IL KIMONO. SEGNO DISTINTIVO DEL GIAPPONE

Nell’ambito delle celebrazioni per i centocinquanta anni delle relazioni diplomatiche fra Italia e Giappone si stanno svolgendo una serie di incontri, convegni, mostre e intensi scambi culturali fra i due Paesi geograficamente distanti, ma oggi uniti nel rinnovare lo stretto legame intrecciato circa duecento anni orsono.

 

Il Trattato di amicizia e commercio, siglato nel 1866, ha ufficializzato gli intensi scambi già in essere tra i setaioli italiani e i rappresentanti nipponici sin dal sedicesimo secolo; in campo culturale il contatto tra i due popoli è sempre stato molto forte e nel 1962 a Roma è nato l’Istituto giapponese di cultura che ancora oggi è sede di numerose manifestazioni e corsi di lingua  molto apprezzati dagli studenti italiani.

 

Il ventidue aprile ha esordito la mostra “Vivid Meisen. La sfavillante moda Kimono moderna” presso il detto Istituto situato in via Antonio Gramsci al civico settantaquattro, all’allestimento ha contribuito lo Ashikaga Municipal Art Museum della prefettura di Tochigi  area di elevata produzione e commercializzazione di questo peculiare Kimono. Negli anni venti del novecento è stato ideato un diverso stile prêt-a-porter con nuovi disegni e colori accesi per accontentare la donna del momento e cingerla in splendide trame e tinte, per oltre trenta anni con enorme risonanza e poi via via con interesse più lieve, rinnovato oggi per il fermento sociale e il sodalizio tra tradizione e cambiamento molto vivido nell’arcipelago adagiato tra le onde del Pacifico settentrionale.

 

L’accurata esposizione dei meravigliosi abiti sarà visionabile fino al giorno quatto di giugno prossimo e permette di ammirare i tessuti cosiddetti Meisen dalle tinte vivaci e dai disegni moderni e innovativi rispetto al rigore dei canoni del passato, frutto dell’apertura verso i Paesi occidentali dopo secoli di isolamento. Il taglio economico di questi abiti rispecchia anche i mutamenti sociali della nazione che vede una maggiore scolarizzazione femminile e una certa presenza rosa nel mondo lavorativo, occorreva pertanto rispondere a tali esigenze senza scardinare le millenarie accortezze estetiche proprie del Giappone.

Il nuovo taglio della seta e i motivi ornamentali considerati audaci sono gli interpreti di una società attiva che osserva oltre confine e ammira i movimenti artistici europei e americani, fornendo un prodotto alla portata di tutte le tasche e aderente alla fantasia di ciascuno.

 

La tecnica adottata sui tessuti è chiamata Ikat e prevede la tintura in fasci di fili in parte uniti, lasciando così una porzione di bianco: il designo che ne emerge è frutto dell’incrocio di ordito e trama; gli stampi katagami in particolare permettono di approntare dei disegni unici che danno spazio a creazioni originali e dai colori sgargianti. Le tessitrici esperte che con tecniche sofisticate danno vita a modelli di rara bellezza sono le protagoniste di questo lungo e antico procedimento di utilizzo dei tessuti, la seta avvolge il corpo come  un prezioso gioiello esaltando la grazia e la forza proprie del filo di seta e dell’altra metà del cielo: la donna.

 

(Istituto Giapponese di Cultura, via Antonio Gramsci 74, info: 06.3224754, www.jfroma.it, orari: lunedì-venerdì 9-12.30 e 13.30-18.30, mercoledì fino alle 17.30, sabato 9.30-13.00. Ingresso libero e visite guidate gratuite).

 

Angela Bonfanti

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