Giusti tra le Nazioni

Nel 2016 risultano quasi 700 cittadini italiani, non ebrei, ufficialmente riconosciuti come giusti tra le nazioni a Yad Vashem.

Tra gli uomini e donne di ogni ceto che ospitarono e protessero ebrei a rischio della loro vita, in alcuni casi sacrificando la loro vita, sono annoverati maestri, sportivi, religiosi, militari, persone umili ed eruditi, tutti dotati di pietas umana, superiore alla paura. Il numero dei giusti è in continuo aumento con il crescere delle testimonianze e dei reperti, ma risulta ancora sottostimato in confronto a quello registrato in altre nazioni europee: la salvezza dell’80-85% della popolazione ebraica italiana dovette infatti richiedere la complicità e la connivenza di migliaia di persone. Per molte di esse si ha una qualche documentazione più circostanziata o sono emerse testimonianze attendibili, pur in assenza, al momento, di un riconoscimento ufficiale.

Il termine “Gentile giusto” è utilizzato nella tradizione ebraica per indicare i non ebrei che hanno rispetto per il D-o monoteista ebraico in un’epoca pagane e politeista, spesso animista. Nella tradizione del patto di Abramo, solo i suoi discendenti (e si è ebrei per nascita di madre) devono rispettare i numerosi precetti di alleanza, norme contenute nella Torah, nella Mishnah, nella Gemara e nelle Halacha. Delle 613 mitzvot (doveri) che gli ebrei devono rispettare, i non ebrei sono tenuti a rispettare i principi etici contenuti nelle leggi noachiche: credere in D-o e non in falsi dei, non nominare il nome di D-o invano, non uccidere, non rubare, non commettere atti impuri, istituire tribunali giusti (un ordinamento legislativo e giudiziario) e non dire maldicenza e falsa testimonianza, non mangiare carne viva. Principi etici e sociali basilari, ripresi nel decalogo dato a Mosè sul monte Sinai, durante la via verso la libertà e la Terra promessa.

I tempi moderni hanno dato di questo termine una interpretazione inclusiva ed estesa: son Giusti tutti coloro i quali, seppur di religione ed etnia diversa, hanno sentito il richiamo di fratellanza nel cuore. Sul viale alberato, che conduce alla Tenda della Rimembranza, i loro nomi, scolpiti ai piedi degli alberi, a memoria della difesa impavida del valore e della dignità umana, in una delle pagine più tetre della nostra Storia.

Sia magnificato e santificato il Suo grande nome, nel mondo che Egli ha creato conforme alla Sua volontà, venga il Suo Regno durante la vostra vita, la vostra esistenza e quella di tutto il popolo d’Israele, presto e nel più breve tempo. Sia il Suo grande nome benedetto per tutta l’eternità. Sia lodato, glorificato, innalzato, elevato, magnificato, celebrato, encomiato, il nome del Santo Benedetto. Egli sia, al di sopra di ogni benedizione, canto, celebrazione, e consolazione che noi pronunciamo in questo mondo.

 

Sabrina Cicin

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