XVI Edizione del Premio Carlo Castelli: La scrittura come ponte tra le mura 

XVI Edizione del Premio Carlo Castelli: La scrittura come ponte tra le mura 

La XVI Edizione del Premio Carlo Castelli, organizzata e promossa dalla Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, si è svolta oggi venerdì 29 settembre, presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Il testo vincente di questa edizione è stato: “Quelle mani sfiorite”. 

Oggi, venerdì 29 settembre 2023, presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, si è svolta con grande emozione la cerimonia di premiazione della XVI Edizione del Premio Carlo Castelli, un prestigioso concorso letterario dedicato ai detenuti delle carceri italiane. Questa edizione speciale commemora il 25° anniversario dalla scomparsa del volontario carcerario Carlo Castelli, a cui è stato intitolato il concorso, un tributo sentito alla figura che ha ispirato questa iniziativa di valore umanitario. 

Il Premio Carlo Castelli è un evento organizzato e promosso dal Settore Carcere e Devianza della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, il quale coinvolge detenuti provenienti da penitenziari di tutta Italia, offrendo loro un’opportunità unica di esprimersi attraverso la scrittura. Ogni anno, un carcere o un Istituto Penitenziario Minorile (IPM) viene scelto come sede della cerimonia, durante la quale vengono letti e premiati i racconti selezionati da un’apposita giuria. 

Il tema di quest’anno, intitolato “Diario Dentro, pensieri dalla mia cella”, rappresenta la routine quotidiana dei detenuti, una sequenza inarrestabile di giorni monotoni. In questo contesto, la scrittura assume un ruolo essenziale, fungendo da strumento per affrontare il passato, elaborare il dolore e coltivare la speranza in un futuro diverso. I racconti dei detenuti ci offrono un’opportunità unica per acquisire una maggiore comprensione di una realtà spesso misconosciuta e ci trasmettono un messaggio potente di responsabilità, indirizzato a coloro che vivono al di fuori delle mura carcerarie. 

“La scrittura è un potente mezzo di recupero e trasformazione, che aiuta i detenuti a esplorare e condividere le loro esperienze, a ricostruire legami con il mondo esterno e a intraprendere un nuovo percorso di vita,” afferma Paola Da Ros, Presidente Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli. 

I racconti vincitori della XVI Edizione del Premio Carlo Castelli sono stati: 

Primo Classificato“Quelle mani sfiorite”, un monologo, una profonda riflessione dentro la propria cella, di notte. L’autrice ripercorre momenti tragici tramite la descrizione di: “quelle tue mani che un giorno si sono sporcate, non di lavoro, ma di vita”. Solo alla fine della narrazione si alza una speranza di libertà: “il mio pensiero non avrà mai una prigione”. 

Secondo Classificato: “Scene di una prigionia”, un racconto che descrive la vita carceraria con una dualità di visioni: il giorno, caratterizzato da rumori assordanti, e la notte, in cui il silenzio è spezzato solo da qualche detenuto in sofferenza. Il testo riflette sulla povertà spirituale precedente alla detenzione e pone una domanda inquietante: “Mi chiedo se, a lungo andare, questa ristrettezza di spirito si impossesserà anche di me…” 

Terzo Classificato“I….”SE ”….”, un racconto toccante che narra di un tragico evento all’interno del carcere di notte. Il racconto si concentra su Elena, che assiste a un suicidio nella sua cella. Il tema, purtroppo, è drammaticamente attuale, e il racconto porta il lettore a riflettere sui “se” che sembrano non avere fine. 

La XVI Edizione del Premio letterario Carlo Castelli ha riaffermato il potere della scrittura come uno strumento fondamentale per i detenuti, un ponte tra il loro mondo interno e l’esterno.  

“Nei prossimi mesi, ci impegneremo a diffondere e condividere questi testi nelle scuole, nei seminari e all’interno delle comunità, perché la forza della scrittura è trasformatrice. Ogni opera che giunge alla Federazione porta con sé pesanti fardelli, storie di rei e vittime che non dobbiamo mai dimenticare. Queste storie richiedono cura, rispetto e attenzione costante. Nulla deve andare perduto” conclude Giulia Bandiera, Delegato Nazionale Settore Carcere e Devianza. 

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares