Commedia al teatro Quirino

La commedia sulla superstizione non poteva che iniziare, nel giorno dell’attesissima prima al teatro Quirino, con un imprevisto, (il malore di un’attrice-l’attesa del medico-la ricerca difficoltosa del parcheggio), che ritarda l’inizio dello spettacolo e quasi conferma che la sfortuna esiste e si fa beffa di chi non ci crede!  Se poi aggiungiamo il fatto che in cartellone al Quirino c’era  ‘La signora delle mele’, opera poi cancellata per un guasto del sistema di multivisione e sostituita con la commedia ‘Non è vero ma ci credo’ di Peppino De Filippo, appare chiaro come il teatro sia il luogo in cui la superstizione ancora sopravvive e la fa da padrone!Nella commedia in tre atti scritta da Peppino De Filippo nel 1942 e da questi portata in scena fino al 1978, vi recitava già Lelia Mangano, che poi diverrà sua moglie, ed  oggi veste i panni della moglie del superstizioso imprenditore Gervasio Savastano, interpretato magistralmente da Sebastiano Lo Monaco.Brevemente la trama ci racconta del commendatore Gervasio Savastano, proprietario di una fabbrica di conserve con molti dipendenti,  tormentato dalla superstizione: infatti, visto che i suoi affari non vanno bene attribuisce  la colpa e l’influsso malefico ad un suo impiegato, Belisario Malvurio, reo di portare un cognome assonante con ‘malaugurio’ e di avere un aspetto piuttosto tetro. Anche in famiglia ci sono problemi: sua figlia Rosina si è innamorata di un giovane impiegato, che il commendatore ritiene non all’altezza della ragazza, dello stato sociale raggiunto grazie al suo lavoro e ai suoi sacrifici. All’improvviso, però, la fortuna sembra ricordarsi di lui quando in azienda si presenta un giovane, Alberto Sammaria, gobbo, che con il suo arrivo fa girare gli eventi a favore del commendatore e gli affari cominciano di colpo ad andar bene. Anche la figlia del commendatore pare aver dimenticato il giovane di cui era perdutamente innamorata. E tutto sembra filare liscio, fin quando il diavolo ci mette lo zampino: Alberto Sammaria confessa al commendatore di essersi innamorato di Rosina e che per questo motivo è costretto a dare le dimissioni. Il commendatore è disperato all’idea di perdere il suo ‘portafortuna’, e conclude che dovrà convincere sua figlia a sposare Sammaria. Dopo un iniziale e comprensibile resistenza, la ragazza si convince e si preparano le nozze. Terzo atto: un incubo sconvolge però i sogni del commendatore che vede i suoi nipotini ereditare il difetto fisico di Sammaria e per un attimo vede con lucidità fino a che punto lo ha spinto la superstizione. Il matrimonio si celebra, ma il commendatore è tormentato dalla paura e dal rimorso e vuole invalidare le nozze. A questo punto scoprirà di essere stato raggirato proprio a causa delle sue cieche credenze: Sammaria non è altri che il giovane di cui Rosina era sempre stata innamorata e la gobba era solo l’artificio ideato dalla figlia e la moglie per fargli accettare il giovane. Il lieto fine accontenta tutti, commendatore compreso visto che in fin dei conti Sammaria porta bene!Anche se la scenografia ricorda molto quella messa in scena da De Filippo,  la regia di Mirabella sposta la storia alla fine degli anni ’50, e la arricchisce di arredi d’epoca, come la televisione con immagini del Carosello, e musiche e canzonette festose dell’Italia degli anni del boom economico. La recitazione spigliata e briosa degli attori, le numerose e allegre gag anche paradossali  che arrichiscono la storia, soprattutto dal secondo atto, il ritmo veloce e musicale e il tono a volte surreale oltrechè comico, danno nuova vitalità alla commedia e la rendono fruibile per il grande pubblico che così torna a godere dei grandi classici della Commedia dell’Arte.E se pure la superstizione così forzata è oramai sorpassata, molti  temi non lo sono affatto:  le debolezze dell’animo umano,  la paura di perdere il benessere raggiunto, il contrasto tra l’intelligente e astuta moglie (magistralmente interpretata da Lelia Mangano De Filippo) e un marito instupidito dalle sue fobie, il raggiungimento del successo economico anche senza una grande cultura del commendatore.  Meravigliosa la battuta della moglie che dopo aver  gabbato il marito gli dice: “Tu pazzo lo sei già. La superstizione ti ha reso scemo, ma io ragiono!”Ricordiamo tutti gli interpreti, Sebastiano Lo Monaco Teresa, sua moglie – Lelia Mangano De Filippo, Rosina, sua figlia – Maria Laura Caselli, Antonio De Rosa, Alfonso Liguori, , Vincenzo Borrino, Margherita Coppola, Carmine Borrino, Luana Pantaleo, Salvatore Felaco,  Salvatore Felaco,  Cristina Darold, Matteo Bianco, a cui vanno sinceri complimenti per l’interpretazione.

 

 

Silvia Andriuoli

 

 

 

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