FEARLESS

Sabato 18 gennaio (ore 21) il Teatro del Lido di Ostia

porta in scena una sensuale, emozionante e soprattutto autoironica ‘terapia di gruppo’,

per innescare, attraverso risate ed emozioni, una riflessione sulle contraddizioni del nostro tempo,

che sbandiera la parità di genere senza realizzarla mai davvero

FEARLESS

di e con Chiara Becchimanzi
e con Alessio Righi chitarre

Valdrada Teatro

Sabato 18 gennaio (ore 21) il Teatro del Lido di Ostia presenta FEARLESS scritto e interpretato da Chiara Becchimanzi, con Alessio Righi alle chitarre.

Chiara Becchimanzi, premio Comedy Roma Fringe 2016, tra le 100 eccellenze creative del Lazio 2018, conduce una sensuale, emozionante e autoironica terapia di gruppo, per cercare di capire, tutti insieme, «cosa vogliono le donne, e se sia poi così diverso da quello che vogliono gli uomini. Per poi gridarlo a gran voce: senza paura». Fearless fonde stand up comedy, musica, satira e teatro in un viaggio trascinante, per smontare i tabù sessuali e sentimentali che ancora ci ingabbiano, in un processo liberatorio ed esilarante che non lascerà nessuno/a escluso/a. Un’esperienza di grande condivisione teatrale, arricchita dalle chitarre di Alessio Righi, compagne di viaggio fondamentali per un flusso di coscienza i cui risvolti non sono mai quello che sembrano. Chiara Becchimanzi prosegue la riflessione iniziata con Principesse e Sfumature – Lei, Lui & Noialtre – inserito tra le 100 Eccellenze Creative del Lazio 2018 (Volume 100 Storie di Creatività), Coppa Solinas Roma Comic Off 2017, Premio Comedy Roma Fringe 2016, scelto dal Festival di Psicologia 2017 e dal Collettivo Chayn per i diritti delle donne, andato in scena in tutta Italia per oltre 40 repliche – costruendo un ragionamento esilarante eppure delicato, coinvolgente e dissacrante, che va dalla vulva e i suoi desideri reconditi, alla proposta di compiti da svolgere in sala (tutte/i insieme) e a casa (privatamente), dalle idiosincrasie e i limiti della comunicazione tra donne, dall’amore omosessuale alla maternità, dalla pressione sul maschio alle sue frustrazioni, dagli orgasmi di lei agli orgasmi di lui, da Aristotele a Maria Maddalena al perbenismo anni ’60, dal femminicidio all’aborto, analizzando gli stereotipi di genere uno per uno, in un crescendo interattivo di cui il pubblico è assoluto protagonista, con l’intento di innescare, attraverso la risata e l’emozione, un meccanismo di riflessione sulle contraddizioni del nostro tempo, che sbandiera la parità senza realizzarla. Riflettere sull’origine di ogni nostro, personalissimo “circolo vizioso degli stereotipi”, può essere un ottimo punto di partenza per scardinarli tutti. Perché di riflettere c’è bisogno, ma se si riflette ridendo, si riflette meglio.

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