Teatro Torlonia 28 febbraio ● 7 giugno 2020 Fiorisce la Stagione del TEATRO TORLONIA

Teatro Torlonia

28 febbraio ● 7 giugno 2020

Fiorisce la Stagione del

TEATRO TORLONIA

Apre il 28 febbraio un dittico sulla maternità a firma di due attrici-autrici:

Lea Barletti con Monologo della buona madre e Luisa Merloni con Farsi fuori.

Segue il 13 marzo un affondo ironico sulla paternità di Claudio Morici con 40 tentativi di lettere a mio figlio.

Fiorisce la Stagione del Teatro Torlonia, un monumentale scrigno di bellezza che, dal 29 febbraio al 7 giugno, offre al pubblico e alla vita del quartiere un percorso di proposte, eventi e spettacoli. Tre linee tematiche irrorano una programmazione che affianca progetti di attori-autori-musicisti dell’underground romano a testi e formati di drammaturgia contemporanea, e un calendario di attività e spettacoli per le nuove generazioni. Così la direzione del Teatro di Roma immagina lo spazio di Torlonia come una stazione d’arte, una presa diretta sul territorio e un punto di riferimento per un teatro vivo e presente, popolare e attento, accessibile a tutti.

Il percorso inizia con il lavoro di tre artisti romaniLea BarlettiLuisa Merloni Claudio Morici che raccontano, con acume e ironia, le grandi contraddizioni che ruotano attorno alla genitorialità, portando in scena la crisi di un mito – quello del genitore modello – che la contemporaneità sta ridisegnando radicalmente.

Dal 28 febbraio all’1 marzo si alternano nelle stesse sere due spettacoli sulla maternità a firma delle attrici-autrici Lea Barletti, con Monologo della buona madre (28 febbraio ore 21, 29 febbraio e 1 marzo ore 19), e Luisa Merloni, con Farsi fuori (28 febbraio ore 19, 29 febbraio ore 21 e 1 marzo ore 17).

Monologo della buona madre è un dialogo interiore intorno al delicato ruolo della madre restituito sul palco come pubblica confessione. Un racconto poetico sul vissuto di una donna che, davanti alla maternità, fa consapevolmente delle scelte professionali ma ciò non la libera da una continua autocritica e dal comune giudizio sociale, lasciandola in bilico tra essere e voler essere, senso di inadeguatezza e bisogno dello sguardo altrui. Sola in scena, Lea Barletti – autrice e interprete della pièce – seduta in mezzo al pubblico, inizia il suo discorso dichiarando la propria intenzione di andarsene. Ma la vita, con tutte le sue sfumature, non lo permette perché è nelle contraddizioni, nel dialogo e confronto con gli altri che il senso delle cose emerge.

Sul rapporto tra diritto, dovere e scelta di essere madre si concentra Farsi fuori di Luisa Merloni – autrice e regista dello spettacolo, anche interprete insieme a Marco Quaglia – per una riflessione sugli stereotipi della maternità affrontata con ironia tagliente. Un dialogo tra una quarantenne emancipata e l’arcangelo Gabriele che diventa uno scontro, un agone comico e filosofico sulla libertà di scegliere la maternità. In una società che vede forse per la prima volta una generazione di donne ritardare la scelta di diventare madri, la maternità, come dovere, torna ad essere tema discusso e controverso, un nodo nevralgico dove si scontrano visioni differenti sulla vita, la religione, la spiritualità. Tematiche urgenti e indagini abissali che lo spettacolo sviluppa in una chiave comica, dove la comicità, che spesso si nutre di contrasti, illumina il conflitto senza volerlo risolvere.

A mettere a nudo un territorio maschile intimo e fragile, raramente esplorato, con un monologo comico e amaro sulla paternità, è Claudio Morici con 46 tentativi di lettere a mio figlio, che lettera dopo lettera – una per ogni anno di vita dell’autore – ci racconta la storia di un padre, ultraquarantenne, che tenta di spiegare a suo figlio il senso della vita e il perché della separazione dei suoi genitori. Claudio Morici – anche capofila degli artisti del panorama underground romano che segnerà la stagione di Torlonia fino al 6 giugno – si muove fra palco e letteratura, portando in scena il 13 marzo (ore 20) un discorso sulla paternità attraverso un irresistibile epistolario tragicomico, che ritrae un padre separato, piegato dal peso del suo bebè nel marsupio ‘radical’ comprato a Roma est. Mentre con una mano cerca parcheggio e con l’altra naviga su internet in paranoia per i vaccini; un padre che vorrebbe il posto fisso, ma è costretto a inseguire i suoi sogni d’artista, per non dare il cattivo esempio.

La nuova Stagione di Torlonia apre la scena all’underground romano ospitando tre appuntamenti dedicati ai protagonisti del collettivo artistico SgombroArianna Dell’Arti e Davide Grillo (27 marzo), Ivan Talarico e Daniele Parisi (10 aprile), Gioia Salvatori con il gruppo Il Nano Egidio (29 maggio), tutti artisti accomunati dalla ricerca di un linguaggio comico profondamente teatrale, diverso dalla stand up televisiva che si è diffusa negli ultimi anni. Con stili e tematiche diverse, che spaziano dal teatro canzone alla condizione femminile, dal non sense al detournement stralunato con cui leggono la quotidianità sempre più precaria delle giovani generazioni, gli artisti di Sgombro (di cui fa parte lo stesso Claudio Morici) raduneranno il pubblico e la comunità di artisti nella serata finale del 6 giugno, attorno a linguaggi freschi, immediati, ma anche taglienti rispetto ai temi della contemporaneità.

Sotto lo stesso segno arrivano dalla scena romana anche proposte musicali con tre concerti: il quartetto Roots Magic con il loro terzo disco (28 marzo), dal blues profondo e ancestrale alla tradizione afroamericana, esplorando legami con l’avanguardia degli anni ’60 e ’70; una serata speciale con Slam Poetry di Militant A e live Assalti Frontali (23 aprile), per raccontare trent’anni di rap e come la musica possa cambiare la percezione di sé e dell’ambiente in cui si vive; mentre La Luna nel “teatro-canzone” riunisce il poliedrico artista Andrea Cosentino, in voce recitante, il cantautore Lucio Leoni, qui voce e chitarra, e il musicista Marco Colonna ai clarinetti, per ripercorrere quattro ipotesi di allunaggio da quattro differenti punti di vista in chiave pop e con incursioni musicali, digressioni ipotetiche e poetiche (28 maggio).

Torlonia è anche Teatro per le nuove generazioni con proposte di spettacolo e attività laboratoriali dedicate ai giovani spettatori, ma che accolgano anche lo sguardo del pubblico più adulto. Prende la scena il teatrodelleapparizioni che porta in questo spazio (oltre che nelle sale di Argentina e India) alcuni degli appuntamenti del Festival Contemporaneo Futuro (dal al 5 aprile), a cui si affiancano le esplorazioni delle domeniche a Torlonia, un invito per tutte e tutti, dai 6 anni, per condividere uno spazio misterioso che si trasforma in un luogo abitato da alcuni personaggi, oltre la scena, fuori dal palco, dentro alle stanze, negli spazi contigui (17 e 31 maggio7 giugno). Mentre, Chiara Guidi conduce tre giorni di laboratorio (per 15 partecipanti) verso la messinscena de La terra dei lombrichi (dal al 9 maggio), l’Alcesti di Euripide per bambini che, guidati dalle figure della narrazione, entrano letteralmente dentro lo spazio dell’azione e determinano l’andamento della vicenda con le loro decisioni e i loro interventi.

L’esplorazione nella nuova drammaturgia contemporanea passa anche per il palcoscenico di Torlonia con Elena Arvigo, che darà corpo e voce a Marta Abba su testo di Katia IppasoNon domandarmi di me Marta mia (dal all’8 marzo). Uno spettacolo diretto da Arturo Armone che rievoca il rapporto elettivo dell’attrice con il suo maestro Luigi Pirandello proprio nella notte della sua morte, a New York il 10 dicembre del 1936, in cui si fa vivo non solo il fantasma dello scrittore siciliano, ma vengono chiamate a raccolta anche le eroine pirandelliane. Seguono Bartolini/Baronio con il congegno drammaturgico e sonoro, sospeso tra dialogo teatrale e indagine letteraria, dei RedReading per un viaggio in tre tappe: il concerto dedicato a Pasolini e alle sue canzoni, che prende vita dall’ultima intervista di Furio Colombo, offrendo uno sguardo sul presente e consegnando un’immagine vivida della città di Roma (21 e 22 marzo); Come fratelli e sorelle, vite profughe, esistenze partigiane attraverso l’intreccio dei libri Timira di Wu Ming 2 e Antar Mohamed e Razza partigiana di Lorenzo Teodonio e Carlo Costa (18 e 19 aprile); infine Quando il bambino era bambino, un’esplorazione della terra sonora cantata dal premio Nobel Peter Handke (17 maggio).

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