Scervino continua a sorprendere dopo vent’anni lanciando una moderna e sensuale visione che dona nuovo impulso allo sport-couture.
Cosa può muovere un artista verso l’elaborazione di collezioni coture-à-porter?
Nel caso di Scervino bisogna guardare alla sua storia ed al percorso che lo ha reso oggi una grande firma della moda italiana.
Nonostante l’ispirazione dell’artista, alimentata dalle vibranti esperienze newyorkesi prima del 2000, le radici di Scervino sono tutte italiane. Alla base della Maison sono il rispetto e la passione per la lunga storia di manualità che caratterizzano il panorama sartoriale italiano, uniti alla voglia di sperimentare e alla visione di una donna contemporanea. Nasce così agli albori del 2000 l’azienda, fondata da Ermanno e Toni Scervino, alla cui base una singola regola aurea: tutte le collezioni sarebbero state prodotte interamente in Italia.
Fin dagli esordi, il desiderio di valorizzare la donna moderna, unito alla riscoperta delle tecniche e del sapere sartoriale italiano, porta Scervino a sperimentare l’uso del pizzo. Nella sua lunga storia, il pizzo racconta di una femminilità candida, sensuale, quasi mistica.
Un profondo legame con questa materia ed un uso raffinato di questo strumento, si sono tradotti nella capacità di far emergere contrasti di femminilità e sensualità anche in capi più sportivi e dal taglio maschile.
È così che la padronanza della tecnica incontra il savoir faire contemporaneo suscitando qualcosa di unico, ed è così che la nuova linea sport-coture di Scervino ci regala sconosciute emozioni.
Chantilly, Macramè o Valenciennes. Un’instancabile riscoperta ed innovazione di intarsi e ricami che seguono le regole di antiche tecniche di lavorazione, in una costante riappropriazione delle proprie radici, la Maison esplora la femminilità attraverso il pizzo nelle versioni originali ma anche sperimentando pelle o “fusi” con la maglieria. La consistenza e la versatilità del pizzo lo rendono un materiale eccezionale: un tessuto sul punto di sciogliersi, allentarsi ed essere comunque scenicamente presente, nonostante una leggerezza che lo porta quasi a svanire.
La sapiente guida di Scervino non permette però che l’amore per la tradizione intralci la riscoperta e sperimentazione.
«Dobbiamo stare attenti a non cadere in una facile nostalgia» ricorda Ermanno Scervino «La mia volontà è tradurre quest’eccellenza in un linguaggio moderno. Infatti, se è vero che il marchio mette al centro del proprio design un artigianato su misura, tiene anche lo sguardo proiettato sulle più recenti lavorazioni e sulle tecniche di progettazione.»
Ed è nel suo atelier di Bagno a Ripoli che diverse generazioni lavorano fianco a fianco, sapienti première instradano le sarte più giovani, formandole alla complessa manualità necessaria per far fronte alle creazioni Ermanno Scervino. Qui sapienza del passato e sete di futuro convivono. L’azienda diviene laboratorio dove la competenza artigianale si mantiene viva attraverso l’innovazione.
Citando Scervino «Proprio per questo le nuove leve sono così importanti per noi: costituiscono uno sguardo fresco che può aiutare a proiettarci nel futuro, per offrire abiti un momento prima che le donne li desiderino».
Grazie a questa altissima qualità il prêt-à-porter di Scervino è quasi haute couture, i suoi abiti non vengono sviliti dall’industrializzazione ma impreziositi dalle sapienti lavorazioni sartoriali di esperte sarte.
Ogni progetto ed ogni capo è dunque un complesso intreccio di creatività, tradizione sartoriale e cura meticolosa per i dettagli. La trama che generano è esaltata da innovative lavorazioni su materiale come pelle e chiffon, fino ad arrivare ai più sperimentali tentativi con nylon e taffetas.
Una miriade di minuziosi intagli e intarsi, che richiedono settimane di progettazione, scolpiscono il tessuto e le stoffe, dando vita alle opere d’arte di Ermanno Scervino.