“Carthago. Il mito immortale”: al Colosseo una grande mostra schiva gli stereotipi e ripercorre la storia dei Cartaginesi, i nemici giurati di Roma

La rivincita di un nemico storico di Roma. Fino al 29 marzo 2020 nei monumentali spazi del Colosseo e del Foro romano, la mostra “Carthago. Il mito immortale” racconta la civiltà che portò l’Urbe sull’orlo del collasso, esponendo oltre quattrocento reperti provenienti da importanti musei italiani e stranieri, situati in tutto il bacino del Mediterraneo. Si tratta della prima grande mostra interamente dedicata alla storia di Cartagine, che ha l’indubbio merito di far conoscere nel suo insieme ad appassionati e curiosi una grande civiltà marittima del passato, dalle origini fenicie all’espansione coloniale, fino allo scontro fatale con la nuova potenza italica.

Quella punica era una civiltà avanzata e complessa che troppo spesso nell’immaginario collettivo viene semplifica e ridotta al ruolo di nemico (perdente) di Roma. L’esposizione, promossa dal Parco archeologico del Colosseo, ricostruisce l’intero sviluppo di questo popolo, esaminando i culti religiosi, le abilità costruttive e addirittura le tradizioni culinarie. Un viaggio nel tempo che inizia dalle fondazioni mitiche della città, le cui rovine sono situate nell’odierna Tunisia, nei pressi della capitale Tunisi, non troppo distante dalle coste occidentali della Sicilia.

Come nel caso di Roma, le origini di Cartagine sono avvolte nella leggenda: sarebbe stata la regina Didone, conosciuta anche come Elissa, in fuga da Tiro, a fondare la città. Secondo l’Eneide di Virgilio, Didone si innamorò dell’eroe troiano Enea, figlio di Anchise. Gli studi confermano che la “Città nuova” di Cartagine, fu fondata intorno al IX secolo a.C. nel Golfo di Tunisi dai Fenici, popolazione di grandi navigatori situata nell’attuale Libano che costruì un impero commerciale fatto di città-stato diffuse in tutto il Mediterraneo, dalla Sicilia alla Sardegna, passando per la Penisola Iberica e appunto il nord Africa.

Lo scalo commerciale fenicio di Cartagine crebbe rapidamente fino a slegarsi dalle dipendenze della madrepatria e a sostituirsi così come potenza principale nel Mediterraneo Occidentale. Nel VI secolo a.C. quando la Roma monarchica, poco più di un villaggio di contadini sulle rive del Tevere, faticava ancora ad imporsi come potenza regionale, stretta dagli Etruschi a nord e dalle rivalità con le altre popolazioni italiche, Cartagine prosperava, commerciava e fondava colonie dalla Spagna alla Sardegna. Una civiltà avanzata, come descrisse Aristotele nella “Politica”: “Risulta che anche i cartaginesi godano di una buona Costituzione (…) Non mancano molte buone istituzioni (…) Non nascono sommosse e neppure episodi di tirannide”.

Grazie anche all’ausilio di inedite ricostruzioni e installazioni multimediali, la mostra riesce a raccontare l’età d’oro di Cartagine, spiegando il funzionamento delle istituzioni e della religione, oltre i rapporti che la civiltà punica strinse con le altre potenze dell’epoca. Più un confederazione che un impero, i cartaginesi mantennero stretti rapporti con gli Etruschi con i quali intrecciarono solidi legami mercantili e alleanze militari, come quando insieme si scontrarono con i coloni greci di Focea, nella Battaglia di Alaia spartendosi il dominio di Corsica e Sardegna. A testimoniare questi antichi scambi, la mostra espone i reperti più rilevanti esistenti al mondo, come le lamine di Pyrgi, antico porto di Cerveteri, scoperte a Santa Severa e scritte su lastre d’oro in etrusco e in fenicio. Inoltre le tesserae hospitales, piccoli oggetti in avorio a forma di animali con iscrizioni,

narrano i rapporti tra i cartaginesi e l’Italia tirrenica, tra cui anche con Roma. Tra i reperti di maggiore bellezza, i pendenti a testa maschile, e altri gioielli, provenienti dai musei di Tunisi e di Beirut, oltre ai magnifici rostri ritrovati nei fondali delle Egadi.

Il percorso prosegue quindi con lo scontro fatale con Roma, culminato nella Battaglia di Zama e nella conquista e distruzione di Cartagine. Sotto il giogo dell’Urbe la città, rifondata con il nome di Colonia Iulia Concordia Carthago, vivrà in età imperiale una rinnovata fortuna testimoniata da grandi edifici da spettacolo, lussuose abitazioni e meravigliosi mosaici policromi, alcuni dei quali in mostra. Eventi Culturali consiglia “Carthago. Il mito immortale”: una bella opportunità per conoscere una civiltà del passato che ha avuto la “sfortuna” di trovarsi in mezzo al cammino della più grande potenza del mondo antico.

“Carthago. Il mito immortale”

Colosseo – Foro Romano

Fino al 29 marzo 2020

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