IL MOSTRO TURCHINO tratto dalla fiaba tragicomica di Carlo Gozzi

IL MOSTRO TURCHINO

tratto dalla fiaba tragicomica di Carlo Gozzi

riduzione per marionette su appunti di Eugenio Monti Colla

musiche di Danilo Lorenzini

nuove sculture, scene e luci di Franco Citterio
costumi di
Maria Grazia Citterio e Cecilia Di Marco

direzione tecnica di Tiziano Marcolegio

regia di Franco Citterio e Giovanni Schiavolin

i marionettisti

Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella,

Camillo Cosulich, Debora Coviello, Cecilia Di Marco,

Michela Mantegazza, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti,

Giovanni Schiavolin, Paolo Sette

voci recitanti (edizione registrata nel 2023)

Loredana Alfieri, Marco Balbi, Lorella De Luca,

Carlo Decio, Lisa Mazzotti, Gianni Quillico,

Riccardo Peroni, Franco Sangermano

musicisti (edizione registrata nel 2023)

Danilo Lorenzini, pianoforte

Antonio Papetti, violoncello

Luca Volontè, sax soprano e contralto

Daniele Sozzani Desperati, coordinamento

Paolo Sportelli: tecnico di registrazione presso Il borgo della Musica

Nuova produzione 2023
ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI

Comune di Milano – Teatro convenzionato

NEXT Laboratorio delle idee

per la produzione e programmazione dello spettacolo lombardo

dall’8 al 18 febbraio 2024

giovedì 8 febbraio, ore 20
venerdì 9 febbraio, ore 20
sabato 10 febbraio, ore 20
domenica 11 febbraio, ore 16:00
giovedì 15 febbraio, ore 20
venerdì 16 febbraio, ore 20
sabato 17 febbraio, ore 20
domenica 18 febbraio, ore 16:00

Atelier Carlo Colla & Figli
via Montegani 35/1 – Milano
M2 Abbiategrasso / tram 3

prenotazioni
02 89 531 301

VivaTicket

biglietti

intero: 16€, ridotto under 25: 10€, ridotto over 65: 8€

scuole (spettacoli su prenotazione): 8€

Lo spettacolo, che ha debuttato lo scorso giugno al Piccolo Teatro Grassi, viene ora ripreso per poche repliche nell’Atelier della Compagnia.

Il Mostro Turchino è ispirato all’omonima “fiaba tragicomica” scritta da Carlo Gozzi nel 1764 e al copione manoscritto più antico presente negli archivi storici della Compagnia Carlo Colla & Figli, pensato dal marionettista Giuseppe Fiando nel 1815 e mai rappresentato dalle marionette Colla.

Il manoscritto storico oltre a riportare una serie di note dell’epoca imposte dalla censura austriaca, reca come sottotitolo la dicitura “Un esempio di vera fedeltà”, sottolineando il tema che fa da sottofondo all’intera narrazione e cioè l’individuazione di valori e di sentimenti al di là delle forme e delle apparenze.

Lo spettacolo, interamente riscritto in una forma più attuale rispetto alle fonti originali, mantiene però la struttura tipica di Gozzi, delineando una trama che dà modo di far coesistere fiaba, satira e denuncia sociale in parallelo all’aspetto grottesco sottolineato dalla presenza delle maschere della Commedia dell’Arte.

Seguendo la lezione “strehleriana” la figura di Truffaldino è stata sostituita con la più nota maschera di Arlecchino.

Amori, passioni e fedeltà sono i sentimenti che verranno messi alla prova da incantesimi e sortilegi che incombono sui protagonisti di una società afflitta e intimorita dalla presenza di maghi, mostri e cavalieri fatati.

La forza d’animo e la purezza dei sentimenti porteranno al lieto fine in un ritorno alla realtà liberata dalle tirannie, dagli inganni e dalle oppressioni.

L’allestimento ha previsto, oltre alla nuova scrittura drammaturgica del testo, la composizione delle musiche di scena orientate verso un post-modernismo neoclassico, la creazione di nuovi personaggi, sculture, costumi e nuove scenografie, oltre all’invenzione di trucchi scenotecnici che arricchiscono ulteriormente il piccolo universo marionettistico della Compagnia Carlo Colla & Figli, il cui repertorio, come da tradizione, si rivolge sia a un pubblico di adulti che di giovani.

LA TRAMA

In un tempo lontano, tre castighi affliggevano l’antica città di Nanquino: un mostro turchino che devastava i campi e divorava gli armenti, un’idra dalle molte teste che minacciava di distruggere l’intera città se non avesse avuto per pasto una giovane fanciulla e un cavaliere fatato a guardia di un ponte, che con ferocia, uccideva tutti coloro che cercavano di varcarlo per fuggire dalle mura cittadine. Un incantesimo del Mago Zeloù, artefice del castigo divino, trasfigura il giovane Principe Tear nelle spoglie del mostro, mentre la bella Dardané, Principessa della Georgia e amata da Tear, viene mutata in un giovane straniero, Acmet, che sarà chiamato ad affrontare e sconfiggere i tre castighi. Il sortilegio del Mago Zeloù si scioglierà soltanto quando il Principe, con le fattezze del mostro, riuscirà comunque a farsi amare dalla bella Principessa Dardané. Le maschere di Arlecchino, Colombina, Tartaglia, il Dottore e Brighella, vivranno in parallelo ai loro signori, amori, paure, intrighi e dinamiche socio-politiche con la schiettezza d’animo che storicamente le contraddistinguono.

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