La casa di Fernando Pessoa

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È costituita da appena tre piccoli piani la casa-museo di Fernando Pessoa, situata nel cuore di Campo de Ourique, a Lisbona. Inaugurato nel novembre del 1993, questo edificio venne da subito concepito come centro culturale al fine di rendere un perpetuo e sentito omaggio al grande poeta lusitano proprio nella città dove nacque e visse e, in particolare, nel barrio in cui passò gli ultimi anni della sua esistenza.La visita alla casa-museo comincia su suggerimento della guida al contrario, vale a dire dall’ultimo dei piani, dove si trova una ben attrezzata sala multimediale nella quale è possibile usufruire di materiale audio e video che fornisce tutte le informazioni possibili relative alla vita ed alle opere poeta dell’inquietudine; inoltre, sia qui che comodamente da casa, attraverso il portale internet, si può avere accesso ad una notevole serie di suoi capolavori digitalizzati. Scendendo al secondo piano ci si ritrova in una grande sala conferenze nella quale sono disseminate varie tracce del poeta e omaggi: quadri realizzati secondo vari stili, come ad esempio quello che vede ritratto Pessoa nei panni di CR7, il Cristiano nazionale, idolo degli amanti del pallone e delle donne; ed ancora, statue ed oggetti vari che arricchiscono ugualmente anche il primo piano. Ed è proprio qui che ci si imbatte, infine, nella stanza da letto del poeta: minuscola, scarna, con poco da vedere. Oltre ad un letto e ad altri oggetti di riproduzione, come ad esempio il noto cappello, vi sono un baule, un manichino ed alcune scritte sulla parete. Al di fuori della stanza, altri elementi della vita del poeta: lettere di suo pugno, una pagella, una pipa, un’agenda. La semplicità e l’essenzialità della casa sembrano rispecchiare a pieno la vita ed il temperamento riservato di quello che fu realmente Pessoa come uomo e come letterato. Ultima tappa obbligata, la biblioteca al piano terra: non si tratta solo di un luogo ideale per gli studiosi che hanno bisogno di approfondire i testi di Pessoa, disponibili in numerose lingue, ma anche un posto tranquillo e rilassante ideale in cui chiunque può studiare o semplicemente godersi un libro di poesie con la giusta atmosfera.In questo semplice edifico di Rua Coelho da Roca 16 si realizzano di continuo sessioni di letture di poesia, incontri di scrittori, spettacoli musicali e di teatro e laboratori creativi per bambini. Non a caso, la stessa biblioteca è piena di disegni dei più piccoli che rappresentano il poeta ed i suoi oggetti: c’è chi lo ha immaginato sorridente, chi nei panni di Superman; e non potevano certo mancare le riproduzioni dei suoi celebri occhiali.Nella Prefazione alle Poesie José Saramago scrisse che Pessoa, poco prima di morire, chiese che gli venissero dati gli occhiali. Probabile è quindi che il poeta, sul punto di morte, abbia voluto guardarsi in una sorta di specchio per sapere, finalmente, chi fosse: proprio lui, lo scrittore noto per la creazione degli eteronomi, l’uomo dalle tante identità, voleva conoscere la sua integrità, a pochi istanti dalla fine. “Non gli dette il tempo la Parca” scrisse Saramago “e fra l’altro non c’era nemmeno uno specchio nella stanza. Questo Fernando Pessoa non riuscì mai a essere davvero sicuro di chi fosse, ma grazie al suo dubbio possiamo riuscire a sapere un po’ di più chi siamo noi”.

 

Michela Graziosi

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