Chime for Change, Frida Giannini e Gucci in prima linea per il diritto all’istruzione delle donne

“Nessuno di noi può andare avanti, se la metà di noi resta indietro”, questa è la frase che campeggia sul sito di Chaime for Change, un’iniziativa degna di nota creata da Frida Giannini di Gucci. Chi è l’altra metà di noi? È l’altra metà del cielo, le donne. Nei paesi più poveri del mondo alle donne è negato il diritto all’istruzione. E non solo, ma anche quello alla salute e a condizioni di vita dignitose. La realtà è sconfortante in particolar modo in Africa dove le ragazze abbandonano la scuola prima di avere finito le elementari. Il basso tasso di alfabetizzazione è come un serpente che si attorciglia su stesso perché porta malnutrizione, drastica riduzione delle opportunità di guadagno e di lavoro, sfruttamento, segregazione, cattive condizioni di salute e decessi. Contro tutto questo la Giannini ha chiamato a raccolta testimonial del calibro di Salma Hayec, Beyoncè, Madonna, Katy Perry e molti altri, che lottano per dare un futuro più giusto e più dignitoso alle donne e in fondo a tutti noi poché la vita di ciascuno è connessa a quella di tutti gli altri. Essendo al passo con i tempi l’organizzazione comunica utilizzando tutte le nuove tecnologie della comunicazione, i social network in primis. La notizia del rapimento di quasi 300 studentesse nigeriane ad opera dell’organizzazione terroristica Boko Haram è la prova di quanto ci sia ancora da fare. In un articolo comparso sull’Huffington Post a firma di Frida Giannini si ribadisce la volontà di restituire queste ragazze alle loro famiglie. Da più di un mese è partita la campagna #bringbackourgirls che ha coinvolto persone famose e non in tutto il mondo, con in testa Michelle Obama. In alcune zone dell’Afganistan, dove il terrorismo islamico è molto forte, alle giovani donne viene impedito di frequentare la scuola. Perché hanno così tanta paura dell’istruzione delle ragazze? Il sapere e la cultura quando si innestano in contesti tradizionali provocano un cambiamento sociale potentissimo. L’orrore della violenza è la risposta più feroce a questo cambiamento che sembra tuttavia inarrestabile. I risultati di questa organizzazione sono un vanto per la Giannini che scrive: “Attraverso CHIME FOR CHANGE abbiamo assistito all’innegabile forza del progresso. Grazie a Catapult, la piattaforma di crowd-funding nostra partner, abbiamo sostenuto 310 progetti in quasi 80 Paesi tramite 101 organizzazioni no-profit. La trasparenza dei resoconti riguardanti i risultati, disponibili attraverso Catapult, ci dimostra come alcune vite siano cambiate grazie a questi progetti. Alcune ragazze in Nigeria hanno ricevuto istruzione e formazione dirigenziale; in Kenya le ragazze hanno imparato la matematica e l’Inglese; donne in Messico hanno acquisito competenze in ambito economico e migliorato la propria alfabetizzazione, mentre in Sudan sono state formate alcune insegnanti”.         

 

 Pasquale MusellaChime for Change

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