ROMA TOR MARANCIA E LA STREET ART

 Tormarancia, la borgata dura e pura, la Shanghai dai mille impicci. Incastonata tra zone più “alte” come le catacombe dell’Appia Antica e la Cristoforo Colombo, solo qualche chilometro prima dell’(ex) sfarzoso Eur, Tor Marancia è rimasta immutata nel tempo.

Senza la bellezza esotica di Garbatella c’è poco da vedere per le sue vie che portano i nomi di antichi romani: non c’è una piazza, non un centro che si possa chiamare tale. Le prime costruzioni dei lotti di case popolari risalgono alla fine degli anni’40, sulle macerie spazzate via di un insediamento spontaneo di casette poverissime.

Il quartiere viene subito ribattezzato Shangai per gli allagamenti ripetuti dopo le piogge e anche per i fatti criminali che vi avvengono. Con il passare degli anni le case sono abitate dalle nuove generazione delle stesse famiglie e la borgata rimane uguale a se stessa.

Ma ora Tor Marancia si prende la rivincita con il progetto Big City Life che, con i murales di 18 artisti da tutto il mondo,  trasforma il lotto di via Annio Felice in un museo a cielo aperto e pone il quartiere al centro delle nuove traiettorie turistiche e artistiche di Roma.

Anche se il progetto di arte pubblica partecipata per la riqualificazione urbana, culturale e sociale del quartiere di Tor Marancia (questa la dicitura ufficiale) si è appena concluso il lotto è già frequentato da visitatori che ammirano e fotografano i lavori di Diamond (Ita), Jaz (Arg), Mr Klevra (Ita) Seth (Fra), Moneyless (Ita), Reka (Aus) e tanti altri. Il colpo d’occhio è bellissimo e sorprendente.

 

“Roma ha perso il tram della modernità durante gli anni ‘90”, ci dice Stefano Antonelli di 999contemporary che, insieme a Francesca Mezzano e Gianluca Marziani è il curatore di questo progetto, “ma grazie alla street art sta riconquistando tutte le posizioni rispetto alle altre capitali dell’arte contemporanea”.

 

La trasformazione che Big City Life ha realizzato a Tor Marancia non è che un tassello di quello che sta succedendo in tutta Roma e, soprattutto, intorno alla via Ostiense.

È già attivo il sito www.ostiensedistrict.it che mappa tutte le opere di street art nei dintorni. “Ma la novità”, spiega ancora Stefano Antonelli, “è il coinvolgimento diretto dei cittadini”. Sul sito non c’è solo la mappa dei lavori già ultimati ma anche la possibilità di “donare un muro” o “richiedere un muro” per un disegno. Tutti sono coinvolti in questo processo di rivitalizzazione artistica e social. Proprio come è successo a Tor Marancia, dove il palmo disegnato su una delle case da Philippe Baudelocque  è quello di una signora che ci abita o dove la scritta “Veni, vidi, vinci” di Lek & Sowat è un mix tra il motto romano e la storia di Andrea Vinci, il ragazzo sulla sedia a rotelle che abita in quel palazzo e per il quale è partito un crowdfunding per costruire un ascensore. Queste sono solo alcune delle azioni e interazioni che il progetto sta creando”.  Molto presto Ostiense District avrà una sua sede e uno sportello presso gli ex Mercati Generali e saranno create anche delle residenze per gli artisti. Intanto l’instancabile 999Contemporary annuncia nuove opere di star della street art comeSpy, Fra.Biancoshock Clemens Behr sempre nei dintorni della via Ostiense.

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Box informazioni:
www.999gallery.com

 

AnnaGermano

 

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