L’arte della civiltà islamica in mostra alle Scuderie del Quirinale

Dal 25 luglio al 20 settembre le Scuderie del Quirinale ospitano la mostra Arte della Civiltà Islamica, curata da Giovanni Curatola. La mostra ha innanzitutto il merito di ricordarci la complessità del mondo mussulmano a dispetto dell’idea – diffusa nei media occidentali – che esista un solo islam. Dai tempi più antichi, vale a dire da almeno 1400 anni e cioè da quando datano i primi reperti della collezione al-Sabah del Kuwait in mostra presso le Scuderie, la produzione artistica e artigianale si è estesa in lungo e in largo nel Mediterraneo, in Medio Oriente fino all’India e alla Cina. I circa 350 reperti provengono infatti dall’Iran, dall’India, dall’Andalusia, dalla Turchia, dimostrando come l’arte islamica sia in realtà frutto di una profonda e continua contaminazione sia con il sostrato artistico preesistente all’avvento del Profeta sia con le suggestioni provenienti dal mondo grecoromano e dopo da quello bizantino, indiano, mongolo. L’opera di paziente raccolta dei pezzi condotta da Sheikh Nasser Sabah al-Ahmad e da sua moglie ha portato ad una collezione di 35000 oggetti-opere d’arte prestati nel 1983 al Museo Nazionale del Kuwait. Quando, nel 1990, le truppe irachene invasero il paese parte di questo patrimonio inestimabile andò perduta. Ci sono voluti molti anni per recuperare la maggior parte dei pezzi e ricomporre la collezione. C’è ancora rammarico nelle parole della sceicca al-Sabah per la perdita avvenuta durante la guerra evidenziando come l’arte, dopo le persone, sia una delle vittime principali degli eventi bellici: “Noi siamo dei custodi, gli oggetti cambiano di mano e ci auguriamo che quei 58 pezzi dispersi dalla collezione – tre smeraldi di oltre 100 carati – non siano stati frammentati per essere venduti. Così avremmo perso la storia di essi, uno di essi aveva anche incisi i versi del Corano. Distruggendoli si distrugge la storia, della gemma e della nostra cultura.” Il riferimento ai versi del libro sacro non è casuale poiché l’arte calligrafica (in particolare le iscrizioni sacre) rappresenta un tratto distintivo dell’arte islamica. Nella seconda parte della mostra, quando il quadro cronologico è ormai chiaro, si approcciano alcuni temi qualificanti come appunto la calligrafia, la ricorrenza dei motivi geometrici, gli arabeschi, l’arte figurativa e la gioielleria. Nel percorso impariamo davvero tanto e molti pregiudizi vengono smentiti come ad esempio la presunta iconoclastia o l’idea che la gioielleria rappresenti “un’arte minore”. Orecchini, spille, collane e tanto altro provenienti per lo più dall’India emozionano per la loro bellezza, per il pregio della lavorazione, per la preziosità dei materiali scelti nella realizzazione. L’applicazione di motivi geometrici nell’arte come nell’architettura sottolinea l’avanzamento della conoscenza scientifica durante il Medioevo islamico e la volontà di rappresentare visivamente la grandezza di Dio e la sua natura sostanzialmente infinita, attraverso appunto la ripetizione di motivi geometrici senza inizio e senza fine. Di grande pregio anche la sezione dedicata all’arabesco e alla presenza dei motivi di tipo floreale.

 

Pasquale MusellaArte Islamica Quirinale

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