SEMPLICEMENTE SOVRANNATURATURALE Le complesse verità svelate dai “profeti” dell’arte europea

 

Dal 17 settembre al 14 gennaio 2017, il Palazzo Roverella di Rovigo ospita I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia, «Una mostra – come spiega il curatore, Giandomenico Romanelli – di emozioni e di storie intense. Storie di artisti in fuga, da città, da legami, da loro stessi, in molti casi. zChe trovano rifugio in riva al mare, quello potente della Manica o quello dolce e casalingo della Laguna veneziana. Quasi fossero alla ricerca del valore purificatore dell’acqua e degli elementi naturali». Promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dal Comune di Rovigo e dall’Accademia dei Concordi, la rassegna pone al centro il linguaggio sintetista di Paul Gauguin, quale radice comune fra la scuola di Pont-Aven, il movimento parigino dei Nabis e il gruppo di pittori italiani riuniti, un ventennio più tardi, attorno alla Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro e al suo direttore Nino Barbantini, che faranno dell’isola di Burano una sorta di Pont-Aven lagunare.

Le circa cento opere in mostra sono suddivise in cinque sezioni. La prima, La Bretagna di fine Ottocento, racconta l’arrivo di Gauguin a Pont-Aven, nel febbraio del 1888. È qui che egli incontra Paul Sérusier e il suo circolo di amici, giovani pittori simbolisti, che cercano nel paesaggio incontaminato della Bretagna l’ispirazione per un nuovo linguaggio, attraverso cui esprimere direttamente i moti dell’anima. L’anno seguente, la prima mostra parigina delle opere di Gauguin, Sérusier e Bernard documenta il risultato della loro ricerca: una pittura sintetista, che riduce la forma ai minimi termini ed enfatizza l’uso del colore (la sezione centrale si intitola, appunto, Alle origini del Sintetismo: Émile Bernard e Paul Gauguin). Questo è il punto di partenza per la nascita del gruppo dei Nabis (in ebraico, “Profeti”), presentato in Profeti e pellegrini. La poetica dei Nabis. L’ideale di semplicità e purezza, ambito nella vita prima ancora che nell’arte, spinge artisti come Émile Bernard, Paul-Élie Ranson, Maurice Denis, Jan Verkade, Cuno Amiet e Félix Vallotton verso il recupero di un mondo premoderno, silenzioso e immobile, denso di una misteriosa spiritualità che si manifesta nelle forme simboliche e nei colori vibranti della natura, ma di una natura più profonda e autentica di quella naturalista ed impressionista. Segue Burano-Bretagna e ritorno, un confronto fra Paul Gauguin, ormai partito definitivamente per Tahiti, e Gino Rossi, giunto a Pont-Aven proprio perché affascinato dai dipinti bretoni di Gauguin stesso, visti a Parigi, assieme all’amico Arturo Martini. Sull’esempio del maestro francese, il pittore italiano elabora uno stile spontaneo, primitivo eppure raffinato, mediato da un’intelligenza sensibile, capace di cogliere ed interpretare il nucleo spirituale della realtà. Il percorso espositivo si chiude con L’estetica della semplicità tra seduzioni borghesi e intimità domestiche, uno spazio dedicato agli eredi di questo modo essenziale e puro di concepire l’arte. A partire da Félix Vallotton, la ricerca della semplicità viene trasferita nel contesto borghese della quotidianità vissuta fra le mura domestiche. Questa è la via che percorrono diversi artisti italiani, fra cui Felice Casorati, Oscar Ghiglia, Cagnaccio di San Pietro, Mario Cavaglieri.

La mostra consente inoltre ai visitatori di accedere gratuitamente alla Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e al Seminario Vescovile di Rovigo, dove, in occasione del cinquecentenario dalla morte dell’artista, sarà possibile ammirare due celebri capolavori di Giovanni Bellini, La Madonna col Bambino e il Cristo portacroce.

 

Giada Sbriccoli

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