Videogiochi e cultura: i giochi più istruttivi di sempre

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I videogiochi sono il terrore di tutti i genitori, che siano italiani, tedeschi, svedesi, americani, messicani o sudafricani. Da sempre, il mondo di questi giochi è stato rilegato ad una categoria ritenuta molto scadente dell’intrattenimento. Ci hanno sempre vietato i giochi che volevamo, non importa quanto piangessimo o ci lamentassimo. Ci sono giochi che di certo non stimolano la mente, ma sicuramente anche i peggiori di questa categoria sono meglio delle alternative. Meglio che abbiamo a che fare con un gioco in cui ci è richiesto di essere anche solo minimamente attivi e reattivi in ogni singolo attimo, piuttosto che stare ore ed ore fissi davanti allo schermo a guardare passivamente la tv. Senza contare che i videogiochi sono anche un collante sociale molto importante. Molti ricordano ancora i tempi in cui giocavano ai titoli picchiaduro come Tekken 3 e ognuno degli amici aveva un personaggio preferito, che poi diventava il combattente specifico che usavamo sempre o e che gli altri non potevano scegliere, per esempio Xiaoyu, Jin Kazama, Yoshimitsu o King. Lo stesso si può dire per i videogiochi che ci permettevano di fare gare con i nostri amici. Chi si dimentica Mario Kart? Il gioco che ha reso la sfida ancora più divertente grazie alla novità delle conchiglie rosse, dei missili che puntavano i nemici più avanti di noi.

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I videogiochi sono quindi molto importanti e di sicuro hanno tanti aspetti positivi, uno dei quali è l’insegnamento che possono darci. Infatti, ci sono svariati titoli che oltre ad offrirci divertimento puro per ore ed ore, sono anche capaci di insegnarci cose di cultura, storia o geografia. I videogiochi possono essere sfruttati come metodo nuovo per insegnare contenuti magari poco digeribili a coloro che non imparerebbero mai quella determinata cosa in un contesto normale. Alla fine è lo stesso principio che si usa con i giochi quando si deve imparare a parlare, si sfrutta la componente ludica per far passare un insegnamento!

Il gioco che più di tutti è riuscito in questa missione è Assassin’s Creed e quindi non solo un gioco, ma 12. Chi ha giocato a tutti i capitoli è piano piano diventato un esperto di storia e arte in tutti i sensi. Abbiamo iniziato la nostra lezione partendo dalla Terza Crociata con Altair, per poi fare una full immersion con Ezio Auditore e il Rinascimento italiano per i due giochi successivi. Abbiamo potuto toccare con mano e conoscere virtualmente più grandi politici ed artisti di Firenze e Roma, tra cui Leonardo da Vinci, la famiglia De Medici e quella Sforza, per poi viaggiare fino ad Istanbul e all’Impero ottomano con l’ultimo capitolo dell’assassino fiorentino. Con Assassin’s Creed III ci siamo spostati in America e abbiamo seguito le vicende della guerra d’indipendenza americana, per poi diventare un pirata nel Mar dei Caraibi con Edward Conway ed infine nel gioco Assassin’s Creed: Rogue imparare a menadito la Guerra dei sette anni. Nei due Assassin’s Creed successivi ci siamo rispostati in Europa, precisamente a Parini durante la Rivoluzione francese e Londra durante la rivoluzione industriale dell’epoca vittoriana. Spostandoci molto più indietro nel tempo, abbiamo poi potuto imparare tutto sull’Egitto tolemaico e sulla Guerra del Peloponneso in Grecia. Con l’ultimo capitolo della saga uscito in queste settimane, siamo diventati esperti dell’epoca vichinga e tutte le sue usanze.

Pochi giochi hanno potuto raggiungere i livelli di Assassin’s Creed in questo dipartimento, ma un titolo che può fargli il filo è Crusader Kings, un gioco di strategia che ti mette nei panni di un personaggio a tua scelta, che sia conte, duca, re o imperatore. La cosa fenomenale è che tutti i personaggi del medioevo, dai più insignificanti a quelli più importanti sono nel gioco, senza parlare dei regni, delle città stato e delle repubbliche marinare. Tu potrai prendere in mano uno di questi terreni e decidere cosa succederà politicamente all’Europa in tutti gli anni a venire, riscrivendo la storia.

 

 

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