Il quaderno perduto di Pirandello di Giovanni Parlato.La vita parola per parola

Un vero appassionato di libri attende sempre con grande trepidazione l’ultima fatica letteraria del suo autore preferito. Ma quando il proprio “mito” è uno scrittore ormai morto, rimane l’amara sensazione che, prima o dopo, le sue opere finiranno e non ci sarà più nulla di speciale da leggere prodotto dalla sua penna. Giovanni Parlato, giornalista di origini siciliane che da anni vive a Livorno dove lavora per il quotidiano Il Tirreno, ha immaginato il racconto di un evento più unico che raro: il ritrovamento, a più di un secolo di distanza, di un’opera inedita di uno dei più grandi maestri della letteratura italiana: Luigi Pirandello. Il quaderno perduto di Pirandello è il primo romanzo di Parlato, che nel 2011 ha pubblicato Lui non dette l’ordine. Il caso Sofri e la memoria. Il protagonista del romanzo è, come l’autore, di origine siciliana e lavora in una casa editrice milanese. La narrazione si apre con la morte della nonna Fofò, vera matriarca sicula, che sprofonda il protagonista in un vortice di pensieri e ricordi. Al suo rientro riceve la notizia della probabile gravidanza della moglie e questo pensiero angoscia la sua psiche, già provata da una situazione lavorativa che ritiene oppressiva. Ma un fatto inaspettato e incredibile sconvolge questa grigia routine; uno dei suoi collaboratori lo mette sulle tracce di un misterioso ciabattino tedesco, Kurt Wielm, che sostiene di essere in possesso di un quaderno appartenuto a Pirandello durante il suo soggiorno a Bonn, sul quale sarebbe scritta una novella inedita del grande autore siciliano. Il personaggio principale, del quale non viene citato mai il nome, parte per la Germania e scopre la reale esistenza del quaderno e della novella, scritta da un Pirandello dodicenne. La storia si sovrappone in maniera sorprendente alla vita di sua nonna e persino il nome della protagonista è lo stesso, Fofò. Kurt muore e il protagonista riparte con il manoscritto. Torna in Sicilia dove si mette d’accordo con un suo cugino, Luigi, per compiere una colossale truffa: completare la novella con il racconto della vita di nonna Fofò e cercare di vendere l’inedito ad una casa editrice concorrente in cambio di un lavoro prestigioso. La macchinazione sarà ostacolata dalla pubblicazione di una parte dell’opera per mano di una misteriosa donna e durante la sua messa in opera, il protagonista incontrerà più volte l’immagine di Pirandello che si legherà in maniera cangiante e ingannevole alla realtà, parlando alla coscienza, alla mente e al cuore del “truffatore improvvisato”. Un’opera davvero affascinante e complessa questa prima fatica letteraria di Parlato che mescola insieme, in un cocktail molto originale, diversi generi letterari. La struttura potrebbe sembrare quella di un noir, una sorta di giallo letterario, che fa subito pensare ad un altro romanzo in cui si fa una misteriosa scoperta, Canone inverso di Paolo Maurensig. Ma la suspense e il mistero non sono gli unici elementi di questo libro, che si rivela anche come un’intima confessione del protagonista, un romanzo di formazione tardivo, che mescola elementi psicanalitici e quasi spirituali. In particolar modo si scandaglia con attenzione e profondità uno dei temi più cari e più presenti nell’opera di Pirandello stesso e cioè il rapporto tra finzione e realtà. Dove finisce la farsa che noi chiamiamo vita e inizia il reale e il vero? È possibile che un uomo sia veramente se stesso solo quando scrive, quando racconta la vita? E, infine, è possibile che la vita (come quella di nonna Fofò) sia tanto simile alla trama di una novella? Tutte domande a cui il protagonista tenta di dare una risposta aiutato dagli incontri onirici con il grande autore che sta cercando di omaggiare, tradendolo. Una risposta che troverà solo nel finale originale e inatteso in cui si accorgerà che la vita è quella che ti accade e non quella che pensi o pianifichi. Un grande inno alla libertà e un grande omaggio ad uno scrittore. I personaggi, proprio come quelli delle commedie di Pirandello, sono tratteggiati in maniera netta, piana e sintetica, non si può scorgere in loro una caratterizzazione particolare, ma sono i perfetti portabandiera di caratteri e tipi universali. La prosa è scorrevole e facile, in uno stile colloquiale, ma impreziosito da alcuni elementi “alti”. Un’opera davvero sorprendente e originale, che prende spunto da un’idea abbastanza sfruttata ma che segue suoi percorsi specifici molto interessanti, un primo romanzo ben riuscito, per gli amanti di Pirandello, ma anche per quelli di storie avvincenti.

Box informazioni:

Il quaderno di Pirandello di Giovanni Parlato

Felici Editore

 

Patrizio Pitzalis

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