialogo tra arte e spazio urbano, che successivamente indaga la struttura sociale delle nostre città in termini di architettura e utilizzo degli spazi. Il suo lavoro abbraccia molte discipline diverse mentre affronta questioni legate alla cultura e alla politica attraverso una lente cubana ed europea. Il suo principale soggetto è sempre stata la città dell’Avana, dove è nato, cresciuto e ha studiato. Ora, vivendo e lavorando a Madrid, il suo lavoro può essere interpretato e applicato in molti contesti urbani globali. Le sue sculture, disegni, video e fotografie trovano un modo per criticare l’architettura utopica modernista e le ideologie del XX secolo ad esse collegate, esaminando la città come spazio simbolico rappresentativo del nostro tessuto sociale.

La mostra presenta quattro opere iconiche di Carlos Garaicoa che offrono una panoramica della sua pratica negli ultimi due decenni. Soñamos en la superficie rayada de un cristal (2022) affronta temi come l’immagine come riflesso, la replicazione della realtà e la dialettica tra immagine e parola. Il titolo proviene da un testo omonimo dello scrittore e poeta cubano José Lezama Lima, che tratta dell’emergere dell’immagine, un tema parallelo nel lavoro di Garaicoa. L’installazione, collocata nel cortile interno, evidenzia l’interesse dell’artista per l’immagine riflessa che si ritrae nello specchietto retrovisore di un veicolo e il contrasto con la realtà che gli oggetti negli specchietti siano più vicini di quanto sembrino. In questo caso, l’immagine nello specchio si frantuma e si moltiplica, oltre ad essere manipolata e modificata dal testo inciso sulla sua superficie.

Oratorio (2022) riflette temi cari all’artista cubano, come la ricerca sullo spazio urbano e architettonico, facendo anche riferimento alla distruzione. L’opera è composta da momenti diversi che si intrecciano tra loro. Grandi sculture reminiscenti di ponteggi e materiali da costruzione, trasformati da enormi reti colorate, sono un chiaro riferimento ai lavori di ristrutturazione delle città e agli edifici abbandonati. Questi sono accompagnati da una composizione musicale scritta dal compositore cubano Esteban Puebla e suonata dalla musicista cubana Mahé Marty, e da un’animazione video creata da Pablo Calatayud.

No Way Out (2002) fa parte di una serie più ampia chiamata Nuove Architetture che si concentra sulla creazione della “città ideale”, prendendo in considerazione l’istituzione di uno spazio più introspettivo e interno. L’installazione costituisce una sorta di “modello” per una città in cui gli edifici e la pianificazione urbana sono fatti di carta di riso giapponese e luci. La città rimane anonima e occupa uno spazio ambiguo tra la nozione di un oggetto ideale e la modellazione tradizionale di una città “sogno”.

La città ideale è affrontata nuovamente come concetto nell’opera Ahora juguemos a desaparecer (I) | Now Let’s Play to Disappear (I) (2001). Una città immaginaria fatta di candele rappresenta edifici storici provenienti da diverse parti del mondo, rivelando l’interesse dell’artista per la costruzione e gli ideali urbani, nonché introducendo concetti di memoria, rovina, decadenza e potere.

Il catalogo della mostraedito da Sillabe e con un testo redatto dalla curatrice Ilaria Gianni, è in fase di realizzazione, avendo scelto di inserire un ricco apparato fotografico che inquadri il dialogo tra l’arte di Carlos Garaicoa e l’architettura della Rocca Maggiore di Assisi.

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