Stagione Teatrale 2022 | 2023   TOR BELLA MONACA   Gli spettacoli dal 13 al 19 febbraio 2023

Stagione Teatrale 2022 | 2023

 

TOR BELLA MONACA

 

Gli spettacoli dal 13 al 19 febbraio 2023

 

La settimana del TBM offre delle narrazioni che mettono la platea di fronte la realtà: le difficoltà che l’attore incontra nel suo lavoro, la malattia dell’Alzheimer e il valore della vita. Dal 13 al 19 febbraio in scena tre spettacoli che strizzano l’occhio al senso realistico dell’esistenza per farci riflettere

 

“Qua siamo sopravvissute”, di e con Flavia Di Domenico e Marina Vitolo, sarà in scena martedì 14 e mercoledì 15 febbraioAccanto alle due attrici troviamo Francesca La Scala, la quale cura la regia dello spettacolo. Sopravvissute a un incidente avvenuto per un crollo all’interno del teatro dove si erano rifugiate, due attrici, sotto contratto capestro dell’agente Maya (nome d’arte), sono costrette a partecipare a talk show, pubblicità tristissime, reality e interviste di gossip, nella speranza di poter raggiungere l’agognata notorietà che permetterà loro di avere scritture teatrali, con tournée nazionali e internazionali. In realtà, le due protagoniste vivono segregate in ruoli banali, ma redditizi per l’agente Maya che, di conseguenza, non permette loro grande autonomia professionale. La mancanza di libertà di scelta, rende le due donne frustrate. La loro memoria è ancora altalenante, a volte hanno flash improvvisi, ricordi confusi. Nonostante la visibilità dei Media, esse si sentono isolate, ma un evento improvviso cambierà il loro destino. Tra battute comiche, gag esilaranti, continuano le riflessioni amare sulla condizione professionale dell’attore, sulle gioie, le speranze e le battaglie combattute sulle assi del palcoscenico. Sequel di “Qua siamo”, che ha debuttato nel 2021, “Le sopravvissute” si preannuncia un divertente e conclusivo finale di partita. Produzione A.P.S. “Niente fischi!…Si recita”.

 

Da giovedì 16 a sabato 18 febbraio è il turno de “Il figlio riuscito”. Prodotto da PesoPiuma Aps, vede in scena Paolo Cioni che cura anche la regia del suo monologo. “Il figlio riuscito” è la storia di un uomo che va a rinnovare la carta d’identità in Comune e ne esce trasformato, come gli eroi dei miti. Ma qui siamo a Pisa. Possiamo così dire che “Il figlio riuscito” è soprattutto il racconto dolce e un po’ spietato di un figlio qualsiasi che vive la sua personale catarsi esistenziale in seno alla propria famiglia. In scena scorrono, nelle parole e nel corpo del protagonista che le attraversa, gli episodi più significativi di vite comuni, e comunemente vissute in balìa degli eventi. Lo spettacolo è il tentativo di rispondere a una curiosità quasi antropologica: quando in una famiglia si insinua lo spettro della malattia dal nome più spigoloso ed evocativo di sventura dei nostri tempi, l’Alzheimer, cosa accade in chi ne viene travolto? Nel nostro caso ogni punto di riferimento sembra dissolversi e ciascuno mette in pratica le proprie personali strategie di sopravvivenza, la realtà che era così familiare si deforma prendendo una piega surreale e grottesca, in cui il protagonista si muove cercando goffamente un equilibrio. È una strenua lotta tra un passato quasi “mitologico” e un futuro incertissimo. Chi vincerà? Paolo Cioni affida alle parole del suo alter ego una confessione, una cerimonia voo doo, la battaglia contro il vuoto che sempre lascia chi se ne va. Aiuto regia Cristina Gardumi; Luci Luca Orsini.

 

Infine Pino Insegno guiderà il pubblico ne “L’ultimo giorno di un condannato a morte” di Victor HugoVenerdì 17sabato 18 e domenica 19 febbraioCome vive il suo ultimo giorno di vita un uomo condannato a morte? A che cosa pensa? Come si sente? Victor Hugo ci conduce in un viaggio allucinato e devastante attraverso le fredde pareti di pietra di un carcere sino nei meandri più nascosti dell’animo umano. Scandagliando i segreti del cuore di un condannato a morte, Victor Hugo s’insinua con entomologica precisione nei nostri cuori, squarciandoli e facendoli a brandelli. Il protagonista è anonimo, il suo delitto non è specificato, sappiamo soltanto che ha commesso un’azione efferata e che non si dichiara innocente. “Ultimo giorno di un condannato a morte” è un manifesto contro la pena di morte, un appello al valore assoluto della vita, un’orazione laica contro la barbarie, che risuona fortemente attuale, perché una società evoluta “non può punire per vendicarsi, ma deve correggere per migliorarsi”. Il racconto lancinante di Victor Hugo è una lucida autopsia delle speranze, delle paure, dei rimorsi di un condannato, che potrebbe essere chiunque, perché in fondo, come ci ricorda il grande scrittore romantico, “siamo tutti condannati a morte con scadenze indefinite”. Traduzione, adattamento e regia Matteo Tarasco; Musiche originali Stefano Mainetti.

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