R.A.C.CORDI! … a Primavera 28 maggio > 2 giugno Primavera dei Teatri, Castrovillari (CS) R.A.C. (regist_ a confronto), prima associazione di categoria per regist_ teatrali in Italia, nell’ambito di Primavera dei Teatri 2024,  propone per il secondo anno il workshop di formazione e confronto R.A.C.CORDI!

R.A.C.CORDI! … a Primavera

28 maggio > 2 giugno

Primavera dei Teatri, Castrovillari (CS)

R.A.C. (regist_ a confronto), prima associazione di categoria per regist_ teatrali in Italia, nell’ambito di Primavera dei Teatri 2024,

propone per il secondo anno il

workshop di formazione e confronto

R.A.C.CORDI!

a cura di

Stefano CordellaFabiana Iacozzilli (regist_ di R.A.C.)

Nicola Borghesi (regista ospite),

rivolto a 15 attori/attrici professionisti

su un testo comune e condiviso: La fine del Titanic, di Hans Magnus Enzensberger.

L’attività è stata ideata e organizzata da R.A.C.

grazie al coordinamento artistico e tecnico

del Consiglio Direttivo di R.A.C

Dario Aita, Barbara Alesse, Matteo Alfonso, Elena Gigliotti, Alfonso Postiglione

in collaborazione con le/i regist_ di R.A.C.

Monica Ciarcelluti, Luca Cicolella, Alessandra Giuntini,

Giuseppe Maria Martino, Margherita Scalise, Giuliano Scarpinato

 

con il sostegno di

Primavera dei Teatri

e avrà luogo presso

i locali del Protoconvento di Castrovillari

dal 28 maggio al 2 giugno 2024.

R.A.C.CORDI! è un’occasione di confronto “in azione”.

Ogni regista condurrà due giornate di laboratorio nelle quali entrare in azione secondo contenuti e pratiche esplorate nel proprio percorso, al fine di stimolare un confronto concreto su linguaggi creativi e principi etici messi in atto nel proprio lavoro, fornire un’opportunità di formazione per gli/le attori/attrici selezionat_, favorire incontri e possibilità fra tutte le figure coinvolte, oltre a promuovere la figura di regista connettore alla base dei principi di R.A.C.

La fine del Titanic è “la tormentata ricostruzione di una catastrofe mentale, naufragio di una testa”. Attraverso un percorso guidato di improvvisazioni e scrittura scenica, lavoreremo attorno al tema del naufragio personale e collettivo. Che cosa rappresenta per noi il Titanic? Quale luogo fisico o della mente evoca? Esploreremo le tre fasi della catastrofe: la quotidianità del PRIMA, lo sconvolgimento del DURANTE, lo spaesamento del DOPO. Giocheremo con il tempo e il linguaggio, tra dilatazioni, sospensioni e accelerazioni, per riscoprire  e reinventare le tracce del nostro naufragare. 

(Stefano Cordella)

La fine del Titanic sarà occasione per un ragionamento scenico intorno al concetto di catastrofe e di fine dell’umanità. Partendo dalla selezione di fotografie che sono riuscite a immortalare un istante raccontando la Storia, immagini che hanno dunque sconvolto il mondo contemporaneo, lavoreremo a partire dalle infinite possibilità che ci offre l’improvvisazione teatrale: lavoro sulla libertà espressiva, sul mondo autoriale del performer, sulla capacità di scrivere in gruppo una porzione di drammaturgia partendo dalla scena e dalla relazione con l’altro.

(Fabiana Iacozzilli)

A chi non capita, la notte, di sognare una nave che affonda? La fantasia del disastro, della disgregazione, della distruzione è presente, da qualche parte, dentro ognuno di noi. L’immagine del Titanic è stata in grado di riassumere nella maniera più grandiosa le fantasie di rovina umane, materializzando in una nave che cola a picco tutte le catastrofi umane: individuali, collettive, scientifiche, politiche, belliche, filosofiche. Il Titanic si staglia nell’immaginario collettivo come un monumento immaginario alla catastrofe. Tenteremo, nel breve tempo di un laboratorio, di sondare, ragionare, portare in scena quelle che sono le catastrofi, le rovine, che si si aggirano nella fantasia di ogni partecipante. Cercheremo insomma di lanciare un ponte tra l’esperienza personale e un archetipo collettivo attraverso il teatro.

(Nicola Borghesi)

Stefano Cordella è regista, autore, psicologo e formatore teatrale. Nel 2009 si diploma all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. E’ tra i cofondatori di Oyes (premio Hystrio Iceberg 2018), compagnia teatrale di cui è stato direttore artistico fino al 2022 curando ideazione e regia di diversi spettacoli tra cui VaniaIo non sono un gabbianoVivere è un’altra cosaOblomov Show. Nel 2016, dopo aver vinto il Festival di Regia Teatrale Fantasio, mette in scena lo spettacolo Lo Soffia il Cielo (dai testi di Massimo Sgorbani), produzione Trentospettacoli, per cui dirige anche H-Il campione del mondo (7 round con Ernest Hemingway), e partecipa ai progetti Teatro Giornale di Roberto Cavosi e Spoon River di Angela Demattè. Dal 2018 è codirettore artistico di Hors, festival per giovani compagnie emergenti, presso il Teatro Litta di Milano (MTM). Per MTM ha diretto gli spettacoli Decameron-Una storia veraLa Rivolta dei Brutti e ha appena debuttato con Le Notti Bianche. Ha collaborato alla drammaturgia di C’è un diritto dell’uomo alla Codardia (omaggio ad Heiner Müller), regia di Renzo Martinelli, produzione Teatro I. Ha intrapreso un percorso di formazione sulla drammaturgia shakespeariana con il regista Declan Donnellan presso la Biennale del Teatro di Venezia. Dal 2013 è codirettore artistico del Teatro di Nova Milanese. Negli ultimi anni ha collaborato con Il Teatro Stabile del Veneto per cui ha realizzato gli spettacoli R+G, Amleto-Tutto ciò che viveQuando tutto questo finirà. Dal 2019 è tra i docenti dell’Accademia Carlo Goldoni.

Nicola Borghesi, diplomato alla Civica Accademia Nico Pepe di Udine, è attore, regista, drammaturgo, direttore artistico per la compagnia Kepler-452 di cui è anche fondatore. La sua indagine si focalizza soprattutto sull’invenzione di dispositivi artistici di messa in scena della realtà: realizza reportage teatrali, coinvolge non professionisti, esplora luoghi poco frequentati per raccontarli, crea e armonizza, sulla base di libere associazioni, gruppi improbabili di esseri umani. Cura, insieme a Kepler-452, la regia di Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, spettacolo vincitore del Premio Rete Critica 2018, e Il Capitale – Un libro che ancora non abbiamo letto, vincitore del Premio Speciale Ubu 2023. Nel 2018 ha frequentato l’Ecole des Maitres diretta da Tiago Rodriguez.

Fabiana Iacozzilli, regista e autrice, porta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica e sulle potenzialità espressive della figura del performer. Dal 2013 è artista residente al Teatro Vascello e dal 2017 collabora con Cranpi e Carrozzerie N.O.T. Nel 2008 fonda la compagnia Lafabbrica e dal 2011 è membro del LINCOLN CENTER DIRECTORS LAB. Tra i suoi spettacoli: La classe che vince il Premio In-Box 2019, il Premio della Critica ANCT 2019 e il Premio UBU 2019 come miglior progetto sonoro; Una cosa enorme che debutta alla Biennale Teatro 2020 e replica a REF2021; Il grande vuoto, spettacolo che chiude il trittico La trilogia del vento e che debutta a REF 2023. Si occupa inoltre di pedagogia teatrale e di progetti che usano il teatro come strumento di interazione culturale: nel 2021 è regista di Abitare il ritorno, progetto di teatro comunitario ideato da Asinitas e inserito in INCROCI; Nel 2023 cura insieme a Cranpi e in collaborazione con Villa Pia-Italian Hospital Group di Guidonia Montecelio il progetto Piccole donne – da L. M. Alcott – un laboratorio di teatro integrato con giovani donne che soffrono di disturbi alimentari.

Il Consiglio Direttivo 
 
Presidente Elena Gigliotti
Vicepresidente Barbara Alesse
Dario Aita
Matteo Alfonso
Alfonso Postiglione 

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