LA GUIDA MICHELIN CONFERMA LA STELLA ALL’IMAGO DELL’HOTEL HASSLER

LA GUIDA MICHELIN CONFERMA LA STELLA ALL’IMAGO DELL’HOTEL HASSLER

IL RISTORANTE IMÀGO DELL’ HOTEL HASSLER DI ROMA VEDE CONFERMATA NELLA GUIDA 2020 LA STELLA MICHELIN DOPO L’ARRIVO DEL NUOVO CHEF, ANDREA ANTONINI.

ROBERTO WIRTH, PROPRIETARIO E GENERAL MANAGER, CONFERMA IL SUO FIUTO NELLO SCEGLIERE NUOVI TALENTI DEGNI DI LASCIARE UN SEGNO NEL PANORAMA GASTRONOMICO: “SONO MOLTO FIERO DI QUESTO SUCCESSO CHE CONDIVIDO CON TUTTA LA SQUADRA DELL’IMAGO CHE, FIN DA SUBITO, HA TROVATO LA GIUSTA SINTONIA CON ANDREA ANTONINI E LA NUOVA BRIGATA DI CUCINA E, INSIEME, ALLA BRIGATA DI SALA, GUIDATA DA MARCO AMATO HA SAPUTO PORTARE ALLA RICONFERMA DELLA STELLA”.

Andrea Antonini è il giovane chef emergente romano che ha fatto la sua entrata all’Hassler Hotel dopo una gavetta nelle cucine più importanti d’Europa come quelle di QUIQUE DACOSTA e del CELLER DE CAN ROCA (entrambi 3 stelle Michelin): ha portato con sè una concezione di cucina originale, puramente italiana, dove al centro c’è il miglior prodotto possibile e le cotture sono unicamente espresse. Niente lunghe cotture e sotto vuoti pronti, ma tutto realizzato al momento con prodotti del territorio che arrivano giornalmente e che sono alla base di un menu in continuo mutamento.

“Ho creato Imàgo 12 anni fa per essere il luogo in cui assaggiare il futuro – racconta Roberto Wirth – e sono felice di aver scelto un interprete valido in Andrea Antonini: uno chef giovane e infaticabile, alla guida di una brigata di ragazzi che non superano i trent’anni a testa, che racconta, giorno dopo giorno la cucina vera. La brigata di sala dell’Imago ha inoltre dimostrato il suo grande valore: il Restaurant Manager, Marco Amato un vero hassleriano, che è qui da più di 20 anni e che la guida, ha saputo accogliere il nuovo chef e metterne in luce tutte le migliori qualità, continuando a dar vita a uno dei servizi, a mio avviso, migliori d’Europa.”

Imàgo Restaurant

Hotel Hassler

Piazza Trinità dei Monti, 6 – Roma

Chef Andrea Antonini e Imago

Andrea Antonini, classe 1991, nasce a Roma e, nonostante le scuole da perito tecnico, sente immediatamente il richiamo della cucina. Comincia lavorando in piccoli ristoranti, facendo le stagioni estive e invernali durante le vacanze scolastiche. Scappa in Australia per guardare il mondo da un’altra prospettiva e, nonostante le spiagge e il surf, capisce che il suo posto è dentro una cucina. Tornato a Roma, entra nella brigata dello chef stellato Andrea Fusco con cui rimane alcuni anni e con lui comprende quale tipo di approccio alla gastronomia vuole studiare e realizzare. Questo è solo l’inizio e, dopo aver fatto anche esperienza con lo chef stellato Roy Caceres, con grande determinazione, decide di ripartire per l’estero e lavorare in ristoranti ove il piatto sia al centro di un vero e proprio processo creativo strutturato. Inizia la sua avventura iberica (che durerà diversi anni) entrando prima nel laboratorio di creatività di Quique Dacosta, 3 stelle Michelin, lavorando sotto il responsabile del settore creativo Juanfra Valiente. Dopo i primi sei mesi capisce che, per dirla con le sue stesse parole, “la cucina può essere un luogo d’avanguardia e che questo si realizza, però, solo quando tutto è organizzato alla perfezione, senza spazi per l’approssimazione.” Si sposta poi a El Celler de Can Roca, 3 stelle Michelin e miglior ristorante per i 50Best Restaurants e qui si lega moltissimo a Joan Roca, uno dei fratelli fondatori del ristorante, che lo accoglie felicemente in brigata. Il percorso qui è felice e pieno di stimoli tra la possibilità di sperimentare e il lavoro in partita a cui viene ammesso con plauso: infatti, vince il premio per la creatività che ogni anno lo chef Roca indice tra tutti i membri della sua brigata. Concorre con un piatto tutto italiano, anzi romano: Triglia, panzanella e limone. Il richiamo dell’Italia è però forte e quando arriva la possibilità di entrare a lavorare da Enrico Crippa, capisce che è ora di tornare a casa.

“Essere qui come chef di Imàgo è l’avventura della mia vita: grazie a Roberto Wirth ho messo insieme una brigata di giovani professionisti, come il mio collega Matteo Taccini che ha militato nell’ultimo anno nella cucina di Enigma (altro tempio della gastronomia internazionale contemporanea) con cui spesso ho incrociato il mio cammino lavorativo. Con Roberto Wirth abbiamo subito trovato il punto di incontro sulla filosofia di cucina che verrà espressa da Imàgo: al centro ci sarà l’italianità con omaggi anche alla tradizione e alla stagionalità dei prodotti, che verrà sempre proposta con la visione e il gusto contemporaneo, come i miei. Qui ho trovato, inoltre, una grande brigata di sala, guidata da

Marco Amato e supportata dal F&B manager Ilario Bonzani: insieme intendiamo render sempre più simbiotico il lavoro delle due squadre e far vivere all’ospite un’esperienza sempre più coinvolgente.

“Un anno fa abbiamo celebrato il 125° anniversario dalla nascita dell’Hotel Hassler – conclude Roberto E. Wirth – e da quando, giovanissimo sono partito per gli Usa pieno di sogni e di voglia di riuscire, ho sempre pensato che non esistesse altra strada oltre quella d’eccellenza. L’Imàgo è un ristorante dove il mio tocco personale è sempre stato essenziale. È stato così nel momento in cui ho deciso di trasformare in ristorante gourmet il locale che mio padre, Oscar Wirth, decise di creare nel 1956, in occasione della totale ricostruzione della struttura dopo la guerra: il Roof Top dell’Hotel Hassler fu il primo ristorante d’Italia ad avere panorama mozzafiato sulla città, anticipando così la tendenza internazionale a utilizzare le terrazze per la ristorazione.

Ed è così anche ora: Imàgo è il contenitore della nostra filosofia che si esprime attraverso un percorso gastronomico unico e originale.”

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