Questioni Toponomastiche, sulle vie della parità.

Il gruppo Toponomastica femminile, nasce nel 2012 dalla constatazione di una professoressa di geografia, Maria Pia Ercolini, dell’evidente misoginia ambientale che caratterizza il nostro territorio.

Nel giro di pochi mesi migliaia di adesioni spontanee hanno fatto decollare il progetto e la rete di collaborazione creatasi ha permesso la mappatura dei comuni italiani. I numeri sono desolanti: mediamente il 5% sono strade femminili e il valore, se depurato di sante e madonne, scenderebbe vertiginosamente.

Il lavoro spontaneo di ricercatrici, volontarie e autogestite, ha costituito un data base e un dinamico laboratorio attivo nei social network. Si tratta di un raro esempio di democrazia sostanziale, diretta e partecipativa in cui le cittadine in primis, sottoponendo la questione all’attenzione delle amministrazioni locali, reclamano un giusto spazio per il contributo femminile alla cultura e alla società.

In merito alla funzione della toponomastica nella formazione della memoria collettiva e delle figure di riferimento, si attesta, ancora una volta, che l’invisibilità femminile passa anche per pratiche apparentemente neutre, come quelle burocratiche dell’attribuzione di una via o di un’area pubblica. Il numero infinito di eccellenze femminili che si sono succedute nella storia, sono perse nell’oblio e i recenti studi di genere, tesi a recuperare e valorizzare l’apporto della speculazione femminile nelle scienze, nella filosofia, nell’arte ed anche nella religione, tendono a mutare l’angolazione all’osservatorio sociale.

Il gruppo Toponomastica femminile rappresenta parte di queste cittadine, che, desiderose di veder affermare il loro diritto di essere anche nelle pagine della storia, anche sulle targhe delle proprie strade,  hanno analizzato in modo scientifico e sistematico il proprio territorio, arrivando ad una mappatura capillare della penisola, e confrontandosi con esperienze estere.

La soluzione è semplice: bisogna esserci, bisogna impegnarsi a continuare a parlare di questioni di genere in modo appropriato e competente e seguire le tematiche senza abbassare la guardia. Come dice Alda Merini: “I figli si partoriscono ogni giorno”, così le idee e le proprie convinzioni.

Sabrina Cicin

 

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