I Borghese e l’antico, un atteso rientro

Dal 7 dicembre 2011 al 9 aprile 2012, alla Galleria Borghese è possibile ammirare l’esposizione I Borghese e l’antico, presentata dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Roma, diretta da Rossella Vodret, organizzata dalla Galleria Borghese con la collaborazione eccezionale del Museo del Louvre. Grazie a questa mostra, ritornano nell’antica residenza Borghese, per la prima volta dopo duecento anni, un gruppo di sessanta sculture che furono vendute nel 1807 da Camillo Borghese a Napoleone Bonaparte e che sono tutte custodite nel Museo del Louvre. Il visitatore può quindi passeggiare nelle sale della villa, come faceva un tempo Scipione Borghese e ammirare le stesse meraviglie che ammirava il nobile romano, poste nelle antiche collocazioni. A partire dal portico d’ingresso in cui si passa sotto lo sguardo severo di Giove e quello allegro ed euforico di Pan, per accedere nella sala d’ingresso, nella quale, sotto l’affresco che rappresenta la vittoria del generale romano Camillo, si possono apprezzare statue e bassorilievi, del I e II secolo d.C. Fra tutte troneggia un’imponente ritratto dell’eroe Achille, il più bello tra i principi greci che combatterono a Troia. I suoi proverbiali capelli biondi, fuoriescono dall’elmo decorato dal dio Efesto e, in quella posa, il guerriero sembra il dio Ares, come se rappresentasse la guerra stessa. Proseguendo si può ammirare la statua del Fauno danzante, che nella sua posa ricorda Narciso, il giovane che, innamoratosi del proprio riflesso nell’acqua, annegò per poterlo raggiungere. Più avanti, nella sala di Apollo e Dafne, intorno alla statua della fanciulla rincorsa dal dio, che si sta trasformando in pianta di alloro, si può apprezzare una coppia di statuette in marmo raffiguranti due personificazioni di Venere. La Venere pudica, in posa celestiale e la Venere volgare, che stringe nella mano destra le ali di Amore, a sottolineare come il sentimento sia uno dei capricci della dea. Nella sala del Ratto di Proserpina, colpisce la scultura di Venere marina. La dea è accompagnata da un delfino e ha un espressione di curiosità, sul volto dalla bellezza perfetta e realistica, abbastanza lontana dalla staticità dei lineamenti dell’arte classica e questo ne costituisce l’originale meraviglia. Nella sala dell’Ermafrodito (forse la più interessante), due opere rappresentano il leggendario personaggio metà uomo e metà donna. La prima l’Ermafrodito dormiente, è delicato e pudico, con i lineamenti femminili e la sessualità nascosta dalla posa. La seconda, l’Ermafrodito stante, ha un aspetto più volgare, con la sessualità ostentata quasi in maniera sguaiata. Nella sala degli eroi o degli atleti, si può apprezzare il concetto di gloria, così come lo intendevano gli antichi. Tra le statue esposte qui, il Cestiario e il Discoforo, raccontano meglio all’osservatore come i successi sportivi fossero, nell’antichità, paragonati a quelli bellici e la gloria che ne derivava fosse la stessa. I corpi perfetti di questi due soggetti, li fanno somigliare a dei in procinto di combattere una grande battaglia. Nella sala del Sileno, tra gli splendidi dipinti del Caravaggio, campeggia, al centro l’enorme Sileno e Bacco bambino. Il vecchio tiene tra le braccia possenti il dio fanciullo, con un espressione divertita, quasi una smorfia per far sorridere Bacco che cerca di afferrare la barba di Sileno; una scena quasi familiare. Al piano superiore, tra i dipinti di grandi artisti del Rinascimento e del Barocco, come Tiziano e Raffaello, sono presentate le ultime opere dell’esposizione. Tra queste l’originale Nerone fanciullo, che mostra un insolito ritratto del giovane imperatore, che salì sul trono di Roma a soli sedici anni e morì a soli ventisei. Oppure la Capra Amaltea, che allatta Zeus bambino, scagliato dal cielo per salvarlo dal padre Crono, che aveva mangiato tutti i suoi fratelli. La mostra conclude il percorso con una delle opere più interessanti: il Centauro cavalcato da Amore, con il dio bambino che siede sulla groppa dell’essere metà uomo e metà cavallo, che ha le mani legate dietro la schiena ed è in balia dei dispetti del fanciullo divino. Il valore artistico e storico delle opere in mostra è solo un aspetto di questa esposizione. Dietro ad ognuna di esse c’è un mito o una leggenda millenari, che col passare del tempo, non perdono la loro attrattiva e, soprattutto, la loro importanza.

Box informazioni:

I Borghese e l’antico
Roma, Galleria Borghese, Piazzale Scipione Borghese 5
dal 7 dicembre 2011 al 9 aprile 2012
Info: www.poloromano.beniculturali.it;
www.mondomostre.it

Patrizio Pitzalis

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