Il Messico, paese simbolo dell’ibridazione culturale

Un territorio vastissimo, una popolazione che supera i 100 milioni di abitanti, più di 70 le lingue parlate comprese lo Spagnolo che è la più diffusa, un crogiuolo di gruppi etnici che coesistono dai tempi della colonizzazione spagnola e che nel corso dei secoli si sono mescolati: questi sono solo alcuni dei tratti caratterizzanti il Messico. L’interesse per questo paese è in parte dovuto al successo della mostra delle opere di Frida Kahlo presso le Scuderie del Quirinale (Roma, fino al 31 agosto), a cui ne seguirà un’altra al Palazzo Ducale di Genova (dal 20 settembre al 15 febbraio 2015). Dell’opera e della personalità della pittrice di Coyoacàn noi di Eventi Culturali ci siamo molto occupati e abbiamo dunque deciso di conoscere più da vicino la nazione che le ha dato i natali, intervistando l’Ambasciatore messicano presso lo Stato Italiano. Il Signor Miguel Ruiz-Cabañas Izquierdo guida la delegazione messicana in Italia dal settembre del 2011. Nel corso della nostra intervista il diplomatico ha più volte sottolineato l’importanza dell’elemento meticcio come tratto distintivo della cultura messicana. I discorsi sulla multiculturalità, che in Europa hanno il sapore dell’avanguardia, lì esistono da sempre. Come ha scritto l’antropologo Nestor Garcia Canclini in un famoso libro intitolato Culture Ibride: “L’ibridità ha una lunga traiettoria nelle culture latinoamericane. Abbiamo già ricordato le forme sincretiche create dalle matrici spagnole e portoghesi con il figurativismo indigeno […] Tanti scrittori coltivano la sapienza della partenza, dello straniamento, della lontananza e dello shock culturale, che possono arricchire e complicare il sapere sul margine sociale e le trasgressioni […] Il luogo dal quale molti artisti latinoamericani scrivono, dipingono o compongono la loro musica non è più la città dove vissero la loro infanzia, e nemmeno quella in cui vivono da alcuni anni, ma piuttosto un luogo ibrido nel quale s’incrociano i luoghi realmente vissuti. Onetti lo chiama Santa Maria; García Márquez, Macondo”. Vale anche la pena ricordare che lo scrittore colombiano Gabriel García Márquez, morto di recente, aveva scelto di abitare proprio a Città del Messico. Le relazioni tra i due paesi, non solo quelle di natura diplomatica ma soprattutto di tipo culturale, vantano una storia antica. La prima stamperia del paese fu fondata nel 1539 da un italiano di nome Giovanni Paoli. Non va poi dimenticata l’opera dell’architetto Adamo Boari (Ferrara, 1863 – Roma, 1928) che ha realizzato opere di grande valore come l’Accademia delle Belle Arti e il Teatro Nazionale. Il collegamento tra i due paesi continua con una serie di eventi che vanno dalle già citate mostre su Frida Kahlo all’esposizione “Messico circa 2000” presso la Scuderia di Miramare di Trieste dal 14 aprile al 15 settembre. Ancora a Trieste il grande artista Alejandro Santiago, scomparso da poco, popolerà le strade cittadine con 2501 statue di terracotta per ricordarci il tema dei migranti. Di grande importanza la partecipazione alla tredicesima Biennale dell’Arte e dell’Architettura di Venezia con una mostra dal titolo “Cultura in costruzione”. Grazie al Messico poi la quota dei paesi partecipanti all’Expo 2015 di Milano sale a 127. ll Padiglione messicano avrà una superficie di 1.910 metri quadrati. Il progetto dell’architetto Francisco Lopez Guerra Almada, realizzato con lo chef Jorge Vallejo e il biologo Juan Guzzy, ha vinto il concorso per la creazione del Padiglione e i progettisti hanno dichiarato: “Ci siamo ispirati ad un alimento tipico della tradizione culinaria messicana: il mais”.                        

 

Pasquale Musella ???????????????????????????????

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