Come ti ammazzo il marito, uno spettacolo al Kopó sulle donne e anche sugli uomini

Sono trascorsi quasi quarant’anni da quando Dario Fo e Franca Rame scrissero Una donna sola, spettacolo fortemente satirico e tuttavia ricco di spunti drammatici sulla condizione femminile di allora.Sono invece trascorsi solo due anni da quell’8 marzo in cui la Rame, qualche mese prima di morire, lanciò un duro monito: “Quello che vorrei continuare a dire alle donne, anche dopo la mia morte, è di non perdere mai il rispetto di se stesse, di avere dignità. Sempre”. In occasione della Festa della donna il Teatro Kopó di Roma ha prodotto e portato in scena lo spettacolo Come ti ammazzo il marito, liberamente tratto dal lavoro dei due drammaturghi. Sono passati quasi otto lustri, dicevamo, eppure questa pièce teatrale è ancora attualissima. Perché, anche se oggi molte più donne studiano e lavorano, la strada da percorrere verso la piena parità di genere è lunga, come ci raccontano i dati sul femminicidio, quelli sulle diseguaglianze e sulla disoccupazione, la persistenza di stereotipi sessisti nella pubblicità. Il merito dello spettacolo diretto da Simona Epifani, coadiuvata alla regia da Giuseppe Arnone, interpretato da Francesca Epifani e impreziosito dalle luci di Paolo Filipponi, è proprio quello di rendere attuale e fruibile questo testo divertente e amaro sulle donne, sugli uomini e sulla famiglia. Maria, la protagonista, racconta ad una vicina la sua vita da reclusa: si dedica alla casa, ai figli e alla cura del cognato invalido ed erotomane. Al centro della scena c’è la solitudine della casalinga circondata da elettrodomestici, oggetti che la rendono oggetto, “adoperata” tutte le sere da Alfredo, marito dispotico e incurante di darle piacere. È solo l’incontro con un ragazzo dell’Est che impartisce lezioni a domicilio di Inglese che le fa scoprire che cosa significhi essere amata e rispettata. Ne nasce una passione breve ma intensa, perché infondo sono entrambi stranieri, “periferici” rispetto al maschilismo pervasivo che perseguita Maria anche al telefono, quando a chiamarla non è il marito ma uno stalker. La relazione extraconiugale viene scoperta ed interrotta da Alfredo e a quel punto la donna si taglia le vene. Fallito il tentativo di suicidio e delusa anche dall’ex amante – rappresentato in scena da una mano che si insinua dalla porta di ingresso – che si rivela un uomo come gli altri, Maria imbraccia il fucile e spara. Si muove con impareggiabile perizia l’attrice Francesca Epifani, Direttore artistico del Teatro Kopó, che attraverso il corpo e la voce coinvolge il pubblico nel dramma della protagonista. Ed il pubblico la sostiene commentando ad alta voce ed applaudendo, come succedeva in passato quando il teatro rappresentava davvero la vita.

 

Box Informazioni:

Teatro Kopó

www.teatrokopo.it

Via Vestricio Spurinna, 47/49

00175 Roma

P_DSC5069asquale Musella foto di Sergio Battista.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares