Arte e Grande Guerra. Le ferite alla scultura del Canova

Dal 25 luglio 2015 a Possagno, in provincia di Treviso, presso il Museo Gipsoteca Canova, sono proposti per la prima volta gli scatti fotografici originali di Stefano Serafin su alcuni drammatici momenti del primo conflitto mondiale. L’occasione è offerta dalla mostra Antonio Canova. L’arte mutilata nella Grande Guerra, in programma fino al prossimo 28 febbraio 2016, con l’allestimento di un album fotografico su sei dei modelli martoriati più noti del grande scultore neoclassico. All’interno della raccolta, mancano le immagini sacrileghe di un nugolo di soldati francesi che giocano a calcio usando come pallone la testa di Paolina Bonaparte scolpita dal Canova, nel giardino di casa dello stesso scultore. Trovano spazio, invece, il collo spezzato del busto di Napoleone, una parte del busto di Clemente XII, del magnifico Perseo, delle Grazie e il modello in gesso mutilato di Ebe, coppiera degli dei. L’album è oggi patrimonio dell’istituzione canoviana, mentre le lastre originali sono conservate al FAST (Foto Archivio Storico Trevigiano), insieme ad altre immagini sul tema, eseguite da Siro Serafin.

Il progetto è a cura di Alberto Prandi e Mario Guderzo, e rientra tra le iniziative organizzate per i cent’anni dalla prima guerra mondiale. I Canova violati rivelano lo scempio prodotto sul patrimonio artistico dai conflitti e dalle violenze: le immagini fotografiche in mostra vogliono rilanciare opere dilaniate, rimaste protette nei depositi dopo i bombardamenti del 1917, ed esaltarle come reliquie di una bellezza sfregiata. Tra queste, spicca l’effigie di Ebe coppiera degli dei, uno dei maggiori capolavori del Canova, i cui sviluppi in marmo si trovano alla Nationalgalerie a Berlino e al Museo di San Domenico a Forlì. Grazie alla collaborazione con quest’ultima istituzione, è stato possibile ricostruire le parti mancanti con la tecnologia della stampante 3D, sulla basi di un procedimento già sperimentato per i gessi di Paolina Bonaparte, La Danzatrice con i cembali, Il Principe Lubomirski e Le Grazie.

In parallelo, la mostra propone un secondo rilevamento fotografico d’autore, ad opera dei fotografi Guido Guidi e Gian Luca Eulisse, che, a distanza di un secolo dai lavori di Stefano e Siro Serafin, propongono un’ulteriore lettura delle ferite inferte dalla Grande Guerra all’arte e alla grandezza del Canova. La loro analisi sui gessi canoviani si sofferma sulle mutilazioni a danno dei corpi e delle bellezze artistiche perpetuate dagli orrori della guerra, secondo un duplice senso di sdegno e di ammirazione per la perfetta grazia violata. La riflessione si spinge così fino alla tragicità dell’esperienza bellica in sè, della quale la mostra allestita al Museo Gipsoteca Canova offre chiara testimonianza.

Box informazioni: http://www.museocanova.it/.

Clara AgostiniL’Arte violata nella Grande Guerra

 

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