IL GABBIANO di Anton Cechov con Manuela Kustermann dal 1 al 18 febbraio Teatro Vascello

Questo spettacolo è un omaggio a Giancarlo Nanni regista geniale e visionario scomparso troppo presto, privandoci così dei tanti progetti che avrebbe potuto portare a termine. Ed è anche un occasione per celebrare il compleanno della nostra compagnia che compie 50 anni! Il Gabbiano, è il risultato di improvvisazioni, di studi , di prove nelle quali abbiamo analizzato e destrutturato il testo durante oltre un anno.Uno spettacolo che può essere un valido esempio di TEATRO IMMAGINE, dove la parola si fonde con la luce, la musica e la gestualità degli interpreti.È un esempio di un Teatro quasi scomparso, per la bellezza e la ricchezza delle immagini accompagnate da una musica coinvolgente. Nanni aveva il dono di costruire spettacoli sorprendenti con un nulla di scenografie, lui che aveva cominciato come pittore appartenente alla cosiddetta “scuola romana dell’avanguardia “ con le frequentazioni degli artisti belli e maledetti di Piazza del Popolo a Roma, poi dedito al teatro dopo il nostro incontro ( io lavoravo con Carmelo Bene) costruiva la scenografia come un quadro, pennellate di luci, create insieme al nostro bravissimo light designer ValerioGeroldi.

Giancarlo Nanni, un regista capace di far emergere la creatività di ciascuno, attraverso il dono della consapevolezza che ognuno poteva esprimersi liberamente senza alcun condizionamento.

Un uomo generoso, con occhi dallo sguardo acuto e profondo, sempre disponibile all’ascolto, molto amante della vita e del mare nato in Grecia, dove infatti tornava ogni volta che poteva. Insieme abbiamo creato spettacoli bellissimi e questo è il mio modo di ringraziarlo, facendo rivivere dopo 20 anni , uno degli spettacoli che più amava e che più rispecchiano il suo modo di fare e di intendere il Teatro. Ho potuto rimettere in scena “Il Gabbiano “e ripresentarlo al pubblico come era perché ho potuto lavorare con tutto il magnifico cast di allora ( salvo naturalmente Nina e Kostia) e li voglio ringraziare tutti! Grazie Massimo, Sara, Paolo, Maurizio, Anja .

Grazie ai giovani Eleonora e Lorenzo.

Grazie a Gaia , Valerio, Danilo.

Grazie Marco ,Cristina, Isabella.

Grazie Nanni!

Il tuo Gabbiano resterà nei nostri cuori e nella nostra memoria per sempre!

Manuela Kustermann

sinossi:

Lo sguardo ironico del grande autore russo sulla borghesia in villeggiatura sulle rive di un lago: i drammi e le tragedie accadono fuori scena. Pur rappresentando uno spaccato sociale della borghesia russa di fine ‘800, Il Gabbiano, è un’opera di grande attualità, sia per l’intreccio tra natura, sentimenti umani e complessità dell’arte, sia per il conflitto generazionale tra i personaggi. La protagonista Irina Arkadina è un’attrice famosa, il suo amante Trigorin, un noto scrittore. Anche il figlio di Irina, Kostantin, aspira a diventare scrittore e Nina, la ragazza da lui amata (e che si innamorerà di Trigorin), sogna

di fare l’attrice. Entrambi realizzeranno i loro sogni, ma pagandoli con l’infelicità. Insoddisfatti sono anche i “vecchi”, cinicamente indifferenti ai problemi dei giovani, ma in realtà dominati dalla stessa voglia di vivere e di amare.

La compagnia La Fabbrica dell’Attore, fondata da Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann, per il suo 50° anno di attività, vuole ricordare la figura storica e incontrovertibile del suo fondatore, nonché regista di innumerevoli successi che hanno segnato la storia del teatro contemporaneo, definendo lo stesso, come “teatro immagine”.

La ripresa di questo storico spettacolo, ci è sembrato tra gli ultimi diretti da Nanni il più completo e capace di raccontare e rappresentare al meglio la cifra stilistica e la poetica del nostro compianto amico e compagno di strada.

Il Gabbiano di Cechov con la regia di Giancarlo Nanni, nasce da un lungo percorso, fatto di studio, laboratori, prove che la compagnia tutta fece tra il 1996 e il 1998. La versione che riproponiamo vede ancora il cast originale, di quel favoloso gruppo di lavoro che costituiva il nucleo centrale della compagnia La Fabbrica dell’Attore.

Uniche eccezioni dalla sua versione originale di questa rimessa in scena, sono legate alle sostituzioni degli attori che interpretano Nina e Kostia, che per ragioni anagrafiche non possono essere le stesse di 20 anni fa.

Manuela Kustermann che ne cura la rimessa in scena è la custode più attendibile del segno registico di Nanni, avrà il compito di far rivivere magicamente quell’atmosfera che Nanni seppe costruire insieme alla compagnia, proponendo lo spettacolo nella sua versione originale e fedele all’idea registica di Giancarlo Nanni, il disegno luci sarà curato da Valerio Geroldi che seppe interpretare al meglio la visione artistica di Nanni per questo Gabbiano.

Note di Regia

Da Il Gabbiano di Cechov tentiamo un volo immaginario verso la storia delle rappresentazioni cechoviane, dalla prima edizione di Stanislavskij attraverso le grandi regie del passato, sino al presente remoto di Visconti, Strehler e Peter Brook. Un laboratorio di immagini. Un tentativo di andare ancora più in profondità, liberando la scrittura cechoviana dal suo modello interpretativo.

Attraverso un meccanismo di rimandi, di improvvisazioni, di uso di tecnologie telematiche, elettroniche, vere e false, con passaggi improvvisi di tempo e di spazio, abbiamo cercato di comporre e scomporre questo affresco della vita umana, dove gli eccessi artistici e la loro caduta, i fallimenti, le angosce, gli stati sublimi della creazione si fondono, scontrandosi e omologandosi in una scrittura scenica senza schemi prefissi. Giancarlo Nanni

Note e approfondimenti

Il Gabbiano di A. Cechov

regia Giancarlo Nanni

Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann insieme alla loro storica compagnia La Fabbrica dell’Attore, nata dai fermenti storici del teatro d’avanguardia della fine degli anni 60 nella loro prima sede il Teatro la Fede, portarono in scena, dopo un lavoro di studi e laboratori durato circa 3 anni dal 1995 al 1997, al teatro Vascello di Roma, il loro primo Cechov- Il Gabbiano.

Sicuramente uno degli spettacoli più rappresentativi di Giancarlo Nanni e del suo modo di fare teatro. Nanni ha utilizzato il testo di Cechov per sviluppare due temi a lui cari e sempre molto attuali: “l’arte scenica e la memoria” e “il nuovo attore e la scena”. La sua messa in scena ebbe tantissimi consensi di pubblico e di critica con un’importante tournée internazionale come il Caffè la Mama di New York dove il suo lavoro “Il Gabbiano” fu apprezzato da molti membri dell’Actors Studio fra cui il direttore artistico Estelle Parsons, che chiese per la prima volta a un regista italiano di dirigere un acting workshop presso l’Actors Studio con Harvey Keitel moderatore. Un’esperienza questa che ha sicuramente dato lustro alla sua lunga carriera di artista. Giancarlo Nanni, nato a Rodi nel 1941, si dedica all’età di 18 anni alla pittura iniziando a esporre alla Galleria Arco D’Alibert e partecipando con happenings nel 1965 a varie manifestazioni: Urbs Rosa a Monaco, nel 1966 al Carnevale di Rieti, e nel 1967 24 ore No Stop Teatro alla Libreria Feltrinelli di Roma. Girò nel 1968 un happening sul Tevere per la Televisione Tedesca.

Alla fine degli anni 60 inizia la sua attività teatrale con Manuela Kustermann, e fonda il Teatro La Fede, da cui escono artisti come Memè Perlini, Giuliano Vasilicò, Valentino Orfeo, Pippo di Marca, Gianni Fiori, ecc. che insieme a Nanni sono il nucleo principale del movimento conosciuto come la Scuola Romana. Al suo attivo un gran numero di regie teatrali, operistiche, cinematografiche e televisive. Mette in scena spettacoli significativi per l’immaginario giovanile e non solo, nascono produzioni storiche come A come Alice, Risveglio di Primavera, L’imperatore della Cina, che provocano la nascita di quel movimento teatrale che privilegia l’immagine alla parola. Al Teatro la Fede passano artisti internazionali come Steve Lacy, John Cage, Gèrard Gelas, The Living Theatre. Nel 1989 acquista e restaura, insieme a Manuela Kustermann, il cinema Vascello trasformandolo in uno dei teatri più belli e moderni di Roma inaugurato con un grande spettacolo internazionale Qui non ci torno più di Tadeusz Kantor e il suo Teatro Cricot di Varsavia, che indica la linea di tendenza di un nuovo teatro di sperimentazione e ricerca di linguaggi teatrali innovativi

Il Gabbiano di Nanni è un ulteriore testimonianza di una modalità di lavoro che si basa sull’improvvisazione e sulla ricerca di nuovi linguaggi teatrali. A partire da Il Gabbiano di Cechov, citava Nanni, tentiamo un volo immaginario verso la storia delle rappresentazioni cechoviane, dalla prima edizione di Stanislavskij attraverso le grandi regie del passato, sino al presente remoto di Visconti, Strehler e Peter Brook. Un laboratorio di immagini. Un tentativo di andare ancora più in profondità, liberando la scrittura cechoviana dal suo modello interpretativo. Attraverso un processo di rimandi,

improvvisazioni, di uso di moderne tecnologie e con passaggi improvvisi di tempo e spazio, abbiamo cercato di comporre e scomporre questo affresco della vita umana, dove gli eccessi artistici e la loro caduta, i fallimenti, le angosce, gli stati sublimi della creazione si fondono in una scrittura scenica senza schemi prefissi.

Pur rappresentando uno spaccato sociale della borghesia russa di fine ‘800, Il Gabbiano, è un’opera di grande attualità, sia per l’intreccio tra natura, sentimenti umani e complessità dell’arte, sia per il conflitto generazionale tra i personaggi. La protagonista Irina Arkadina è un’attrice famosa, il suo amante Trigorin, un noto scrittore. Anche il figlio di Irina, Kostya, aspira a diventare scrittore e Nina, la ragazza da lui amata (e che si innamorerà di Trigorin), sogna di fare l’attrice, mentre Masha, da sempre innamorata di Kostya, perderà ogni illusione d’amore. Tutti i personaggi sono dominati dalla stessa voglia di vivere e di amare, ma anche quando riescono a realizzare i loro sogni, pagheranno con l’infelicità ed il cinismo. Tuttavia lo sguardo dell’autore è ironico: in villeggiatura sulle rive di un lago vari personaggi si incontrano, leggono, si riposano, pescano e soprattutto si annoiano: i drammi e le tragedie accadono fuori scena.

Biglietteria: Intero € 20,00 – Ridotto over 65 € 15,00 e studenti € 12,00

Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto

Abbonamenti

ABBONAMENTO REGALO € 50,00

5 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza

FREE CLASSIC € 90,00

10 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza

LOVE € 80,00

4 spettacoli in coppia, a scelta programmazione prosa, musica e danza

FAMILY € 40,00 programmazione Vascello dei Piccoli

5 ingressi cumulabili

Cristina D’Aquanno

Ufficio Stampa, promozione e comunicazione Teatro Vascello

06 5881021 – 06 5898031

Whatsapp 340 5319449 promozione@teatrovascello.it

Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78

Cap 00152 Monteverde Roma www.teatrovascello.it

Il Teatro Vascello si trova nello splendido quartiere di Monteverde vicino al Gianicolo sopra a Trastevere a Roma, con i suoi 350 posti, la platea a gradinata e il palcoscenico alla greca permette un’ottima visibilità da ogni postazione.

Il Teatro Vascello propone spettacoli di Prosa, Spettacoli per Bambini, Danza, Drammaturgia Contemporanea, Eventi, FestivaL, Rassegne, Concerti, Laboratori

Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Francesco Saverio Sprovieri, 10, Roma tel 06 58122552; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma

Con mezzi pubblici : autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano : da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello

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