«MASQUERADE! PAPER FACES ON PARADE» Una mostra di Alessandro Kokocinski a Napoli

Dal 7 aprile al 5 giugno, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita la mostra Alessandro Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown, a cura della Fondazione Alessandro Kokocinski, promossa e organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, con la collaborazione di Civita. La rassegna, ideale prosecuzione di quella tenutasi a Roma, presso il Museo di Palazzo Cipolla, nel 2015, presenta al pubblico una settantina di opere polimateriche – dipinti, sculture, altorilievi, disegni, installazioni, video, versi e libri d’arte – del pittore, scultore e scenografo italiano, di origini polacco-russe, Alessandro Kokocinski (Porto Recanati, 1948), dedicate al tema della maschera, intesa come «mediatrice fra noi e il vuoto insondabile celato».

Nato nel campo profughi di Porto Recanati da madre russa sfuggita alla deportazione nazista e padre soldato nell’armata anglo-polacca, Alessandro Kokocinski trascorre l’infanzia e l’adolescenza in Sud America. A Buenos Aires assiste al bombardamento della Casa Rosada e alla caduta di Peron (1955). Qui esordisce, giovanissimo, come acrobata e domatore di cavalli presso una compagnia circense e, dopo gli studi nella scuola di Saulo Benavente, come scenografo teatrale. Rifugiatosi, a causa delle persecuzioni scatenate dai militari argentini, a Santiago del Cile, collabora con l’Università Cattolica di Santiago del Cile alla riforma agraria del governo di Allende e espone disegni di denuncia politica presso diversi atenei del Paese. Nei primi anni ’70, si trasferisce a Roma, dove condivide uno studio a Trastevere col suo maestro, Riccardo Tommasi Ferroni, e con Carlo Quattrucci, ed entra in contatto con diversi intellettuali di spicco, fra cui Rafael Alberti, Carlo Levi e Alberto Moravia. Nel 1977 viene allestita una sua personale al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, nella quale continua a denunciare, attraverso la pittura, la crudele realtà politica e sociale del Sud America, ed è perciò sempre vigilato a distanza da agenti della giunta militare al potere in Argentina.

Nel 1986 compie un viaggio di alcuni mesi in Estremo Oriente, soggiornando in Thailandia e in Cina. Nel 1987, a Hong Kong, tiene una grande personale patrocinata dal Ministero degli Esteri, che inaugurerà l’Hong Kong Art Festival Centre. Nella prima metà degli anni ’90, torna definitivamente in Italia, dove, assieme all’attrice Lina Sastri, fonda la compagnia teatrale “Kosa” (per la quale realizza costumi e scenografie). Nel 2003, allestisce uno studio in un’antica chiesa sconsacrata a Tuscania (Lazio). Qui dà vita alla Fondazione Alessandro Kokocinski per la formazione e la valorizzazione professionale dei giovani artisti emergenti. Tra le più recenti personali meritano particolare attenzione quelle tenutesi a Roma – Pellegrino nel mondo (tre diverse rassegne svoltesi quasi in contemporanea presso l’Istituto Italo-latinoamericano, il Palazzo della Pigna e la Galleria Italarte nel 1999); L’Ombra delle idee, ciclo scultoreo dedicato alla figura di Giordano Bruno (Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, 2005); La Potenza dello spirito, ciclo pittorico ispirato al mito classico (Museo Nazionale di Palazzo Venezia, 2008); Kokocinski. La vita e la Maschera: da Pulcinella al

Clown (Palazzo Cipolla, 2015) e quella organizzata a Pechino, al National Art Museum of China, nel 2006.

Il percorso dell’attuale mostra napoletana si sviluppa in sei sezioni – L’Arena; Pulcinella; Petruška; Sogno; Il Clown; Maschera Interiore – accomunate dal medium della cartapesta, un materiale fragile, che invita lo spettatore a una riflessione sull’incertezza dei confini tra finzione e realtà, mito e storia, arte e vita. Nelle opere esposte gli opposti si attraggono, si confrontano, si mescolano fino a comporre un denso e variegato amalgama di caratteri e riferimenti storico-culturali e stilistici. Vi si colgono il filone fantastico russo e quello del realismo sudamericano, la tradizione pittorica italiana e quella spagnola, le trovate sceniche della Commedia dell’Arte, oltre alla doppia “anima” degli spettacoli circensi (quella caotica e allegra degli sketch clowneschi e quella pericolosa delle performance degli animali e degli acrobati).

Da questo stesso intreccio scaturiscono anche le tre grandi installazioni Olocausto del Clown tragico, Non l’ho fatto apposta (corredata da un video in cui compare Lina Sastri) e Sguardo al futuro nascente, realizzata per l’occasione. Tra identità e alterità, coesione e scissione, riflesso e ombra, dentro e fuori, l’arte di Kokocinski si colloca sempre ‘al centro’ per costruire un insieme di relazioni. Il suo evidente desiderio di leggerezza e di equilibrio è confermato anche dalla potenza evocativa dei titoli di alcune opere: Scendo vestito di luna; Prigioniero di questo giardino dolente, ombra solitaria; Guarda come ci parlano dal Paradiso; Partirò con le mani vuote ma con l’anima speranzosa; Il poeta: con inchiostro azzurro e sangre bizantina. L’evento si avvale di un bel catalogo, edito da Skira, che comprende testi critici di Tiziana Gazzini, Paola Goretti, Margaret Mazzantini, Paolo Conti e dello stesso Alessandro Kokocinski.

Box informazioni:

Alessandro Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown

(7 aprile – 5 giugno 2017)

Museo Archeologico Nazionale

Piazza Museo 19, Napoli

Tutti i giorni 9.00 – 19.30

Martedì chiuso

www.mostrakokocinskinapoli.it

Giada Sbriccoli

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