A caccia di sogni da fotografare

Con un po’ di immaginazione e fantasia tutto si può, specialmente se si parla di bambini e di sogni e soprattutto se lo strumento che veicola questi pensieri è la fotografia.Per tre anni l’artista olandese Sofie Knijff ha attraversato le zone rurali dell’Africa del Sud, del Mali, dell’India, del Brasile, dell’Islanda e della Groelandia alla ricerca di bambini e dei loro sogni; in serbo per i piccoli che incontrava nel suo lungo viaggio una domanda, la quale rimaneva identica: “Cosa vuoi fare da grande”?Così è nato “Translations”, un fantasioso progetto fotografico sui ritratti dei sogni. Protagonisti, appunto, i bambini: sono loro che, sognatori per eccellenza, grazie ad una vivida immaginazione e ad una disarmante spontaneità, possono dare le risposte più belle e significative alla domanda che spesso anche i grandi, al giorno d’oggi, si rivolgono, guardando ad un futuro sempre più incerto ed incombente.“Translations” ritrae i piccoli modelli vestiti in base a cosa e chi loro stessi vogliono diventare: indossano vestiti decisamente grandi, per accessori hanno oggetti di fortuna, uniti a costruzioni di cartone; alcuni di loro hanno il corpicino splendidamente decorato. Se c’è la fantasia, tutto il resto è superfluo e di fronte alla suggestione dello scatto basta semplicemente una piccola dose di immaginazione. Per ogni bambino, il medesimo scenario: uno sfondo nero sul quale tutti i sogni sono livellati, aventi pari dignità ed intensità, uniti in una sola, grande identità futura fatta di speranza, innocenza ed ottimismo.Grazie a questo progetto la fotografa ha creato un contesto in cui i sogni possono prendere forma concreta ed ha isolato i soggetti dalle loro vite quotidiane, facendoli sentire liberi di esprimere le proprie reali indoli, riuscendo così a rivelare le trame più nascoste della loro interiorità.Il risultato è stato un miscuglio dei soliti sogni, quelli che bombardano da generazioni l’immaginario dei più piccoli, in ogni continente: il dottore, il giornalista, il poliziotto, con una novità; c’è anche chi, infatti, da grande, sogna di diventare Harry Potter.Come la stessa fotografa ha dichiarato, il progetto è stato altresì un’occasione per giustapporre due realtà ambientali diametralmente opposte in rapporto all’incidenza di due climi differenti sulla crescita dei bambini: da un lato la fredda Groelandia, col villaggio di Kulusuk, e dall’altro il Mali, con le sue aree desertiche. Fermo però restando che ogni villaggio e territorio scelto risultava sempre coerentemente inserito in aree remote in cui i bambini vivono in piccole comunità dove le vecchie tradizioni giocano tuttora un ruolo importante e forte. E, cosa assai, importante, si tratta di comunità piccole e rurali in cui uno dei principali scopi della vita è sopravvivere ed andare avanti alla giornata.Al di là dei posti sparsi nel mondo e dei sogni, quindi, una cosa è certa: ciò che questi bambini hanno rappresentato, tutti assieme, è la speranza per un futuro migliore, in cui i sogni dei più piccoli possano finalmente divenire realtà.

 

Michela Graziosi4Sofie_Knijff_12

 

 

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