“La Locandiera"

1Spietata, modernissima e proto-strindberghiana lotta tra i sessi, “La Locandiera”, oltre a sancire il mio esordio registico nel pianeta Goldoni, non ha mancato di esercitare nel tempo, un lungo tempo, proprio come la sua protagonista, una certa misteriosa malia incantatrice. Mistero che apre oggi delle possibili fessure di comprensione (e interpretazione) in quella sorta di trattato, lucido e precisissimo, sull’egotismo o, meglio ancora, sul narcisismo – o battaglia di narcisismi – che da sempre sembra trovare nella sfera amorosa il suo terreno di applicazione privilegiato. Nel deserto dei sentimenti, fra le macerie del desiderio, sempre più confuso e confusamente recalcitrante al suo soccombere, l’Eros riemerge nell’accezione più odiosa, quantunque comica e divertente nel caso del capolavoro goldoniano, quella che reca il marchio della supremazia e della rivalsa. Nel perverso, quanto sterile, gioco di relazioni pericolose, l’Amore è sostituito dalle sue recite e la finzione si serve dell’Amore stesso come strumento e mai come autentica componente affettiva, fino al punto che il desiderio (maschile) faticosamente ritrovato, viene deriso e sbeffeggiato prima di morire, sacrificato sull’altare di un narcisismo (femminile) che tra calcolo, opportunismo, rivalsa, anche interclassista (ma le cose non andranno affatto meglio tra componenti della stessa classe) procede, costi quel che costi, senz’altro oggetto se non il proprio trionfo.

Giuseppe Marini

 

 

 

Come è stato gravoso stare lontano dalle tournée per ben nove anni. è volato questo tempo, ho fatto una quantità di cose indispensabili per la mia vita ma non vedevo l’ora di ricominciare a girare, a portare il mio lavoro alle persone che altrimenti non vi avrebbero avuto accesso se non in tv o al cinema. E non è lo stesso. La vibrazione umana è un’altra cosa, che tu stia su o giù dal palcoscenico. E il bisogno di tornare ad essere padrona della mia professione ormai non era più ignorabile.

La follia mi è mancata in questi anni. Il quotidiano necessita soprattutto di organizzazione e pragmatismo, qualunque madre lavoratrice lo sa, ma per un’artista è una condizione un po’ scomoda. Non accettare set lontani da casa e spettacoli itineranti è stata una scelta imprescindibile, a volte ci sono priorità che dobbiamo riconoscere e accogliere; ma poi mio figlio è cresciuto e comunque i miei pensieri non ne potevano più di starsene acquattati sotto le necessità, urgevano sottopelle, chiedevano aria. E allora un Classico. Importante. Essenziale. Netto. Elegante.2

La perfezione del meccanismo-commedia, la necessità di misurarsi con una lingua inclemente da rendere organica e accessibile, l’accettazione della convenzione teatrale che esige azioni poco realistiche, il potermi calare in una personalità fredda, vanitosa e calcolatrice tanto lontana da me, sicuramente tutto questo mi attrae della “nostra” Locandiera. L’abbiamo voluta senza vezzi e mossette, pronipote finalmente evoluta nei modi della servetta Colombina; Mirandolina è seduttiva per tornaconto personale, fatto brutto, piccolo, avido e purtroppo molto contemporaneo, e crudelmente non considera il dolore altrui, ma è anche fortemente indipendente, e questo invece di lei mi piace assai. Cerca di bastare a se stessa, di governare il gioco da padrona, ma è sola, solissima, e questo mi fa pena. Povera, povera gente, sempre lì a dannarsi per la supremazia sull’altro sesso. Quanti rapporti ho visto naufragare in lotte di potere! E di Amore non se ne parla. Invece qui, in Teatro, in questo momento e in questo modo, nelle mani intelligenti, colte e sensibili di Giuseppe Marini, nel talento di Nicoletta Ercole e Alessandro Chiti, nella rincuorante competenza dei tecnici, nella bravura e preparazione degli attori in scena, nella volontà mia e della produzione, è proprio di questo, proprio di Amore, che si tratta. Ed è cosi che deve essere.

Nancy Brilli

 

 

 

 

Teatro Quirino

martedì 12 novembre prima stampa ore 20.45

repliche fino al 1 dicembre

SOCIETÁ PER ATTORI
Nancy Brilli

LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
con (in ordine alfabetico) Fabio Bussotti  Giuseppe Marini  Maximilian Nisi

e con Fabio Fusco  Andrea Paolotti

scene Alessandro Chiti
costumi Nicoletta Ercole

adattamento e regia Giuseppe Marini

ufficio stampa Teatro Quirino 

paola rotunno responsabile  339.3429716

paolasilvia.rotunno@gmail.com

stampa@teatroquirino.it

ufficio stampa compagnia

margherita fusi 338.7488465

margherita.fusi@fastwebnet.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORARI SPETTACOLI

dal martedì al sabato ore 20.45
giovedì 14, mercoledì 20 e mercoledì 27 novembre ore 16.45

sabato 23 novembre ore 16.45 e ore 20.45
domenica ore 16.45

 

 

INFO
botteghino 06.6794585
info 06.6783042
mail info@teatroquirino.it

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