Turchia: sì al velo, no ai tatuaggi

Tolleranza zero contro piercing e tatuaggi a scuola in Turchia. Il governo è stato chiaro. turchiaQuesta decisione, che ha già suscitato violente polemiche nel Paese, porta la firma dell’ex ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, noto per le sue idee apertamente conservatrici e messo a capo dell’esecutivo dal presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, in quanto suo uomo di fiducia. Vietati anche barba, baffi, berretti con simboli politici, sciarpe e cappelli colorati. Le nuove disposizioni non riguardano le istituzioni pre-scolastiche e le scuole materne. Sì al velo per le ragazze invece: lo ha annunciato il vice premier Bulent Arinc lo scorso 23 settembre, al termine di una riunione governativa. In base al precedente codice di abbigliamento degli studenti, era vietato presentarsi in classe “a capo scoperto”. “So che soprattutto alcune studentesse lo desideravano”, ha detto Arinc, riferendosi alla fine del divieto. “Quando mi sono riunito con gli studenti in occasione dell’apertura dell’anno scolastico – ha aggiunto – ho sentito che aspettavano con eccitazione questa notizia”. Opposto il parere di Kamuran Karacan, dirigente del sindacato degli insegnanti Egitim-Sen. Secondo quanto riportato da Repubblica avrebbe commentato: “La nostra società viene trascinata in un Medioevo sfruttando la fede. Ora tocca agli studenti essere usati come strumento politico, attraverso la religione. Questa decisione causerà un trauma in questo paese, che si fonda sull’istruzione laica”. Come scrive Marta Ottaviani su La Stampa: «Da mesi l’attuale presidente della Repubblica, Erdogan, interveniva sui comportamenti dei turchi nella vita quotidiana. Non solo sulla questione velo, ma anche sul problema dell’aborto e sulla richiesta alle donne turche di fare almeno tre figli. Negli anni precedenti, da primo ministro, aveva promesso, durante un incontro pubblico, che avrebbe tirato su “generazioni di musulmani devoti”. Tutto sembrerebbe andare secondo i suoi piani. Nel luglio scorso, proprio Erdogan aveva espresso il suo personale disappunto nei confronti di chi si fa tatuare la pelle, prendendosela con un giocatore di calcio locale».

 

Silvia Di Pasquale

 

 

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