VIVA L’ITALIA

Contro l’economia della paura

Perché non siamo il malato d’Europa

di Francesco Bonazzi

Prefazione di Antonio Maria Rinaldi

«Qualcuno, ne sono certo, mi accuserà di essere uno ‘sfascista’ antieuropeo mentre invece mi considero solamente uno che vuole rendere questa Europa veramente sostenibile e più equa.»

Antonio Maria Rinaldi

«La questione del debito pubblico è una questione di distribuzione della ricchezza, in particolare tra attori pubblici e attori privati, e non una questione di livello assoluto della ricchezza stessa. Il mondo ricco è ricco: sono i suoi Stati a essere poveri.»

Thomas Piketty

«La vera sfida che abbiamo di fronte è semplice: sconfiggere questa economia della paura, fermare la cinesizzazione dell’Italia e imparare a pensarci come potenza economica, che può decidere il proprio destino e migliorare l’esistenza dei propri cittadini.»

Francesco Bonazzi

PRESENTAZIONE A ROMA

5 marzo ore 17.30 _ Stampa estera, via dell’Umiltà 83/c

Intervengono con l’Autore: Guido Crosetto, Stefano Fassina, Daniele Pesco, Antonio Maria Rinaldi, Giulio Tremonti

Chiarelettere, Milano 2019, collana Reverse, 256 pagine, 16 euro

IN USCITA IL 28 FEBBRAIO https://bit.ly/2H3QGIF

La paura è uno stato d’animo personale, certo, ma per crearla e alimentarla su larga scala servono gli allarmi. Dietro ogni allarme c’è puntualmente qualcuno che ci guadagna. Ma l’Italia è davvero un paese sull’orlo del fallimento? Numeri alla mano, la situazione è ben diversa da quella che si dipinge.

Come dimostra Francesco Bonazzi, in realtà il nostro è un paese molto ricco dove otto famiglie su dieci vivono in abitazioni di proprietà, con un patrimonio immobiliare che vale 3,8 volte il Pil, ovvero 6227 miliardi di euro, e con storie di eccellenza, specie nel settore della chimica industriale e della biochimica, che però fanno meno notizia dei successi degli chef stellati. Come ricorda il Censis, “il mondo è pieno di macchinari italiani, ma per saperlo bisogna andare a guardare l’etichetta”. Il vero problema è la disuguaglianza, a cominciare da quella Nord-Sud, ma per ridurla non si fa nulla, con la scusa che l’Europa non ci concede i necessari margini di bilancio. Con oltre 5 milioni di poveri e un 10 per cento sempre più ricco, l’Italia non può continuare a essere uno dei paesi con la maggior ingiustizia sociale del continente.

La vera sfida che abbiamo di fronte è innanzitutto sconfiggere questa economia della paura e della colpevolizzazione alla tedesca, fermare la cinesizzazione del lavoro e imparare a pensarci come potenza economica, che può decidere il proprio destino e migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Evitando che il sovranismo prenda il posto della sovranità nazionale.

Francesco Bonazzi (1968), corrispondente dall’Italia per l’agenzia inglese Alliance News, collaboratore de La Verità, giornalista di economia, finanza, politica e giudiziaria, ha lavorato per l’Ansa a Washington e a Milano, ha condotto decine di inchieste per “L’Espresso”, “Il Fatto Quotidiano”, “Il Secolo XIX”, Dagospia, “Panorama”. Nel 2004 ha pubblicato Telekom Serbia. L’affare di cui nessuno sapeva (Sperling & Kupfer) e nel 2009 ha scavato nelle malefatte dei principali banchieri italiani (Prendo i soldi e scappo, scritto con Bankomat, banchiere italiano, Il Saggiatore).

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