Una nobile rivoluzione, il film di Cangelosi sulla vita e le battaglie di Marcella Di Folco

L’occasione per scoprire la figura di Marcella Di Folco è stata una soirée al cinema Alcazar di Roma dove è stato proiettato il documentario Una nobile rivoluzione, diretto da Simone Cangelosi e scritto insieme a Roberto Nisi in collaborazione con Fulvia Antonelli e Silvia Silverio. Già presentato al Torino Film Festival nel novembre del 2014, in concomitanza del Transgender Day of Remembrance che cade il 20 novembre per ricordare le vittime della transfobia, il film ricostruisce la vita di questa attivista per i diritti civili, prima transessuale ad essere eletta, a metà degli anni Novanta, Consigliera comunale a Bologna. A ricordarne la personalità esplosiva e l’inarrestabile impegno politico c’erano persone che l’hanno conosciuta bene come Vladimir Luxuria e Bianca Berlinguer. Dopo la proiezione, entrambe le hanno tributato un ricordo commosso. Il film di Cangelosi racconta con delicata poesia l’inevitabile intreccio tra vita privata e impegno politico di chi porta avanti battaglie incise nella carne viva del proprio corpo. La Di Folco, scomparsa nel 2010, aveva vissuto molte vite. Nata uomo nel quartiere Parioli di Roma, figlia di un gerarca fascista, proveniva da una famiglia agiata caduta poi in disgrazia a seguito della morte del padre. Da adulta aveva fatto parte dello staff del Piper, mitico locale degli anni Sessanta, ed inoltre aveva partecipato da caratterista ad alcuni dei film più noti di Fellini tra i quali Amarcord e il Satyricon. L’incontro con un amore impossibile, come racconta lei stessa con voce potente in una delle riprese più belle del film, le fa prendere coscienza della necessità di armonizzare corpo e anima. Tornerà infatti donna dal viaggio della grande trasformazione a Casablanca. A sostenerla in anni in cui la transessualità era considerata una malattia e perfino un crimine, tant’ che alle prostitute trans veniva comminato l’art.1 quello per i delinquenti comuni, c’è sempre stata la altrettanto combattiva sorella Liliana, presente anch’essa all’Alcazar. Marcella si trasferisce a Bologna dove si prostituisce per vivere e dove intraprende un’intensa attività politica nel centrosinistra. Per le persone transessuali diviene un punto di riferimento, essendo a capo del MIT (Movimento Identità Transessuale) che si batte affinché la legislazione italiana riconosca loro il diritto a vedere registrato il cambio di sesso. Una prima vittoria arriva nel 1982 con la legge 164 che tuttavia condiziona tale riconoscimento all’intervento chirurgico. Pur essendo ben lungi dall’essere conclusa, la battaglia di Marcella e del movimento LGBT per la modernizzazione della società italiana rappresenta una grande lezione di coraggio e di libertà per tutti noi.

 

Pasquale MusellaMarcella Di Folco

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