Teatro di Roma – Teatro Nazionale STAGIONE TEATRALE 2022 – 2023 | programma ottobre 2022 – giugno 2023 Una Stagione di Riconnessione

Teatro di Roma – Teatro Nazionale

STAGIONE TEATRALE 2022 – 2023 | programma ottobre 2022 – giugno 2023

Una Stagione di Riconnessione

Teatro Argentina | dal 18 ottobre con il debutto di Pupo di zucchero di Emma Dante

Teatro India | dal 19 ottobre con la ripresa di Tutto brucia dei Motus

Giorgio Barberio Corsetti | Massimo Popolizio | Valter Malosti | Emma Dante | Motus | Lucia Calamaro

Fabio Condemi Muta Imago | Industria Indipendente Roberto Andò | Glauco Mauri e Roberto Sturno | Antonio Latella

Umberto Orsini e Franco Branciaroli | Romeo Castellucci | Dimitris Papaioannou | Claudio Tolcachir | Alexander Zeldin

Sotterraneo | Federica Santoro e Luca Tilli | Giuliana Musso | Mario Tronco | Massimiliano Civica | Paola Rota

Fanny & Alexander | Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro | Liv Ferracchiati | Fabrizio Pallara | Laboratorio Piero Gabrielli

Fabio Cherstich |Teatro Medico Ipnotico | Compagnia Burambò | Compagnia Armamaxa | Roberto Anglisani

KanterStrasse | Compagnia del Sole | Teatrimperfetti/Maria Ellero-Déjà Donné

 

comunicato stampa | 3 ottobre 2022

La Stagione 2022/2023 del Teatro di Roma pone al centro del nuovo progetto culturale il valore imprescindibile dell’arte dal vivo come azione collettiva, politica e poetica insieme, in grado di stimolare una visione plurale e riconnettere la relazione con il pubblico, la città e la comunità locale e internazionale.

Gli spettacoli e le attività che tessono la tela dei cartelloni – con vari fili che si intrecciano sui palchi di ArgentinaIndia e Torlonia – affermano con forza la volontà dell’Istituzione di difendere l’arte e sostenere il lavoro delle artiste e degli artisti, insieme alle lavoratrici e i lavoratori dei teatri, per ridefinire l’identità di uno spazio di immaginazione, inclusione e creatività.

È questa una Stagione di riconnessione, che nasce in un tempo di commissariamento del Teatro di Roma, dalla fine del mese di novembre dello scorso anno in continua attività sotto la guida del Commissario Straordinario, per proiettare verso il futuro lo Stabile nazionale impegnato a rinsaldare il legame del teatro con il territorio e raccontare il tempo presente, sempre in dialogo tra partecipazione collettiva e rischio culturale, attraverso lo sguardo e il dinamismo intellettuale di autori e artisti.

Propositi che si riverberano in oltre 40 titoli programmati, con uno sforzo produttivo su 15 spettacoli26 spettacoli ospiti e altri allestimenti, per una Stagione rivolta al grande pubblico del ritorno che si inaugura al Teatro Argentina il 18 ottobre con il debutto di Pupo di zucchero di Emma Dante e al Teatro India il 19 ottobre con la ripresa di Tutto brucia dei Motus.

Il disegno artistico del Teatro di Roma affianca alla rilettura dei classici, affidata alla sapienza di registi e interpreti di lunga fama, nuove drammaturgie e scritture originali, con ampio spazio a talenti emergenti e ai segnali della contemporaneità, in cui si rintracciano nuove creazioni e il recupero di spettacoli dalla passata stagione, senza disperderne il valore creativo e investendo nella continuità della pratica artistica.

A partire dalla riprogrammazione in autunno delle produzioni di Fabio Condemi (Nottuari), Muta Imago (Tre sorelle), Industria Indipendente (La mano sinistra); a cui si aggiungono gli spettacoli recuperati in ospitalità di Romeo Castellucci (Bros), Sotterraneo (L’Angelo della Storia), Giuliana Musso (Dentro), Federica Santoro e Luca Tilli (Hedvig). Un impegno che traduce in azione e responsabilità pubblica i concetti di apertura, sostegno al lavoro creativo e presenza dell’Istituzione al servizio della città, in un’ottica di inclusività e pluralità del paesaggio artistico ancora segnato dall’eccezionalità del periodo emergenziale.

Il progetto produttivo si dipana attraverso il reticolato di opere firmate da registi e creatori della scena più avanzata e innovativa, diventando snodo coerente e riconoscibile della Stagione con le produzioni di Giorgio Barberio Corsetti che torna con AmletoMassimo Popolizio al debutto con Uno sguardo dal ponte e la ripresa di FuroreValter Malosti con l’inedito LazarusEmma Dante in programma anche con Il tango delle CapinereFabio Cherstich con una moderna Cenerentola Remix, oltre alle riprese delle coproduzioni di successo dei Motus con Tutto brucia e di Lucia Calamaro con Darwin inconsolabile.

Una nutrita offerta di ospitalità completa il progetto di tessitura con cui il Teatro di Roma sostiene la creazione contemporanea, esprimendo il meglio delle proposte nazionali attraverso gli spettacoli di Roberto Andò (Ferito a morte), Clauco Mauri e Roberto Sturno (Interno Bernhard – Minetti e Il Riformatore del Mondo), Antonio Latella (Chi ha paura di Virginia Woolf), Umberto Orsini e Franco Branciaroli (Pour un oui ou pour un non) e ancora  Massimiliano Civica (La stoffa dei sogni), Paola Rota (Come tutte le ragazze libere), Lucia Calamaro (Da lontano. Chiusa sul rimpianto), Fanny & Alexander (Sylvie e Bruno), Fabrizio Arcuri (Every Brilliant Thing), Liv Ferracchiati (Uno spettacolo di fantascienza); mentre la perlustrazione nello scenario internazionale attinge dalle potenti emanazioni performative di idee, estetiche e formati d’oltre confine, come gli spettacoli di Dimitri Papaioannou (INK) e Claudio Tolcachir (Edificio 3).

L’impegno produttivo del Teatro di Roma si articola anche mediante la creazione di pratiche di integrazione e partecipazione, strumenti alternativi di fruizione e percorsi formativi ormai consolidati, come il Laboratorio Integrato Piero Gabrielli dedicato allo scambio fra teatro e disabilità con il coordinamento di Roberto Gandini; la sezione per le nuove generazioni declinata a partire dal programma di spettacoli e dalla riflessione su un teatro per l’infanzia e giovani spettatori; l’orizzonte sconfinato di Grandi Pianure/Buffalo sulle nuove possibilità della danza contemporanea; il ciclo di  incontri divulgativi Luce sull’archeologia, un successo senza precedenti giunto alla sua IX edizione con 7 appuntamenti in programma la domenica mattina e riuniti dal titolo Magnificenza e lusso in età romana: spazi e forme del potere tra pubblico e privato; e il coinvolgimento diretto dei cittadini-spettatori con le Visite Spettacolo alla scoperta dei luoghi segreti di Argentina e India.

Inoltre, il Teatro di Roma è perno della rete di connessioni e rimandi con i Teatri in Comune (Teatro Biblioteca Quarticciolo, Tor Bella Monaca, Villa Pamphilj, Globe Theatre), messi a valore dalla sinergia con Roma Capitale, assieme alla gestione diretta del Teatro del Lido, esempio di un metodo partecipato per la programmazione culturale, del Teatro Torlonia, con proposte di teatro ragazzi e interventi a carattere musicale, oltre all’attività straordinaria di formazione e programmazione espositiva del Teatro Valle Franca Valeri, in attesa dei lavori di restauro.

Lungo tutta la Stagione il Teatro di Roma riflette la sua funzione di spazio aperto e pubblico, nutrendosi delle preziose e storiche collaborazioni con istituzioni, strutture e reti che lo sostanziano e raccontano la forza, la resistenza e la capacità progettuale della nostra città. Su questa topografia policroma, l’autunno si apre con le proposte dei cartelloni di Romaeuropa Festival tra cui, la corealizzazione dello spettacolo in prima nazionale Faith, Hope and Charity di Alexander Zeldin (dal 3 novembre all’Argentina); si conferma la relazione con Short Theatre e si rinnovano le partnership di carattere multidisciplinare con il progetto Dominio Pubblico rivolto alla creatività under 25, e con l’attivismo urbano, le associazioni cittadine, i centri sociali e poli culturali.

La programmazione, le attività culturali, le giovani generazioni, la multidisciplinarietà, il raccordo con le periferie, costituiscono l’impegno che il Teatro di Roma consegna alla città, un richiamo verso i nostri teatri attraverso una Stagione di grande investimento nella relazione con il pubblico e di sostegno al lavoro artistico.

 

Produzioni e Coproduzioni

Giorgio Barberio Corsetti Massimo Popolizio Valter Malosti Emma Dante

Motus | Lucia Calamaro | Fabio Condemi Muta Imago | Industria Indipendente

 

Teatro Argentina

 

Cuore del progetto produttivo del Teatro di Roma è il Teatro Argentina, propulsore del risveglio culturale e della condivisione di pratiche e saperi trasversali per offrire al pubblico del ritorno nuove esperienze d’incontro con l’arte. Una casa aperta e inclusiva dei linguaggi dello spettacolo dal vivo e di una squadra di maestri e artisti straordinari per sensibilità interpretativa e registica, affiancati da personalità creative provenienti da geografie e generazioni differenti ma che guardano insieme alle scritture più attuali e dal segno multiculturale.

Si inizia con il ritorno di una delle più significative produzioni della passata Stagione, Amleto (dal 15 novembre), firmata da Giorgio Barberio Corsetti, già consulente artistico del Teatro di Roma, per rimettere al centro il “teatro” e la sua rappresentazione, attraverso una complessa macchina scenica che compone-scompone l’ambientazione shakespeariana davanti a un pubblico partecipe dei desideri, timori e combattimenti del principe danese. Nel ruolo del protagonista Fausto Cabra, affiancato da una compagnia di giovani professionisti, a dar corpo a un meccanismo teatrale tragico, simbolico, eterno, con il maestro Massimo Sigillò Massara alla musica e architetture sonore.

Tra le coproduzioni che rinnovano la presenza di figure d’arte con cui il Teatro di Roma condivide da diverse stagioni la volontà di interpretare il mondo e farsi cassa di risonanza del nostro tempo, Massimo Popolizio è artista coerente e fondante del progetto produttivo per un rinnovamento della tradizione da porgere nella sua vivezza anche alle nuove generazioni. Con Uno sguardo dal ponte (dal 14 marzo), dramma della gelosia di Arthur Miller scritto nel 1955 e diretto al cinema da Sidney Lumet, il regista e interprete propone un grande racconto teatrale con la potenza espressiva di un film, per restituirne un affresco sociale dai temi attuali come povertà, immigrazione clandestina e morbosità familiare. Una coproduzione sostenuta da Emilia Romagna Teatro e dalla compagnia Umberto Orsini, con cui si consolida l’intesa produttiva riproponendo anche per questa Stagione Furore di John Steinbeck (dal 6 dicembre), ancora un affresco epico americano, su drammaturgia di Emanuele Trevi, che ripercorre una delle più devastanti migrazioni di contadini della storia moderna; seguirà nel periodo natalizio Popolizio legge Belli tra i versi affilati, cinici, erotici e rivoluzionari del cantore della Città eterna, con l’accompagnamento di Valerio Magrelli (26/27 dicembre).

Tra le coproduzioni più originali prende posto Lazarus (dal 12 aprile), la sorprendente opera-rock di David Bowie scritta poco prima della sua scomparsa insieme al pluripremiato drammaturgo irlandese Enda Walsh, che cura la versione italiana del testo diretto da Valter Malosti, e interpretato dal cantante e frontman degli Afterhours Manuel Agnelli, nel ruolo di Thomas Jerome Newton, il turbolento migrante interstellare costretto a rimanere sulla terra. Lo spettacolo può considerarsi il testamento creativo di Bowie, che nel 2015 adattò alcune sue canzoni più celebri – tra cui Life On Mars? e Heroes, e compose appositamente quattro pezzi inediti – per questo musical in arrivo in Italia grazie alla sinergia coproduttiva con Emilia Romagna Teatro, Stabile di Torino, Teatro di Napoli e LAC – Lugano.

Felice incontro coproduttivo con l’umanità terrigna del teatro di Emma Dante, agito sul corpo degli attori e della scena, attraverso la creazione Il tango delle Capinere (dal 2 maggio), una danza della vita e della morte tra due innamorati che prende forma dallo studio Ballarini, terza parte della Trilogia degli occhiali (2011). Lo spettacolo – una coproduzione Sud Costa Occidentale, Emilia Romagna, Biondo di Palermo e Carnezzeria – è un viaggio nel passato della storia d’amore tra i due protagonisti che, ballando sulle note di vecchie canzoni, compongono un mosaico di ricordi per affrontare la solitudine dell’anziana donna ormai giunta all’ultima fase della vita.

 

Teatro India

Nel duplice intento di sostenere il lavoro della comunità artistica e promuovere la relazione con il pubblico, il Teatro India è perno della migliore drammaturgia contemporanea, che scorrerà lungo tutta la Stagione con un progetto produttivo tra novità e recuperi dalla passata stagione.

Tra le riprese coproduttive, coese all’offerta culturale per ricerca, temi e formati, ritorna per il secondo anno l’impeto visionario e dirompente delle parole di Ecuba intrecciate alle voci della grande filosofia contemporanea nello spettacolo che ha registrato sold out in ogni rappresentazione della scorsa stagione: Tutto Brucia, riscrittura delle Troiane di Euripide, in un inedito incontro produttivo con la storica compagnia Motus che apre il cartellone di India il 19 ottobre.

Torna in programma un’altra ripresa, Darwin inconsolabile (dal 23 maggio), una coproduzione di grande successo – insieme a Sardegna Teatro, Festival di Spoleto e CSS di Udine – con cui Lucia Calamaro continua a scandagliare nell’animo umano, tra affetti, nevrosi e l’esperienza del lutto, per disegnare con la consueta profondità ironica la storia di tre figli e un’anziana madre che, per ritrovare la loro attenzione, decide di fingersi morta.

Sempre in uno scambio costante tra pratiche, alleanze e saperi condivise con la comunità artistica, vengono recuperate dalla passata Stagione le coproduzioni non andate in scena di Fabio Condemi e delle compagnie Muta Imago e Industria Indipendente, artisti di Oceano Indiano che hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti nei maggiori contesti nazionali ed europei.

Fabio Condemi porta in scena Nottuari (dal 22 febbraio), ispirandosi ai racconti di Thomas Ligotti, tra i maggiori scrittori contemporanei di weird e horror, per esplorare i lati oscuri del reale facendo sbiadire le linee di confine tra sogno e incubo in un ipnotico vagare tra ricordo e vita, una coproduzione LAC, Teatro Piemonte Europa, Metastasio ed Emilia Romagna.

L’incessante lavoro di indagine sul tempo di Claudia Sorace e Riccardo Fazi dei Muta Imago, questa volta in dialogo con uno dei testi più classici del teatro di Anton Čechov, viene proposto nella riscrittura di Tre sorelle (dal 4 maggio), dove le parole dell’autore russo si miscelano a quelle dei due artisti in maniera esoterica attraversandone la fantasmagoria per riscoprire la storia di tre donne e del loro essere esuli, apolidi in un mondo che le ha dimenticate.

Industria Indipendente con La mano sinistra (dal 13 giugno), in coproduzione con Emilia Romagna, LAC e Stabile dell’Umbria, utilizza il tema della magia come strategia per riscrivere e manipolare l’ordine simbolico attraverso un’opera musicale e visiva interamente dal vivo; affidandosi alla scrittura, alla poesia e all’elemento vocale e sonoro, la creazione disegna l’altare di una possibile trasformazione: un luogo iscritto in ogni sua parte, riflettente, odoroso e infestante, rituale delle risonanze poliritmiche e polifoniche.

Chiude il progetto produttivo una galleria di storie, personaggi e versi della poesia romanesca che abiterà la scena con Strade de Roma (dal 16 maggio), un reading dedicato ai poeti in vernacolo, da Belli a Zannazzo, da Jandolo a Trilussa, da Pascarella a Fabrizi, per un attraversamento delle strofe e dei luoghi della città, ideato da Graziano Graziani, con la voce di Francesca AstreiFlavio FrancucciGiulia Trippetta, e una mappa interattiva animata da Giacomo Calderoni.

Ospitalità

Emma Dante | Roberto Andò | Glauco Mauri e Roberto Sturno | Antonio Latella

Umberto Orsini e Franco Branciaroli | Romeo Castellucci | Lucia Calamaro

Dimitris Papaioannou | Claudio Tolcachir | Alexander Zeldin

Sotterraneo | Federica Santoro e Luca Tilli | Giuliana Musso | Mario Tronco | Massimiliano Civica | Paola Rota

Fanny & Alexander | Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro | Liv Ferracchiati

 

Teatro Argentina

 

La programmazione della nuova Stagione del Teatro di Roma accoglie le più recenti possibilità della drammaturgia contemporanea, declinata attraverso reinvenzioni del repertorio e creazioni d’avanguardia, con una ricognizione delle esperienze sperimentali per esplorare le sinergie tra le arti e promuovere la crescita del pubblico.

Su queste direttrici si snodano le scelte programmatiche del cartellone del Teatro Argentina, che inaugura la Stagione il 18 ottobre con Emma Dante, presente con un secondo lavoro in ospitalità, Pupo di zucchero, una favola barocca di solitudini e morte ispirata a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, per celebrare la memoria dei defunti attraverso le loro esistenze passate e la pienezza della vita.

In corealizzazione con Romaeuropa Festival torna al Teatro di Roma in prima nazionale il regista inglese Alexander Zeldin con l’ultimo capitolo della sua trilogia sull’intimità in tempi di crisi, Faith, Hope and Charity (dal 3 novembre), un’esperienza teatrale che, come il precedente LOVE (presentato al REF 2021 sempre all’Argentina), ci porta in un centro comunitario per abitare la fragilità umana quale chiave d’accesso alle realtà di esistenze ordinarie, insicure, poetiche.

Con Ferito a morte (dal 10 gennaio), la regia di Roberto Andò trasferisce sulla scena il romanzo capolavoro Premio Strega del 1961 di Raffaele La Capria, un diario romantico dove la vicenda umana del protagonista si estende ai fantasmi della Storia e alle macerie del Dopoguerra per una riflessione sul tempo, la giovinezza e l’amicizia.

Emozionante il ritorno all’Argentina di un artista di impareggiabile mestiere ed eccezionale umanità, Glauco Mauri, che il Teatro di Roma vuole omaggiare ospitando Interno Bernhard – Minetti e Il Riformatore del Mondo (dal 17 gennaio), in coppia con il suo sodale Roberto Sturno, per interpretare due personaggi dello scrittore austriaco, tra i più iconici nella drammaturgia del ‘900. Diretti da Andrea Baracco, i due personaggi bernardhiani affiorano sulla scena non potendo sottrarsi alla beffa dell’esistenza: il grande attore Minetti in attesa di recitare per l’ultima volta il suo memorabile Lear, mentre Il Riformatore accetta una Laurea Honoris Causa per aver tentato di dare un senso al caos con i suoi scritti.

Con Antonio Latella si affonda nell’efferato gioco al massacro di un amore violento vissuto tra confessioni, bugie e drammi borghesi, che si inanellano nel capolavoro di Edward Albee, Chi ha paura di Virginia Woolf (dal 31 gennaio). Un cast straordinario di attrici e attori – Sonia BergamascoVinicio MarchioniLudovico Fededegni e Paola Giannini – interpreta questo classico della drammaturgia americana, che esalta la potenza lacerante e visionaria del linguaggio, un’arma letale che svela l’involucro in cui ciascuno nasconde la propria personalità e le proprie debolezze.

Due maestri dalla grande abilità attoriale come Umberto Orsini e Franco Branciaroli, una scrittrice francese tra le più importanti del Novecento, Nathalie Sarraute, e la regia di una delle personalità indiscusse dello spettacolo, Pier Luigi Pizzi, sono la combinazione esplosiva di Pour un oui ou pour un non (dal 21 febbraio). Uno spettacolo a due che gioca con l’ambiguità delle parole, il detto e il non-detto, e con il valore delle sue insidie, attraverso l’incontro di due vecchi amici che si ritrovano dopo una lunga separazione sfidandosi in punta di fioretto, tra provocazioni e malintesi.

Tra le ospitalità riprogrammate, la creazione di uno dei più autorevoli artisti del teatro mondiale, Romeo Castellucci che, con Bros (dal 9 marzo), affronta una riflessione sul nostro rapporto con la Legge, la responsabilità individuale e collettiva, osservando un gruppo di uomini anonimi in divisa da poliziotto. I protagonisti, reclutati per andare in scena senza prima avere imparato la parte, ricevono ordini tramite un auricolare agendo senza pensare: la loro coscienza si ferma per sperimentare l’esperienza dell’alienazione governate da una dittatura invisibile.

L’esplorazione nella scena estera è in linea con la volontà di restituire al pubblico un teatro aggiornato sui temi dell’attualità e dei valori universali, attraverso le performance di una doppietta di artisti di fama internazionale che hanno già calcato il palco dell’Argentina e che ritornano nella Stagione del Teatro di Roma. Per il secondo anno in programmazione è atteso il superbo talento coreografico dell’artista e performer greco che intreccia il corpo alle arti visive, Dimitris Papaioannou che, con INK (dal 16 febbraio), sarà presente sul palco assieme al giovane collaboratore e performer Šuka Horn, classe 1997, in un incontro-scontro tra due personalità diverse per età, colori e storie, creando una lotta tra padre e figlio, vecchio e nuovo, paternità ed eredità. Secondo appuntamento internazionale con il regista argentino Claudio Tolcachir che, dopo Il caso della famiglia Coleman ed Emilia (programmati nel 2017 all’Argentina), torna a raccontarci in Edificio 3 (dal 16 maggio) la complessità delle relazioni interpersonali e la distanza che ci separa, attraverso un altro testo grottesco e reso ancora più attuale dalle fratture sociali e individuali generate dalla pandemia.

Teatro India

La vocazione alla polifonia dei linguaggi contemporanei, la specificità degli spazi e la relazione con la comunità artistica e il pubblico, sono al centro delle scelte di ospitalità programmate al Teatro India, tra nuove proposte e riprogrammazioni, a partire dal recupero in autunno di alcuni spettacoli annullati nella passata stagione.

Tra gli spettacoli recuperatiL’Angelo della Storia di Sotterraneo (dal 3 novembre), che assembla aneddoti e contraddizioni di intere epoche in una mappa del paradosso per ripensare il nostro tempo ispirandosi a quelle che il filosofo Walter Benjamin chiamava costellazioni svelate; Federica Santoro e Luca Tilli con Hedvig (dal 25 novembre) lavorano in modo estrattivo sull’Anitra Selvatica di Ibsen, ricavandone una originale riscrittura, concedendo ampiezza, eliminando e accumulando ogni parola, all’ascolto scorrono le forme del linguaggio, i flussi che circolano tra le persone, il loro spazio, il collasso ciclico della materia linguistica, sonora e umana; con Dentro Giuliana Musso (dal 29 novembre), artista della consapevolezza civile, anche interprete con Maria Ariis, indaga nei temi degli abusi familiari e della loro censura attraverso la messa in scena del suo incontro con una donna e la sua storia segreta.

Si prosegue con Così fan tutte (dal 31 gennaio) che, liberamente tratto dall’opera di Mozart, rivive a teatro nella riduzione musicale di Leandro Piccioni e Mario Tronco, anime dell’Orchestra di Piazza Vittorio, per la regia di Giuseppe Miale di Mauro, affidando all’universo interpretativo delle Ebbanesis (Serena Pisa e Viviana Cangiano) i personaggi delle sorelle Fiordiligi e Dorabella per proiettarle in una Napoli libertina e cosmopolita, colta e scurrile.

La regia di Massimiliano Civica si ricongiunge alla scrittura di Armando Pirozzi nell’atto unico a tre personaggi, La stoffa dei sogni (dal 7 febbraio), per esplorare il rapporto di un vecchio uomo di teatro con la sua professione-ossessione, fatta di rinunce e sogni, passando per la relazione tra padri e figli e quella ancora più tenace tra maestro e allievo.

Ancora dalla cronaca si attingono storie ed esperienze per continuare a raccontare e provocare piccole rivoluzioni culturali, come per lo spettacolo diretto da Paola Rota che – tra monologhi e scene corali a riscrivere i concetti di famiglia e di patriarcato – dirige Come tutte le ragazze libere (dal 15 febbraio) della drammaturga bosniaca Tanja Šljivar, testo scritto nel 2017 su sette tredicenni rimaste incinte durante una gita scolastica. Nato da una residenza creativa a Torlonia e dopo aver circuitato nei Teatri in Comune, lo spettacolo chiude a India la collaborazione con Fabulamundi Playwriting Europe (Pav), un esempio di progettualità e cooperazione artistica con cui il Teatro di Roma opera in rete insieme al sistema culturale nazionale ed europeo.

Presente in Stagione con un secondo testo, Lucia Calamaro inscena un altro smarrimento dell’animo umano con Da lontano. Chiusa sul rimpiato (dal 7 marzo), affidandolo all’interpretazione di Isabella Ragonese per raccontare il rammarico di una figlia adulta di non aver saputo in gioventù lenire le sofferenze della propria madre, una donna impreparata al mondo, fragile e infelice: un ribaltamento del ruolo genitoriale che tratteggia con delicatezza il rapporto tra le due donne attraverso il rimpianto, il perdono e la comprensione.

In occasione del trentennale della compagnia ravennate Fanny & Alexander, si torna a viaggiare nella dimensione vertiginosa del sogno svincolata dalla percezione ordinaria della realtà con Sylvie e Bruno (dal 22 marzo), spettacolo ispirato al libro di Lewis Carroll nella traduzione di Chiara Lagani per Einaudi, e diretto da Luigi De Angelis, per un racconto in parallelo che si districa tra una contrastata vicenda d’amore e una storia magica.

Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro co-dirigono la versione italiana del testo dello scrittore britannico Duncan MacmillanEvery Brilliant Thing (dal 29 marzo), un’autobiografia brillante scandita da una lista delle “cose per cui vale la pena vivere” a opera di un narratore-bambino che, per superare il turbamento del tentativo di suicidio della madre, prova a scrivere un elenco di momenti, emozioni, aneddoti, dall’infanzia all’adolescenza, attraverso il coinvolgimento del pubblico – talvolta chiamato a impersonare personaggi minori – e con una scrittura divertente quale strumento di riflessione sul tema della depressione e sul senso della vita.

In bilico tra realtà e illusione, Liv Ferracchiati, giovane drammaturgo e talento registico tra i più apprezzati della sua generazione, ci conduce sul terreno delle forme identitarie e degli schemi che ingabbiano nella norma sesso-genere con Uno spettacolo di fantascienza (dal 18 aprile), una pièce di ispirazione cechoviana ambientata su una nave diretta al Polo Nord nel tentativo di salvare la Terra da una cataclisma imminente attraverso tre protagonisti – Andrea CosentinoPetra Valentini e Ferracchiati – che vivono lo sgretolarsi di un altro mondo, quello delle convenzioni del linguaggio e delle regole del patriarcato.

Teatro Ragazzi

Fabrizio Pallara | Laboratorio Integrato Piero Gabrielli | Fabio Cherstich

Teatro Medico Ipnotico | Compagnia Burambò | Compagnia Armamaxa | Roberto Anglisani

KanterStrasse | Compagnia del Sole | Teatrimperfetti/Maria Ellero-Déjà Donné

 

Teatro India e Teatro Torlonia

 

Il Teatro di Roma è anche casa per piccoli e giovani spettatori con una sezione della programmazione dedicata al pubblico delle ragazze e dei ragazzi e delle loro famiglie, attraverso progetti finalizzati a incoraggiare la formazione e promuovere strumenti per esplorare altri sguardi sul mondo.

Fabrizio Pallara declina due momenti di ricerca: la rassegna Contemporaneo Futuro, fra spettacoli e incontri per ragionare sull’arte destinata alle nuove generazioni (dal 6 ottobre negli spazi di India e Torlonia); e la messa in scena della produzione Biancaneve (dal 21 ottobre a Torlonia) che, partendo dalla prima versione dei fratelli Grimm e dalla traduzione non edulcorata di Antonio Gramsci, vivifica la forza antica della fiaba mostrandone l’eterno conflitto tra generazioni, attraverso l’artigianalità di uno spettacolo in cui le parole raccontano il bianco stupore dell’infanzia, lo slancio rosso della giovinezza e il nero che bisogna attraversare per segnare il proprio sentiero.

Non si ferma il percorso creativo e sociale del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, spazio artistico e culturale del Teatro di Roma dedicato all’inclusività e all’integrazione tra ragazzi con e senza disabilità, attraverso il coordinamento artistico di Roberto Gandini e il supporto di uno staff psicopedagogico. Un vero e proprio campo di sperimentazione delle possibilità che il teatro offre alla crescita umana e professionale delle nuove generazioni, mediato dall’incontro con le famiglie e dallo scambio tra l’esperienza degli insegnanti e quella dei teatranti. Anche per la nuova Stagione il Piero Gabrielli coniuga la pratica laboratoriale nelle scuole aderendo alla programmazione del Teatro di Roma con la produzione Lo scrittojo di Pirandello (dal 13 ottobre e poi dal 27 febbraio a India), uno spettacolo antologico dedicato al grande uomo e scrittore siciliano per esplorarne alcune delle novelle e opere teatrali, improvvisando sulle storie che più hanno divertito e coinvolto i ragazzi. Inoltre, con Storie di Natale (dal 14 dicembre all’Argentina) il Gabrielli guiderà piccoli e grandi nella lettura e nell’ascolto di tante storie e canzoni legate alle festività natalizie, viaggiando tra le pagine di Gianni Rodari, Bernard Friot e Andrea Valente.

Dopo il successo dell’Ubu Re di Jarry presentato la scorsa estate al Teatro Argentina, Fabio Cherstich torna a pensare uno spettacolo per un pubblico di tutte le età: Cenerentola Remix (dal 22 novembre), che il regista rilegge in chiave contemporanea, ispirandosi alla favola originale di Giambattista Basile e alle sue molteplici riscritture, per un lavoro corale di reinvenzione che restituisce l’emanazione visionaria di un personaggio tra i più conosciuti della letteratura di ogni tempo. Sempre maltrattata da matrigna e sorelle, questa Cenerentola moderna rompe con lo stereotipo disneyano per calarsi nel nostro presente e, spogliata della magia fiabesca e di tradizione, ne acquista una tutta sua modellata su musiche e visioni dall’immaginario pop. Cenerentola non perde la scarpetta, ma ha in dono quella del suo strambo innamorato che così pensa di dimostrarle il suo interesse in un gioco teatrale dichiarato, con tecnici e camerini a vista, dove lo spazio del pubblico e lo spazio della rappresentazione coincidono alla ricerca di un intrattenimento partecipato.

Inoltre, la sezione di teatro ragazzi è attraversata da una carrellata di spettacoli che abiteranno gli spazi di India e Torlonia con spirito ancora più creativo e immersivo per contribuire insieme alla costruzione di una comunità che coinvolga piccoli e famiglie: dai burattini del Teatro Medico Ipnotico con Il cane infernale al racconto delle gioie e dei dolori più intimi del mondo dell’infanzia con Esterina Centovestiti della Compagnia Burambò, passando per la storia piccola di un bambino che unisce tre generazioni, un figlio, un padre e un nonno, in cui si intreccia la grande Storia del nostro Paese con Armando – Lettere (R)esistenti di Armamaxa, fino al tema del diverso e delle paure da essa generate con il Minotauro di Roberto Anglisani; e ancora l’opera digitale tra teatro, cinema e illustrazione animata di OZz – della mancanza e dello stupore della compagnia KanterStrasse, la storia e l’umanità del genio Leonardo da Vinci nel Codice del volo della Compagnia del Sole, e per piccoli tra i 18 e i 36 mesi la performance Gira gira, danza la vita di Teatrimperfetti/Maria Ellero-Déjà Donné che racconta di nascita e creazione attraverso il gesto coreografico.

Nuova Campagna Abbonamenti Stagione 2022-2023 Teatro di Roma

Teatro, che passione. Si ritorna in platea a contatto con gli attori in carne e ossa. E riparte la straordinaria magia del Teatro. Dopo due anni di restrizioni e distanze, è questo il tempo e il luogo di tornare a vivere da spettatori l’arte della scena nelle sale del Teatro di Roma.

Sui suoi palcoscenici si alza il sipario sulla nuova campagna abbonamenti della Stagione 2022-2023 che, con la passione e il desiderio di raccontare il mondo che ci circonda, offre formule vantaggiose per tutti i gusti e tutti i palati. Un’offerta dedicata alle diverse esigenze del pubblico che avrà la possibilità di scegliere tra grandi classici e nuove opere creative attraverso lo sguardo di una nutrita schiera di artiste e artisti, che proverà a ritrovare con il teatro le vie che ci conducano ai sogni, alle emozioni e a quella socialità più intensa e coinvolgente da ricostruire per riparare quanto frammentato durante la pandemia.

Il Teatro Argentina apre con la formula storica dell’abbonamento a posto fisso (con giorno e posto assegnato), accogliendo tra i suoi velluti gli abbonati più affezionati ma anche nuovi frequentatori, per rinnovare la consuetudine al ritorno a teatro oppure per creare una nuova buona abitudine alla visione. Sarà l’occasione per immergersi nel paesaggio artistico e creativo che attraversa la selezione degli 8 spettacoli in abbonamento nel cartellone (Amleto, Furore, Interno Bernhard, Chi ha paura di Virginia Woolf?, Pour un oui pour un non, Uno sguardo dal ponte, Lazarus, Il tango delle capinere), un reticolato di proposte di grande respiro contemporaneo, spaziando dalla lettura di classici del passato e moderni, a nuove drammaturgie e scritture originali. Il racconto degli ultimi, della solidarietà e dell’immigrazione, i temi dei populismi, del potere e della violenza come malattia sociale, ma anche storie di coraggio e rivoluzione, passano attraverso i nostri spettacoli.

Tra le altre formule di abbonamento, per tutti i gusti e tante più persone, torna il meglio del teatro in una sola card: TDR Card – a 6 ingressi al Teatro Argentina oppure 12 ingressi al Teatro India, Teatro Torlonia e Teatro del Lido di Ostia – utilizzabile anche da più spettatori per lo stesso spettacolo, fino a esaurimento dell’importo. Una miscellanea di possibilità per ampliare la propria scelta di visione tra le proposte che si incrociano sui nostri palchi con modulazioni, tematiche e linguaggi diversi, ma soprattutto l’occasione di poter recuperare spettacoli annullati nella passata Stagione.

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