A Brescia va in mostra la Venezia dei Vedutisti dell’Ottocento

Dopo il successo della mostra Il cibo nell’Arte dal Seicento a Warhol, Palazzo Martinengo a Brescia apre le porte al pubblico per una nuova esposizione sul vedutismo veneziano del Settecento e dell’Ottocento, dal titolo Lo splendore di Venezia: Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell’Ottocento, che ha preso il via lo scorso 23 gennaio. Con quest’iniziativa, realizzata a cura di Davide Botti, e patrocinata dalla Provincia di Brescia, Venezia viene celebrata come mito straordinario nell’immaginario collettivo, attraverso le diverse rappresentazioni proposte dai capolavori raccolti qui per l’occasione, provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane ed internazionali.

xCon una selezione di oltre cento opere di Canaletto, Bellotto, Guardi, e dei più importanti vedutisti del diciottesimo e diciannovesimo secolo, la mostra intende raccontare ed approfondire la nascita e l’evoluzione della stagione del vedutismo veneziano. L’analisi del filone iconografico scelto abbraccia anche esperienze artistiche successive alla fine della Repubblica di Venezia ed al contributo di Francesco Guardi, ripercorrendo parte dell’Ottocento.Ecco che Venezia figura mirabilmente come intreccio di arte e cultura, religioni e commerci, monumenti storici e scorci suggestivi: sono questi i termini con cui la Serenissima ha conquistato generazioni di viaggiatori, mercanti, letterati e soprattutto pittori, dedicatisi alla raffigurazione istantanea su tela di piazze, chiese e canali, luci, riflessi ed atmosfere mutevoli, che più hanno contraddistinto la Città dei Dogi. I lavori in mostra offrono al visitatore un viaggio che lo conduce da Piazza San Marco a Punta della Dogana, da Palazzo Ducale al Ponte di Rialto, fino al Canal Grande percorso dalle gondole, lungo due secoli di storia dell’arte e le differenti correnti pittoriche, dal barocco al rococò, dal romanticismo all’impressionismo.La mostra è articolata secondo un itinerario cronologico e tematico suddiviso in dieci sezioni, accompagnate da una selezione di vetri di Murano dell’artista Maria Grazia Rosin, tra le quali l’installazione Gelatine Lux, esposta alla 53esima Biennale d’Arte di Venezia.Venezia diviene soggetto di luminose vedute, popolate da spigliate macchiette in costumi d’epoca e da personaggi della Commedia dell’Arte, che ravvivano le tipiche feste della tradizione veneziana del Redentore, della Regata Storica, della Sensa e del Carnevale.L’esposizione si apre con le suggestioni dell’olandese Gaspar Van Wittel e quelle del friulano Luca Carlevarijs, che anticipano il talento di Canaletto, su cui si concentra la seconda sezione. Le vedute dell’artista veneziano trovano posto insieme alle tele del padre Bernardo Canal e del nipote Bernardo Bellotto.Seguono i lavori dei maggiori autori del secondo e terzo quarto del Settecento: gli italiani Michele Marieschi, Francesco Albotto, Antonio Gnoli, Jacopo Fabris, oltre allo svedese Johan Richter ed all’inglese William James.Spazio, poi, alle opere di Francesco Guardi, risalenti alla seconda metà del diciottesimo secolo. Dalla seducente bellezza della Venezia di Canaletto, si passa con Guardi ad una città quale luogo vago e remoto, quasi fantomatico, avvolto in bagliori di luci ed in indistinti aloni di colore che preludono alla pittura moderna.Il Vedutismo a cavallo tra Ottocento e Novecento è trattato in mostra attraverso i successivi lavori del friulano Giuseppe Bernardino Bison, originale interprete della tradizione attorno a Canaletto e Guardi su tutti, dietro l’influenza estetica della nuova sensibilità romantica.x1 L’esperienza di Bison viene confrontata con quella di ulteriori artisti della prima metà dell’Ottocento: da Vincenzo Chilone a Giovanni Migliara, da Giuseppe Borsato a Francesco Moja, fino a Giuseppe Canella. Lo sguardo su Venezia conosce così angolature inedite ed atmosfere e contesti innovativi, che permisero alla Serenissima di godere di un’immagine rinnovata e più attuale, arricchita con nuovi dettagli, in linea con lo spirito del tempo.Dopo le due sale dedicate rispettivamente ai membri della famiglia Grubacs ed a Ippolito Caffi, il percorso espositivo prosegue con alcuni dipinti realizzati nella seconda metà del diciannovesimo secolo dai pittori Luigi Querena, Francesco Zanin, Guglielmo Ciardi, e Pietro Fragiacomo, che perpetuarono il fascino di Venezia spingendolo alle soglie dell’epoca moderna. Le loro rappresentazioni compaiono accanto alla Venezia di grandi dimensioni, eseguita dal maestro bresciano Angelo Inganni nel 1839, con al centro Piazza San Marco animata da spigliate macchiette in costumi d’epoca.

Da segnalare, inoltre, all’interno dell’itinerario, Venezia nello specchio di rame, con una serie di raffinate incisioni di Canaletto, Michele Marieschi, Antonio Visentini, Antonio Sandi e Giambattista Brustolon, abili nella tecnica dell’acquaforte e del bulino.

Nell’ultima parte della mostra, infine, Venezia è immortalata come “teatro della vita”, in dipinti che riproducono scene di vita quotidiana ambientate in campi e campielli, tra le calli e i canali della città.La mostra proseguirà fino al prossimo 12 giugno 2016.

 

Box informazioni:

 

 

LO SPLENDORE DI VENEZIA

Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell’Ottocento

Brescia, Palazzo Martinengo (via dei Musei 30)

23 gennaio – 12 giugno 2016

www.amicimartinengo.it.

 

Clara Agostini

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