#StayHome

#StayHome

Periodo: 30 Aprile – 16 Maggio 2020

Luogo: PUNTOSULLARTE.COM | Esclusiva online

Orari: Sempre disponibile

Artisti: Matthias BRANDES | Carlo CANE | Daniele CESTARI | Luca GASTALDO | Marta MEZYNSKA | Ernesto MORALES | Nicola NANNINI | Kyoji NAGATANI | Alessandro PAPETTI | Tomas Martinez SUNOL

#StayHome è la nuova mostra esclusivamente online di PUNTO SULL’ARTE. Nelle opere dei 10 artisti, pittori e scultori, le nostre città e le nostre case sono da sempre uno dei temi centrali della loro produzione. Il periodo di quarantena che ha limitato i nostri movimenti nell’ultimo mese ha comportato un grande cambiamento della nostra quotidianità: le grandi metropoli si sono spopolate, strade vuote dove solo poche persone e auto sfrecciavano isolate e intimorite; le abitazioni sono state reinventate, sono divenute uffici, scuole, parchi giochi e palestre. La separazione tra la vita privata e quella pubblica è stata annullata ma le nuove tecnologie ci sono venute incontro riuscendo a ricreare in sole quattro mura nuovi ambienti in cui siamo stati catapultati e accolti. Le opere raccolte in questa mostra ci offrono la possibilità di riflettere sulla realtà che ci circonda, sul significato e il valore che custodiscono gli ambienti che quotidianamente viviamo.

Reminiscenza della metafisica dechirichiana sono i dipinti corposi e materici di Matthias Brandes. Il tempo rimane sospeso, immobile e tangibile proprio come le costruzioni che ci ripropone. L’atmosfera è carica di suggestioni, a un tratto tutto sembra per evolversi, l’instabilità sembra prevalere ma la solidità dei cipressi e dei parallelepipedi ci rincuora e ci restituisce un tempo assoluto di tranquillità. Lineari, pulite e minimaliste le architetture di Carlo Cane si stagliano cariche di dettagli su sfondi lattiginosi in cui a prevalere è il bianco e le colature grigio-bluastre. In questa fase della sua carriera l’artista ha colto l’essenza e a prevalere è la dimensione intima ma al tempo stesso distaccata e fredda di questi palazzi, monumentali ma spogli di ornamenti. Nelle tele di Daniele Cestari l’uomo è presente tramite la traccia che il suo passaggio ha lasciato, attraverso i muri carichi di vissuto. Seppur nelle strade non c’è nessuno che passeggia, nessun turista che scruta ogni angolo nascosto, nessun impiegato che si affretta a raggiungere il suo ufficio, tutto questo, la frenesia e i pensieri, divengono tangibili attraverso le estese pennellate e i colpi di spatola. L’immensità del blu ci avvolge, scende la notte e ci abbraccia. L’oscurità di Luca Gastaldo non fa paura, è rassicurante. Attraverso il bitume, l’olio e i gessetti l’orizzonte diviene incommensurabile e il resto sembra scomparire. La natura prende il sopravvento andando a creare paesaggi romantici in cui l’uomo prende consapevolezza del suo essere infinitamente piccolo. Marta Mezynska nei suoi acrilici coglie angoli nascosti delle nostre città, il suo sguardo sempre curioso è alla costante ricerca di visioni insolite che passano inosservate a coloro che, quelle città le vivono quotidianamente. Le coloratissime insegne delle vetrine si stagliano vivaci e nitide emergendo prepotentemente dai profili dei centri storici mostrandoci un nuovo mondo, tutto da riscoprire. Scenari desolati e silenziosi fanno da protagonista inconsapevole dei quadri di Ernesto Morales. Ognuno di noi è chiamato a rileggere gli spazi urbani interpretandoli secondo il proprio vissuto e il proprio immaginario. Il tema della migrazione viene approfondito secondo nuovi canoni e costringe l’osservatore a dover ripensare alla propria identità e al ruolo che ricopre nella società.

Nei dipinti di Nicola Nannini ritroviamo luoghi a noi familiari nonostante non ci sia nessuna traccia dell’uomo. Il silenzio è divenuto assordante, la notte ha preso il sopravvento sulla città, le luci divengono calde e avvolgenti, solo la luce artificiale di qualche lampione qua e là ci permette di intravedere ancora i profili dei monumenti delle piazze L’espressione artistica di Kyoji Nagatani è profondamente legata all’essenza minimalista giapponese. La semplicità delle forme lineari e levigate del bronzo celano in realtà un messaggio nascosto tra i chiaroscuri che la materia plasmata crea. Sculture massicce appaiono leggiadre grazie alle linee sinuose che invitano a indagare sempre più a fondo donando una sensazione di serenità. Milano e Parigi di Alessandro Papetti scorrono veloci sotto i nostri occhi. All’interno dei palazzi la vita procede, ma lo spazio intimo e conviviale si fonde con il resto della città che sembra non voglia arrestare il suo caos. La frenesia non sembra darci tregua, tratti veloci definiscono spazi che si sono moltiplicati, fusi e confusi tra di loro in una sovrapposizione temporale. Tomas Martinez Sunol si riappropria della sua città d’origine tramite ombre e colori che creano composizioni in cui la forza espressiva si confronta in un perfetto equilibrio con le tonalità calde e terrose degli scorci di Badalona. Le superficie risultano interrotte da linee a tratti impercettibili e dalle finestre che raccontano della vita degli uomini.

In tutti noi rimarrà traccia di queste giornate in cui abbiamo vissuto una realtà alternativa. In questo periodo si è riusciti ad apprezzare ciò che ci circonda e l’arte custodita nelle nostre dimore ci ha aiutato, come sempre fa l’arte, a colmare le mancanze, a darci la possibilità di sognare e immaginare luoghi che non abbiamo mai vissuto, a fuggire, almeno con i pensieri, in una realtà parallela.

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