Salario. Diritti. Democrazia.

Al teatro “Ambra” della Garbatella, da ieri sino al 6 novembre, Ulderico Pesce porta in scena il suo teatro civile (di denuncia) con lo spettacolo “FIATo sul collo”. Opera vincitrice del Premio Marisa Fabbri, l’autore – attore ripercorre, mediante la vicenda di Antonio e Angela, marito e moglie, i 21 giorni di lotta degli operai dello stabilimento lucano di Melfi. La storia ha inizio nel 1994 quando la Fiat avvia le selezioni del personale del nuovo stabilimento ed entrambi i protagonisti diventano operai metalmeccanici Fiat. I due giovani iniziano a sognare ad occhi aperti: finalmente possono realizzare i loro progetti, ossia entrare a far parte della grande famiglia Fiat, avere il salario fisso e, quindi, sposarsi e creare una nuova famiglia. Ben presto però, il sogno si infrange e la quotidianità all’interno della fabbrica diventa un incubo a causa delle logoranti e disumane condizioni di lavoro a cui gli operai sono sottoposti (ad esempio il sistema della “doppia battuta” fu uno dei principali motivi dello scontro nello stabilimento di Melfi. In base a questo sistema un lavoratore svolge, per due settimane consecutive, il solo turno di notte. Si tratta di uno schema che rientra nel Tm2, come è definito lo «standard lavorativo integrato da indici di produttività» introdotto soltanto a Melfi e via via esteso ad altri impianti del gruppo Fiat). Antonio e Angela usciranno dall’incubo partecipando con “nuova coscienza” e tanto coraggio alla lotta, sostenuta dalla sola Fiom-Cgil, iniziata il 19 aprile del 2004 con la creazione di presidi davanti alla fabbrica, in cui le operaie e gli operai di Melfi di fronte ai soprusi della direzione aziendale rispondono “assediando la fabbrica”, una lotta che li vede costretti a resistere alle cariche della polizia con determinazione e orgoglio, una lotta storica, durata 21 giorni e che finisce con l’accettazione da parte della Fiat – Sata delle richieste degli operai, tra le quali l’equiparazione del salario agli altri stabilimenti Fiat d’Italia e l’eliminazione della doppia battuta.  La stesura del testo è stata possibile grazie ai tanti operai Fiat che hanno condiviso la loro esperienza e ad alcuni sindacalisti della Cgil. Con la sua sensazionale ironia e grazie alla vicenda degli operai di Melfi, Pesce regala al suo pubblico un momento di profonda riflessione su uno dei temi caldi di questi ultimi anni: i diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori. Quei diritti ampiamente e chiaramente espressi nell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e che la nostra classe politica al governo vorrebbe deliberatamente “modificare”, così come è stato ribadito nella lettera che Silvio Berlusconi ha inviato recentemente a Bruxelles.

FIATo sul collo
di e con Ulderico Pesce,
Teatro Ambra alla Garbatella
Dal 1 al 6 Novembre.
Per info: 0681173900

Cinzia Murgia

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