Teatro Biblioteca Quarticciolo direzione Teatro Giorgio Andriani e Antonino Pirillo via Ostuni, 8 | ROMA Sabato 17 febbraio | ore 21.00 Domenica 18 febbraio | ore 17.00 CHI RESTA Foto Luca Del Pia ideazione e regia Matilde Vigna e Anna Zanetti con Daniela Piperno e Matilde Vigna

Teatro Biblioteca Quarticciolo

direzione Teatro Giorgio Andriani e Antonino Pirillo

via Ostuni, 8 | ROMA

Sabato 17 febbraio | ore 21.00

Domenica 18 febbraio | ore 17.00

CHI RESTA

Foto Luca Del Pia

ideazione e regia Matilde Vigna e Anna Zanetti

con Daniela Piperno e Matilde Vigna

produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO ERT / TEATRO NAZIONALE, LA CORTE OSPITALE con il sostegno del MIC, REGIONE EMILIA-ROMAGNA e di SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea

Al Teatro Biblioteca Quarticciolo il 17 e 18 febbraio Matilde Vigna e Daniela Piperno accompagnano il pubblico in un viaggio “cosmico, scientifico, narrativo e visivo”, che vede in scena la stessa Vigna (due volte premio Ubu e premio Duse 2021 come attrice emergente) con Daniela Piperno, nome noto del teatro e cinema italiani. Chi resta, questo il titolo, è la storia di una figlia che attraversa l’esperienza dolorosa della perdita madre ed è alle prese con le macerie della vita di prima e con una presenza /assenza che parla dallo spazio infinito e dalle profondità dei ricordi. Alla sua seconda prova da autrice e regista dopo il successo di Una riga nera al piano di sopra, Matilde Vigna è affiancata nell’ideazione del progetto e nella regia da Anna Zanetti.

In scena una distesa di macerie: polvere, regolite lunare, il suolo di un pianeta sconosciuto. Sotto questa coperta di cocci c’è Matilde con la sua voce (“mamma?”), prima fioca, che poi cresce e si fa sempre più forte. È di una giovane donna che non sarà mai madre e non è più una figlia, perché ha perso l’ultimo genitore e rimane sola a ricostruire una propria vita a partire dai frammenti della vita precedente. C’è un dolore che diventa protagonista – in assenza di un altro essere umano che reclami le sue cure e il suo tempo con urgenza – un dolore insopportabile, insostenibile, che riporta all’infanzia. I ricordi arrivano all’improvviso, inattesi, e si fanno concreti, perché la madre è sempre presente, tra le piccole cose della vita di prima, e adesso compare, come per magia, per aiutare la figlia a uscire dalle tenebre, apparentemente senza fine.

«Questo spettacolo non parla della morte, parla di noi dopo la morte» commentano Matilde Vigna e Anna Zanetti, «di chi resta, e di chi “va in cielo” come ci dicevano da piccoli, e compie quel viaggio misterioso e incomprensibile per chi rimane solo sulla terra».

Chi resta affronta anche il tema urgente e attuale della solitudine di una generazione, esperta ed efficace nella comunicazione, ma con evidenti problemi relazionali, responsabilità che la sommergono, una grottesca burocrazia post-mortem e un dolore che divora tutto.

Un lavoro dall’atmosfera a tratti cruda, a tratti onirica, sempre fortemente emotiva; di forte impronta ritmica, che alterna dialoghi serrati a immagini poetiche, affrontando il tema della perdita in maniera ironica. Le immagini racchiuse nel testo si sviluppano attraverso la relazione in scena tra due attrici, nella cornice di un paesaggio cosmico fatto di video, luci e sonorizzazioni.

Il testo è una scrittura originale costruita a partire da esperienze personali ma anche da numerose interviste, letteratura saggistica sulla morte in occidente (autori come Byung-chul Han, Philippe Ariès, Ines Testoni), narrativa (Paul Auster, Joan Didion, Annie Ernaux, Peter Handke) e la musica a tema spaziale di David Bowie, Jamiroquai, Beatles, Boards of Canada, Lucio Corsi, spallarossa, che rimanda al tentativo quasi infantile di cercare i propri morti tra le stelle.

Altri riferimenti letterari, cinematografici, teatrali e musicali che hanno arricchito questo lavoro sono: Simone de Beauvoir con Una morte dolcissima, Matteo Nucci e il suo Sono difficili le cose belle, Tre sorelle di Anton Čechov, Lo zoo di vetro di Tennessee Williams; e ancora Laura Imai Messina, Nancy Sinatra, Yojiro Takita.

Il 18 febbraio, dopo lo spettacolo, si terrà un incontro di presentazione del libro di Matilde Vigna Sopravviverci. Due pezzi sulla perdita, moderato da Sergio Lo Gatto, giornalista e curatore insieme a Debora Pietrobono della collanaLinea, frutto della collaborazione tra Luca Sossella Editore ed Emilia Romagna Teatro Fondazione ERT / Teatro Nazionale. Interverrà l’autrice con Daniela Piperno.

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Crediti

ideazione e regia Matilde Vigna, Anna Zanetti con Daniela Piperno, Matilde Vigna

video Federico Meneghini progetto sonoro Alessio Foglia musiche originali spallarossa luci Umberto Camponeschi dramaturg Greta Cappelletti consulenza, scene e costumi Lucia Menegazzo consulenza scientifica dott. Matteo Nobili scene costruite nel Laboratorio di Scenotecnica di ERT responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini costruttore Sergio Puzzo scenografa decoratrice Benedetta Monetti direttore tecnico Massimo Gianaroli capo elettricista Sergio Taddei fonica Manuela Alabastro sarta Elena Dal Pozzo produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, La Corte Ospitale con il sostegno del MiC, Regione Emilia-Romagna, e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” elaborazione immagine astronauta Antonio Visceglia foto di scena Luca Del Pia

______________________ Biglietti Intero 12€ – Ridotto 10€ (over 65, under 24, convenzioni) – Ridotto 8€ (studenti)

Acquisto online

Per info e prenotazioni biglietteria@teatrobibliotecaquarticciolo.it

 

Matilde Vigna

SOPRAVVIVERCI

due pezzi sulla perdita

con un’introduzione di Valeria Verdolini

Luca Sossella editore, 2023

“Sopravviverci. Due pezzi sulla perdita” di Matilde Vigna è il 36esimo volume della collana Linea, frutto della collaborazione tra Luca Sossella editore ed Emilia Romagna Teatro Fondazione ERT / Teatro Nazionale e con la cura di Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono.

L’attrice Premio Ubu ha debuttato come drammaturga e regista con “Una riga nera al piano di sopra (monologo per alluvioni al contrario)” (2021), seguito da “Chi resta” (2023). Il volume include entrambi i testi, introdotti da uno scritto della studiosa Valeria Verdolini, che mette a fuoco alcune tematiche ricorrenti e offre un’analisi della complessità della scrittura dell’autrice.

“In questi testi le cose non scompaiono, ma cambiano di stato. La chimica descrive costantemente questi processi, le reazioni permettono di godere di un’esperienza quasi quotidiana della composizione e scomposizione della materia, delle sue trasformazioni dal visibile all’invisibile e viceversa”. Con queste parole la studiosa Valeria Verdolini apre la nota introduttiva al volume, che raccoglie le prime due drammaturgie di Matilde Vigna. Un’indagine densa e dolorosa, ma che con estrema levità costruisce la lingua e il ritmo adatti ad affrontare il senso e le conseguenze della perdita. Attraversando il racconto di catastrofi naturali ed esistenziali, i “due pezzi” non dimenticano l’autoironia e il paradosso, conoscono e fanno conoscere l’alchimia fondamentale della scrittura per il teatro, accogliendo un continuo “cambio di stato”.

Matilde Vigna (Rovigo, 1988) si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Nel biennio 2015-2016 partecipa, presso la Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT, al Corso di Alta Formazione diretto da Antonio Latella. È attrice di teatro e cinema, vincitrice di due Premi Ubu e del Premio Eleonora Duse. “Una riga nera al piano di sopra (monologo per alluvioni al contrario)” è il suo primo testo, finalista al Premio Ubu 2022 come miglior novità drammaturgica.

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