Carnevale in Ascoli Piceno

Il Carnevale di Ascoli si inserisce nelle più vaste celebrazioni del Piceno, accanto ad Offida, Castignano e Pozza. A differenza dei consueti festeggiamenti, con carri allegorici e sfilate in maschera, qui lo spirito del Carnevale è diffuso e praticato in un continuo scambio di battute e lazzi tra maschere e spettatori, coinvolti nelle scenette in ruoli da coprotagonista, nel solco della Commedia dell’arte, di cui queste rappresentanze sono figlie. Il Carnevale ascolano apre i battenti il 17 Gennaio, nel giorno di S.Antonio abate, in cui la tradizione contadina inizia la lavorazione della carne di maiale e il calendario gregoriano lasciava al volgo la licenza di esprimere tutte le passioni prima delle privazioni della Quaresima.

Ancora oggi è una festa molto partecipata: ascolani di tutte le età e professioni per pochi giorni dismettono i loro panni per animare, in gruppi o maschere singole, dette “macchiette”, siparietti divertenti, in dialetto locale, di satira politica locale o nazionale. Maschera del Carnevale di Ascoli Piceno è lu sfrigne, pezzente che si ripara con un ombrello da cui pendono aringhe marce. La città si veste a festa, ma il palcoscenico privilegiato è Piazza del Popolo, ornata, per l’occasione, di grandi lampadari fin de siècle, mentre nei locali si organizzano veglioni e feste in maschera.

Le tre Domeniche che precedono le Ceneri, sono dette: degli amici, dei parenti e di Carnevale.

La mattina del Giovedì grasso si tiene il Carnevale delle scuole in Piazza del Popolo alla presenza di Sua Maestà il Re del Carnevale Buonumor Favorito.

Dal 1958 il Martedì grasso si premia il gruppo mascherato che per idea, costumi ed intrattenimento è risultato più gradito ed originale.

Mentre Venezia affascina con l’eleganza delle sue maschere sofisticate; Viareggio stupisce per la perfezione delle macchine animate; Ivrea, con la battaglia delle arance, rinnova l’affrancamento dalla tirannia medievale; Ascoli celebra la satira del suo animo popolare. Il talento dei cittadini di saper cogliere l’ironia dell’attualità, col coraggio di vestire panni improvvisati a strappare una risata di mal comune, rinnova ogni anno lo spirito carnevalesco: peccato non farne parte!

 

Sabrina Cicina

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