SIMONA LO IACONO. Le streghe di Lenzavacche

Magistrato alla Procura di Catania, la siracusana Simona Lo Iacono ha fatto del suo nuovo romanzo (Le streghe di Lenzavacche, edizioni e/o) una metafora della giustizia, vista nelle forme di un “tordo alato” che attraversa il cielo incendiandolo in un abbaglio. Concezione che porta a supporre come la giustizia si compia per volontà di un cielo dove operano sia la provvidenza che la stregoneria, ma non l’uomo. Nel 1938 una donna discendente da una setta di streghe del Seicento ottiene che il figlio handicappato venga iscritto a scuola contro le resistenze del direttore che bene eviterebbe uno smacco al fascistico ideale della salute fisica ma che è costretto a cedere di fronte a quella legge dimenticata che ammette un disabile in una classe differenziata: e ciò anche quando, nel silenzio della legge, il disabile sia figlio di una •signorina• nota come appartenente ad una famiglia di streghe e divenuta madre fuori dal matrimonio. Giustizia viene dunque fatta in virtù di una normativa disapplicata ma in realtà per volontà di un destino da compiersi in forza di un secolare vaticinio. Il romanzo interseca due piani antitetici servendosi come collante di un concetto di giustizia che si presta a interpretazioni disambigue: quello concreto della gestione di un figlio disabile in un periodo storico intollerante alla minorità e quello metafisico e gotico dell’influenza dell’occulto sulla vita umana. (…)

 

 

L’autrice

Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970. Magistrato, presta servizio presso il Tribunale di Catania.

Cura circoli di lettura e convegni letterario/giuridici.

Fa parte dell’EUGIUS, l’associazione europea dei “giudici-scrittori” e della Società Italiana di Diritto e Letteratura (SIDL). Cura sul blog letterario “Letteratitudine” di Massimo Maugeri, una rubrica che coniuga norma e parola, letteratura e diritto, dal nome “Letteratura è diritto, letteratura è vita”.

Sulla pagina culturale de “La Sicilia” tiene una rubrica fissa, dal titolo: “Scrittori allo specchio”.

Il suo primo romanzo “Tu non dici parole” (Perrone 2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima.

Nel 2010 ha pubblicato il racconto lungo scritto a quattro mani con Massimo Maugeri “La coda di pesce che inseguiva l’amore” (Sampognaro & Pupi, 2010 – Premio “Più a Sud di Tunisi”).

Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato “Stasera Anna dorme presto” (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande).

Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo “Effatà” (con cui ha vinto il Premio Martoglio).

Collabora come volontaria con il carcere di Augusta dove tiene corsi di letteratura e teatro per i detenuti, onde dare attuazione all’art. 27 della Costituzione che prevede il principio rieducativo della pena.

Repubblica Palermo, Gianni Bonina. Domenica 27 marzo

 

SIMONA LO IACONO
Le streghe di Lenzavacche

€ 15 – pagg. 160
Collana Dal Mondo
E/O

Per incontri, copie staffetta, interviste con l’autrice:
Anna Maria Riva, 3290974433, riva.amb@gmail.com

 

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