CAMERISTI DELLA SCALA 13 MAGGIO | Teatro Manzoni Pistoia | SIPARI APERTI

Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale

Comune di Pistoia

Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

Ministero della Cultura

Regione Toscana

con il contributo di Far.Com – Unicoop Firenze – Toscana Energia

PISTOIA

Teatro Manzoni – Piccolo Teatro Mauro Bolognini

LA STAGIONE | SIPARI APERTI

prosa – musica – teatro ragazzi

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P R O S A

Teatro Manzoni

sabato 15 MAGGIO (ore 19.30)

domenica 16 MAGGIO (ore 18)

MASSIMO POPOLIZIO in

FURORE

dal romanzo di John Steinbeck

ideazione e voce Massimo Popolizio

adattamento Emanuele Trevi

musiche eseguite dal vivo da Giovanni Lo Cascio

Compagnia Umberto Orsini / Teatro di Roma – Teatro Nazionale

Durata: 1 ora e 20 minuti (senza intervallo)

Nell’estate del 1936, il San Francisco News chiese a John Steinbeck di indagare sulle condizioni di vita dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti, soprattutto dall’Oklahoma e dall’Arkansas, a causa delle terribili tempeste di sabbia e dalla conseguente siccità che avevano reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Il risultato di quell’indagine fu una serie di articoli da cui l’autore americano generò, tre anni dopo, nel 1939, il romanzo Furore. Quello a cui assisterete è il racconto di come John Steinbeck trasformò quella decisiva esperienza giornalistica, umana e politica in grande letteratura.

È una straordinaria figura di narratore ‒ nello stesso tempo arcaica e modernissima ‒ che può prendere forma in un lavoro di drammaturgia basato sul capolavoro di John Steinbeck. E forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile «story-teller» un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione. Più che a una «riduzione», riteniamo che un progetto drammaturgico su Furore debba tendere a esaltare le infinite risorse poetiche del metodo narrativo di Steinbeck, rendendole ancora più evidenti ed efficaci che durante la lettura. Raccontando la più devastante migrazione di contadini della storia moderna, Massimo Popolizio darà vita a un one man show epico e lirico, realista e visionario, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità. Il controcanto è affidato al caleidoscopio di suoni realizzati dal vivo dal percussionista Giovanni Lo Cascio. (Emanuele Trevi)

Dopo il piccolo kolossal di Latella sulla Valle del’Eden, ora Massimo Popolizio addensa in poco più di un’ora, un altro capolavoro come Furore. È un viaggio bello e affascinante, che disvela senza nessun riguardo il dolore e la fatica delle masse di contadini che negli anni ’30 successivi alla grande crisi, furono costretti a lasciare le terre inaridite dell’Arkansas e dell’Oklahoma in una nuova corsa all’Ovest verso la California. Popolizio spende tutta la sua eccellenza di attore impegnandosi allo spasmo, accompagnato dalla vibrante sonorizzazione musicale di Giovanni Lo Cascio e dalle immagini d’epoca, belle quanto impressionanti e rivelatrici nei volti e nei paesaggi d’epoca. Il risultato è quello di un esperienza davvero rara per lo spettatore, con la inquietante rispondenza di pregiudizi, egoismi e dislivelli che ancora oggi continuano a ferire le società più ‘avanzate’”

(Gianfranco Capitta, “Il Manifesto”)

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

venerdì 21 MAGGIO (ore 19.30)

NICOLA PECCI in

ESSERE JIM MORRISON

uno spettacolo di Andrea Bruno Savelli

Accademia dei Perseveranti / Teatrodante Carlo Monni

Durata: 1 ora (senza intervallo)

Raccontare la vita di Jim Morrison attraverso la sua musica, le sue parole, che spesso sfociavano in poesia, oltre che i suoi pensieri. Una cavalcata feroce e inarrestabile su un cavallo di razza. Un modo per scoprire o ricordare uno degli artisti che più di tutti ha condizionato la sua epoca ma anche quelle successive, attraverso non solo le sue opere, ma anche le sue contraddittorie azioni. Un uomo in una vasca, che canta le canzoni del suo idolo per prepararsi ad un provino di un programma tv dal titolo “Essere Jim Morrison” ma che confonde continuamente i piani tra la sua vita e quella dell’artista fino a fonderli in un sorprendente finale…. Nicola Pecci, eclettico cantautore e attore pratese, interpreterà dal vivo alcuni dei più grandi successi del grande Jim Morrison tra cui Light my fire, Break on through e Roadhouse blues.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

giovedì 27 MAGGIO (ore 19.30)

IMMA VILLA in

SCANNASURICE Premio Le Maschere del Teatro 2017 a

di Enzo Moscato Imma Villa Migliore Interprete di Monologo

regia Carlo Cerciello Premio della Critica (A.N.C.T.) 2015

scene Roberto Crea Miglior Spettacolo

costumi Daniela Ciancio

suono Hubert Westkemper

musiche originali Paolo Coletta

disegno luci Cesare Accetta

Elledieffe Compagnia di Teatro di Luca De Filippo / Teatro Elicantropo

Durata: 1 ora e 20 minuti (senza intervallo)

Scannasurice è il testo che nel 1982 segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete. Nel 2015 è stato messo in scena da Carlo Cerciello che ne ha affidato l’interpretazione a una straordinaria Imma Villa (Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 come Migliore Interprete di Monologo) e lo spettacolo si è aggiudicato il Premio della Critica. Ambientato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi”, di un personaggio dalla identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi – metafora dei napoletani stessi – e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita, “batte”. È, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche. Per questo ne è interprete un’attrice che del personaggio esalta l’ambiguità e l’eccesso. In un dialetto lirico e suggestivo, la creatura a metà tra l’osceno e il sublime distilla imprecazioni esilaranti, filastrocche popolari e antiche memorie in un’alternanza di ritmi e di sonorità rendendo un testo ed uno spettacolo propriamente caratterizzato dalla parola profondamente affascinante. Cerciello coniuga qui i due finali scritti da Moscato in due momenti successivi: il primo nel 1982, il secondo, su impulso di Annibale Ruccello che ne fece la regia due anni dopo. Di una morte simbolica comunque si tratta, nel segno di un pessimismo che lascia poche vie di fuga.

Così la Napoli di Moscato dilata il suo spazio metafisico nelle coscienze incapaci di ogni redenzione, e s’incarna in una divinità dai mille gesti, dai volti dispari, dalle voci malate e senza speranza. Tutte tenute insieme da un solo corpo d’attrice, straordinaria, Imma Villa. Grazie a lei il pubblico, emozionato, commosso, turbato, ferito, esaltato, scopre la gioia ed il dolore di condivisioni che a volte ci concede il teatro. Accade raramente ed è un prodigio ed un dono. E gli applausi sembra non debbano mai avere fine.

(Giulio Baffi, “la Repubblica”)

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M U S I C A

in collaborazione con Fondazione Pistoiese Promusica

con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia


> Sinfonica

In fondo non stupisce che nella società più conformista d’ogni tempo, la nostra, fare l’elogio della consuetudine risulti gesto trasgressivo. Eppure proprio questo ci proponiamo di fare: ricostruire al più presto quella meravigliosa consuetudine di incontrarci nella bellezza della grande musica. Incontrarci con il protagonista più importante, quello che nessuno streaming può surrogare, quello di cui abbiamo tanto sentito la mancanza in questo interminabile anno: il pubblico. Cominciamo a farlo, in attesa di ritrovare la nostra amata Orchestra Leonore, aprendo le porte a due prestigiose compagini ospiti: giovedì 13 maggio i Cameristi della Scala proporranno un brillante excursus nel mondo delle musiche legate al melodramma italiano, sapientemente arrangiate e trascritte per ensemble e solisti. Mercoledì 19 sarà la Filarmonica Arturo Toscanini, sotto la guida di Carlo Goldstein, ad accompagnarci in un raffinatissimo gioco di rimandi, accostando un grande italiano mai abbastanza valorizzato, Nino Rota, al romanticismo di Reger e Wagner, e all’ironia sorniona del pirotecnico ingranaggio neoclassico messo a punto da Prokof’ev. Buon ritorno dunque nel nostro teatro, e che sia solo l’inizio!”

M° Daniele Giorgi

Direttore Musicale Orchestra Leonore, Direttore Artistico Stagione Sinfonica e Progetto Floema

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Teatro Manzoni Pistoia

giovedì 13 MAGGIO (ore 19.30)

CAMERISTI DELLA SCALA

LAURA MARZADORI violino

MASSIMO POLIDORI violoncello

Fantasie su opere italiane

Gioachino Rossini da “Guglielmo Tell”: Passo a sei danze dal I atto

(trascrizione per violino, violoncello e 11 strumenti)
Luigi Mancinelli Fantasia su “Aida” di G. Verdi
per violoncello e 11 strumenti
Angelo Bartelloni Fantasia su “I Lombardi alla prima Crociata” di G. Verdi
(per violino e 11 strumenti)
Giovanni Avolio Fantasia su “Falstaff” di G. Verdi (per violino, violoncello e 11 strumenti)
Antonio Bazzini
Fantasia su “La Traviata” di G. Verdi (per violino e 11 strumenti)
Revisione e strumentazione di Gianluca Scandola

Durata: 1 ora e 15 minuti (senza intervallo)

Nell’Ottocento le opere del teatro musicale erano conosciute dal pubblico anche grazie a trascrizioni di vario genere. Mentre la Trascrizione è basata su una strumentazione per piccolo organico di un singolo brano dell’opera, la Fantasia condensa l’intera opera attraverso la selezione di alcune delle sue melodie più conosciute. In un’epoca in cui non esisteva la possibilità di riprodurre la musica se non dal vivo, questi lavori rappresentavano un importante veicolo di diffusione delle musiche operistiche.

I brani in programma, omaggio al genio e alla grandezza di Verdi e Rossini, giacevano inediti nelle biblioteche italiane: i Cameristi della Scala li hanno ritrovati e sottoposti ad un lungo lavoro di revisione e trascrizione, e li propongono oggi in queste rielaborazioni (che con linguaggio attuale potremmo definire “cover”) in cui le celeberrime musiche originali cui fanno riferimento rivivono in chiave moderna attraverso il virtuosismo dell’ensemble e dei suoi solisti.

CAMERISTI DELLA SCALA | L’orchestra da camera dei Cameristi della Scala è stata fondata nel 1982 ed è formata da musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala. I Cameristi hanno eseguito concerti in sale da concerto e teatri fra i più prestigiosi del mondo. Nella stagione 2019-2020 hanno debuttato alla Victoria Hall di Ginevra e tenuto concerti al MC2 di Grenoble, all’Istanbul Music Festival, al Festival Ljubljana, al George Enescu Festival di Bucharest e all’International Music Festival “Autumn Tbilisi”. Nel 2018 i Cameristi della Scala e l’Étoile Roberto Bolle sono stati i protagonisti della serata inaugurale del World Economic Forum con la prima mondiale dello spettacolo “The Seasons”. Negli ultimi anni hanno suonato per due stagioni alla Carnegie Hall, alla sede ONU di New York, al MIT di Boston, a Washington, a Miami, in tre occasioni a nella sala Čajkovskij di Mosca, all’Auditorio Nacional di Madrid, a Buenos Aires al Teatro Coliseo, a Parigi nella sede dell’Unesco e nella Salle Gaveau, a Istanbul nella magica cornice di Hagia Irene e all’auditorium dell’İş Sanat, al Teatro dell’Opera di Varsavia, alla Tonhalle di Zurigo, al Sony Center di Toronto, e hanno tenuto quattro concerti a Shanghai rappresentando la città di Milano all’Expo 2010. Dal 2007 al 2009 sono stati i protagonisti, in piazza del Duomo a Milano, del Grande concerto d’estate, suonando sul sagrato alto del Duomo davanti a più di diecimila spettatori. Nel 2012 i Cameristi hanno ricevuto dalla Provincia di Milano il Premio Isimbardi, destinato alle istituzioni che, con la loro importante attività internazionale, hanno contribuito al prestigio della città di Milano nel mondo. Nell’autunno 2017 Wilson Hermanto, in occasione di un concerto tenuto a Zurigo, ha assunto il ruolo di Direttore Ospite Principale.

LAURA MARZADORI violino | A soli 25 anni vince il concorso internazionale per primo violino di spalla dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e dal maggio 2015 ricopre il prestigioso ruolo che le ha permesso di lavorare con direttori del calibro di Daniel Barenboim, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Daniel Harding, Zubin Mehta e Antonio Pappano. Si è imposta giovanissima all’attenzione del pubblico e della critica affermandosi a soli 16 anni al Premio “Città di Vittorio Veneto”. Nel 2013, col Trio AMAR, assieme a Leonora e Ludovico Armellini, ha ricevuto il “XXXII Premio Abbiati” dedicato a Piero Farulli. Ha tenuto numerosi concerti in Italia e all’estero (Stati Uniti, Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Ucraina, Germania, Svizzera, Uruguay, Teatro Coliseum di Buenos Aires, Konser Salonu di Instanbul e Auditorium Parco della Musica a Roma) collaborando come solista con orchestre prestigiose. A Dicembre 2013 ha debuttato come violino solista al Teatro alla Scala di Milano in Russian Seasons di Leonid Desyatnikov. Ha, inoltre, suonato in formazioni cameristiche con grandi musicisti come Salvatore Accardo, Pavel Berman, Rocco Filippini, Mario Brunello, Bruno Canino, Antonio Meneses, Antony Pay, Andrea Lucchesini e Bruno Giuranna e recentemente con diversi colleghi della Scala. Nel 2010 ha eseguito in anteprima mondiale a New York il Concerto per violino e orchestra in La magg. P. 49 di Ottorino Respighi, che ha inciso per NAXOS, e nel 2012, con l’Orchestra della Città di Ferrara diretta da Marco Zuccarini, ha eseguito, in anteprima italiana, il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 26 di Ermanno Wolf Ferrari, registrato dal vivo e inciso per la Tactus. In occasione di EXPO è stata invitata a suonare in concerto “il Cannone” di Guarneri del Gesù, il violino di Niccolò Paganini. Suona il violino di G. B. Guadagnini, ex-Kleynenberg, del 1783, di proprietà della Fondazione Pro Canale.

MASSIMO POLIDORI violoncello | Nato a Torino, compie i primi studi con Renzo Brancaleon nel conservatorio della sua città, diplomandosi in violoncello con il massimo dei voti. Giovanissimo partecipa alla Rassegna musicale di Vittorio Veneto aggiudicandosi il premio “Giovanni Camerana” per la migliore interpretazione di una Suite di Bach. Successivamente prosegue gli studi sotto la guida di Daniel Grosgurin al Consevatorio Superiore di Musica di Ginevra ottenendo il Primo Premio di Virtuosité e una borsa di studio destinata al miglior diplomato dell’anno. È stato Primo Violoncello solista della Camerata Bern, con cui ha realizzato numerosi CD per Philips, Decca, Berlin Classic ed ECM, insieme ad artisti quali Radu Lupu, András Schiff, Thomas Zethmeir, Heinz Holliger e Ana Chumachenco. Nello stesso periodo è stato titolare della cattedra di violoncello al Conservatorio di Musica di Friburgo.La grande passione per il repertorio cameristico lo spinge a fondare, nel 1993, il Trio Johannes, insieme a Francesco Manara (Violino di spalla dell’orchestra della Scala) e al pianista Claudio Voghera. Per la rivista “Amadeus” il Trio ha registrato l’integrale dei trii e dei quartetti con pianoforte di Brahms, e un cd dedicato a musiche di Ravel. Nel 2000 viene scelto da Riccardo Muti come Primo Violoncello dell’Orchestra del Teatro alla Scala, e nello stesso anno, col sostegno e l’incoraggiamento del Maestro, rifonda il Quartetto d’archi della Scala insieme alle prime parti del Teatro. Da dieci anni Polidori partecipa inoltre con entusiasmo ai progetti dei Violoncellisti della Scala. L’attività solistica lo ha portato a collaborare con numerosi ensemble in Italia e all’estero tra cui l’Orchestra da Camera di Mantova, la Filarmonica di Torino, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, la Camerata Bern, la Pittsburgh Symphony, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Cherubini e la Filarmonica della Scala. Suona un Violoncello Paolo Castello costruito a Genova nel 1760.

Teatro Manzoni Pistoia

mercoledì 19 MAGGIO (ore 19.30)

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI

CARLO GOLDSTEIN direttore

Max Reger Lyrisches Andante – “Liebestraum” (Andante Lirico – “Sogno d’amore”) per archi

Nino Rota Sinfonia n. 3 in do maggiore
Richard Wagner Siegfried-Idyll (Idillio di Sigfrido) WWV 103
Sergej Prokof’ev Sinfonia n. 1 “Classica” in re maggiore op. 25

Durata: 1 ora e 5 minuti (senza intervallo)

L’ideazione di un programma da concerto può seguire due strade: quella della palese coerenza tra i contenuti

proposti, oppure può cercare di proporre un percorso d’ascolto più ardito, più sinuoso. In questo caso,

la Filarmonica Toscanini, sotto la guida di Carlo Goldstein, sceglie di mettere assieme quattro compositori

molto diversi tra loro: in un’ora di musica l’ascoltatore partirà da Reger per passare a Rota e Wagner,

per arrivare infine a Prokof’ev, in un accostamento che potrebbe sembrare un azzardo e che invece esalta,

attraverso un preciso ordine di esecuzione, il contrasto tra mondi, stili, poetiche musicali differenti, trovando

osì una fisionomia precisa. Il programma crea infatti idealmente due “coppie” che al loro interno presentano

molte affinità, contrapponendo il lirismo contemplativo del Lyrisches Andante di Reger e del Siegfried-Idyll

di Wagner alla freschezza musicale, ritmica e contrappuntistica della Sinfonia n. 3 di Rota e della “Classica”

di Prokof’ev, in un’alternanza che fornisce all’ascoltatore un “ritmo” che evita la monotonia, e che con l’ordine

dei brani, nella sequenza Lento-Veloce-Lento-Veloce, ricrea la struttura di una grande sinfonia in quattro

movimenti.

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI | Eccellenza internazionale, debutta al Festival di Strasburgo nel 2002 e riscuote grande successo nelle più prestigiose sedi internazionali. Tra i grandi direttori l’hanno guidata: Gianandrea Gavazzeni, Vladimir Delman, KurtMasur, Lorin Maazel, Georges Prêtre, Zubin Mehta, Jurij Temirkanov, Vladimir Jurowski, James Conlon e numerose sono le collaborazioni con importanti solisti, tra cui: Salvatore Accardo, Stefano Bollani, Mario Brunello, Natalia Gutman, Misha Maisky, Ivo Pogorelich,Uto Ughi, Jean-Yves Thibaudet, Maxim Vengerov, Krystian Zimerman. Enrico Onofri ne è oggi il Direttore Principale. La sua nomina si inserisce nel percorso di approfondimento della prassi esecutiva e del repertorio classico e preclassico anche grazie all’ospitalità di prestigiosi specialisti: Federico Maria Sardelli, Rinaldo Alessandrini, Ton Koopman, Diego Fasolis, Fabio Biondi, Christophe Rousset. Parallelamente a questo percorso di affinamento tecnico e stilistico, la Fondazione, forte della sua ben nota duttilità si arricchisce della collaborazione di grandi figure direttoriali che fanno del cartellone della stagione sinfonica uno dei più prestigiosi a livello nazionale: Daniele Gatti, Fabio Luisi, Omer Meir Wellber, Michele Mariotti. Dal 2012 la Filarmonica è partner artistico del Festival Verdi organizzato dal Teatro Regio di Parma. Un sodalizio artistico nel nome due prestigiosi musicisti parmigiani Verdi e Toscanini, la cui fama è divenuta universale.

CARLO GOLDSTEIN direttore | Nel 2019/20 Carlo Goldstein ha diretto l’apertura della stagione alla Sydney Opera House con La Bohème, una nuova produzione di Guglielmo Tell nel circuito dei teatri di Operalombardia e al Teatro Verdi di Pisa e una Cavalleria rusticana in forma concertante con Roberto Alagna e Aleksandra Kurzak a Palermo – l’unica rappresentazione lirica al festival estivo “Sotto una nuova luce” del Teatro Massimo. Nelle prossime stagioni farà il suo debutto come direttore ospite alla BBC Philharmonic, ritornerà al Teatro Massimo di Palermo e all’Opera di Sydney e dirigerà una nuova produzione della Dreigroschenoper con la Wiener Volksoper. In stagioni recenti ha diretto in Italia al Teatro La Fenice di Venezia e nei teatri di Brescia, Como, Cremona, Livorno, Lucca, Pavia, Pisa e Reggio Emilia lavori quali Adriana Lecouvreur, Un ballo in Maschera, La Bohème, Carmen, Così fan tutte, Turandot e inoltre I Pagliacci al festival estivo del Teatro Sociale di Como – produzione premiata con il prestigioso Premio Abbiati. Al Festival della Valle d’Itria Goldstein ha diretto la prima mondiale di L’Orfeo – Immagini di una lontananza di Daniela Terranova, basato su L’Orfeo di Luigi Rossi del 1642. Oltre a concerti sinfonici in Italia, ad esempio con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Goldstein è stato invitato a dirigere orchestre in Israele e in Russia, tra cui la St. Petersburg State Symphony e la Hermitage Symphony Orchestra.

M U S I C A

in collaborazione con Fondazione Pistoiese Promusica

con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

> Musica da Camera

La Stagione di Musica da Camera, dopo le sospensioni dovute all’emergenza pandemica, riprende il suo percorso recuperando quattro appuntamenti della passata stagione e aggiungendone due nuovi, compilando, in tal modo, un cartellone che si propone di solleticare vari appetiti musicali. Attraverso programmi caratterizzati da grande varietà di repertorio, tre solisti, con alle spalle storie di vita molto diverse, metteranno in mostra le loro qualità strumentali ed interpretative: passeremo così dalle raffinate trame della “Serenata per una Musa”, proposta, attraverso un variegato programma, dall’arpa di Anaïs Gaudemard, al talento nascente di Alexandra Dovgan, pianista tredicenne, presentata dal grande pianista Grygory Sokolov come strumentista dal “talento armonioso in modo raro”, al virtuosismo del violino di Oleksandr Semchuck, brillante interprete e docente di fama internazionale. Un altro interessante appuntamento sarà condotto dal duo formato dal violoncellista Enrico Dindo e la pianista Monica Cattarossi, che ci condurranno attraverso la potente espressività di opere di Beethoven, Rachmaninoff e Prokofieff. La Cameristica 2021 sarà aperta e chiusa da due appuntamenti con la musica antica, un genere musicale che conta, sul nostro territorio, un folto e crescente numero di appassionati: il controtenore Raffaele Pe assieme al suo ensemble La Lira di Orfeo, impegnato in un programma che ruota intorno a musiche di Claudio Monteverdi e il gruppo corale Odhecaton, diretto da Paolo Da Col, che proporrà un affascinante percorso musicale attraverso Gli umori di Orlando di Lasso, titolo del concerto che fa riferimento alla suddivisione di alcune sue composizioni “per umori”, in nome delle inclinazioni gioviali e melanconiche della psiche che convissero o si alternarono nella complessa personalità di Orlando.

M° Massimo Caselli

Direttore Artistico Stagione di Musica da Camera

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Piccolo Teatro Mauro Bolognini

sabato 22 MAGGIO (ore 19.30)

RAFFAELE PE & La Lira di Orfeo

Raffaele Pe controtenore

Anaïs Chen violino e viola tenore

André Lislevand viola da gamba e lirone

Chiara Granata arpa tripla

Orazio Bassani Toccata per b quadro

Claudio Monteverdi Sì dolce è il tormento SV 332, Et è pur dunque vero (da Scherzi musicali 1632)

Dario Castello Sonata seconda a soprano solo

Claudio Monteverdi Pianto della Madonna SV 288, Baci soavi e cari

Ascanio Maione Recercare sopra il canto fermo di Costantio Festa

Aurelio Virgiliano Ricercare per la viola bastarda

Claudio Monteverdi Voglio di vita uscir SV 337, Salve Regina SV 154

Durata: 1 ora e 30 minuti (compreso intervallo)

Il concerto di apertura della sezione di Musica da Camera vede un appuntamento con uno dei migliori interpreti

di musica antica ovvero il controtenore Raffaele Pe. Un solista richiesto da direttori, orchestre e gruppi non solo

per quanto riguarda il repertorio barocco: i suoi interessi musicali spaziano infatti dai capolavori del Recitar Cantando all’opera del Settecento fino al Novecento di Benjamin Britten e di Arvo Pärt. Collabora con musicisti

del calibro di Jordi Savall, William Christie, John Eliot Gardiner che fin dall’inizio della sua carriera hanno intuito le sue potenzialità tecniche ed espressive, coinvolgendolo in progetti musicali internazionali. Per sottrarsi alle frenesie

del ‘mercato’, Raffaele Pe ha fondato un ensemble tutto suo, La Lira di Orfeo, un collettivo di musicisti, artisti e ricercatori accomunati dallo studio di un repertorio in continua riscoperta. La Lira di Orfeo si propone di presentare il repertorio antico svolgendo meticolose ricerche storiche per una moderna esecuzione. Utilizzando le parole di Luciano Berio, Raffaele Pe & La Lira di Orfeo, aspirano a realizzare un ‘rendering’ dell’essenza originale di questo repertorio, accordando tecniche passate con una sensibilità contemporanea. A seguito del brillante debutto per Deutschland Radio Kultur alla Philharmonie di Berlino e delle presenze all’Accademia Filarmonica Romana, alla Società del Quartetto di Milano, al Festival Mito Settembre Musica, al Bologna Festival, La Lira di Orfeo è ormai riconosciuta come autorevole giovane interprete italiana della musica vocale tra Sei e Settecento. Dal dicembre 2015 è ensemble in residenza presso la Sala della Musica della Fondazione Maria Cosway di Lodi, nell’intento di valorizzare e tramandare l’eredità culturale e musicale di Maria Hadfield Cosway (1760-1838) in una prospettiva internazionale. Nel 2014, l’ensemble ha inciso per Glossa il suo primo album “The Medici Castrato”, seguito nel 2018 da “Alessandro Scarlatti. Concerti Sacri” , pubblicato da Amadeus, e nel 2019 da “Giulio Cesare. A baroque Hero”, ancora per Glossa che ha ottenuto entusiastiche recensioni su tutte le principali testate specializzate a livello internazionale, nonché il prestigioso Premio Abbiati.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

sabato 29 MAGGIO (ore 19.30)

OLEKSANDR SEMCHUCK violino

Johan Sebastian Bach Ciaccona dalla partita n. 2 in re minore

Arthur Honegger Sonata per violino solo

Eugène Ysaÿe Sonata n. 2 per violino solo

Niccolò Paganini Capriccio n. 24 in la minore

Nathan Milstein Paganiniana

Myroslav Skoryk Capriccio per violino solo

Durata: 1 ora e 30 minuti (compreso intervallo)

Oleksandr Semchuk è uno dei più interessanti violinisti dei nostri giorni. Accostatosi allo studio del violino a 4 anni, ha maturato le sue doti strumentali attraverso il contatto con docenti di fama mondiale, tra i quali Menuhin, Varga, Tretiakov. Vincitore, già giovanissimo, di vari concorsi internazionali, ha intrapreso una brillante carriera concertistica che l’ha visto esibirsi con successo in tutto il mondo, sia come solista sia in collaborazione

con musicisti di fama internazionale come Canino, Lucchesini, Brunello, Mirabassi, Kogan e Petrushansky.

Semchuk risiede da alcuni anni in Italia, dove svolge anche una intensa attività didattica.

Ha insegnato presso la Scuola di Musica di Fiesole e l’Accademia Musicale di Firenze. Nel 2010 è stato invitato a coordinare il Dipartimento d’Archi dell’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola, presso la quale insegna tutt’ora.

A Pistoia presenterà un suggestivo programma che propone lavori che richiedono doti virtuosistiche di eccellenza (Ysaye, Paganini, Milstein) alternati a brani dove invece è indispensabili una solida capacità di analisi interpretativa (Bach, Honegger).

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

sabato 12 GIUGNO (ore 19.30)

ENRICO DINDO violoncello

MONICA CATTAROSSI pianoforte

Ludwig van Beethoven Sonata n. 4 in do maggiore op. 102, n. 1

Sergej Vasil’evic Rachmaninov Sonata in sol minore, op. 19

Ludwig van Beethoven Sonata n. 5 in re maggiore, op. 102, n. 2

Sergej Prokof’ev Sonata in do maggiore, op. 119

Durata: 1 ora e 30 minuti (compreso intervallo)

Più volte ospite della Stagione cameristica pistoiese, Enrico Dindo si esibisce, stavolta, in duo con la pianista

Monica Cattarossi, con la quale ha stretto una decennale e solida collaborazione artistica che li ha portati ad esibirsi in importanti sedi nazionali e internazionali, oltre a registrare l’opera omnia di Astor Piazzolla per violoncello e pianoforte per Limen Music.

ENRICO DINDO violoncello | Nato a Torino da una famiglia di musicisti, nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso “Rostropovich” di Parigi; da quel momento inizia un’attività da solista che lo porta ad esibirsi al fianco di importanti direttori

tra i quali R. Chailly, R. Payaré, G. Noseda, Myung-Whun Chung, P. Järvj, V. Gergev, R. Muti e M. Rostropovich. È ospite in numerosi festival prestigiosi e sale da concerto di tutto il mondo; ha partecipato allo Spring Festival di Budapest, alle Settimane Musicali di Stresa, al Festival delle Notti Bianche di San Pietroburgo. Ospite regolare dell’Orchestra del’Accademia di Santa Cecilia, nel 2010 e nel 2013 è stato in tournée con la Leipziger Gewandhaus Orchester, diretta da Riccardo Chailly con concerti a Lipsia, Parigi, Londra e Vienna, ottenendo un notevole successo personale. Tra gli autori che hanno creato musiche a lui dedicate sono da menzionare Giulio Castagnoli, Carlo Boccadoro Carlo Galante e Roberto Molinelli. Con la fondazione dell’ensemble I Solisti di Pavia, nel 2001, Enrico Dindo inizia un percorso di avvicinamento alla direzione d’orchestra che lo ha portato a collaborare recentemente con l’Orchestra Giovanile Italiana, l’Orchestra della Svizzera Italiana, con la Filarmonica della Scala e con la Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Recentemente è stato riconfermato direttore musicale e principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Zagabria. Insegna presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano e presso la Pavia Cello Academy ed ai corsi estivi dell’Accademia T. Varga di Sion. Nel 2012 è stato nominato Accademico di Santa Cecilia.

Nel 2012 la Chandos ha pubblicato i concerti di Shostakovich, incisi con la Danish National Orchestra, diretta da Gianandrea Noseda, riscuotendo un immediato consenso della critica internazionale. Enrico Dindo suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 affidatogli dalla Fondazione Pro Canale.

MONICA CATTAROSSI pianoforte | Milanese, lavora, nell’ambito della musica da camera e dell’accompagnamento, come interprete, camerista e docente. Invitata a suonare nei più importanti festival internazionali, ha tenuto concerti in moltissime sale prestigiose collaborando con artisti quali Julius Berger, Umberto Clerici, Rocco Filippini, Antonio Meneses, Erica Piccotti, Luca Ranieri, Danilo Rossi, Dora Schwarzberg. Con il violoncellista Enrico Dindo, con il quale ha stretto una decennale e solida collaborazione artistica, ha registrato l’opera omnia di Astor Piazzolla per violoncello e pianoforte per Limen Music. Si è esibita in numerose sedi nazionali nei concerti organizzati dall’Associazione “Gioventù Musicale d’Italia”. Come pianista dell’Orchestra Sinfonica “G. Verdi” di Milano ha inciso “Le mille e una notte” di Victor De Sabata per l’etichetta Universal, suonando con direttori quali Riccardo Chailly, Wayne Marshall e Zhang Xian. Ha collaborato con l’Università Mozarteum di Salisburgo,

il Festival di Neuburg, l’Accademia “Walter Stauffer” di Cremona e l’Accademia Chigiana di Siena come collaboratrice

pianistica. Ha registrato assieme a Filippo Farinelli l’opera completa di André Jolivet per due pianoforti per l’etichetta Brilliant Classics. Titolare della cattedra di accompagnamento pianistico al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano e della cattedra di musica da camera al Conservatorio Guido Cantelli di Novara, ha tenuto master classes presso la Sapporo Music University, la Seoul Chamber Orchestra, l’Accademia di Musica di Danzica. Nel 2007 ha conseguito la laurea in Musicologia presso l’Università di Cremona.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

domenica 11 LUGLIO (ore 19.30)

ALEXANDRA DOVGAN pianoforte

Ludwig Van Beethoven Sonata op. 31 n. 2 “La Tempesta”

Robert Schumann Scene dal bosco, op. 82

Fryderyk Chopin Ballata n. 1, op. 23, Ballata n. 2, op. 38, Andante Spianato e Grande Polacca Brillante op. 22

Durata: 1 ora e 30 minuti (compreso intervallo)

Il Piccolo Teatro Mauro Bolognini apre le proprie porte in luglio ad un evento molto particolare: il recital della pianista tredicenne Alexandra Dovgan. Il celebre pianista Grigory Sokolov l’ha definita “un raro caso, in quanto la definizione di “bambini prodigio” non è adatto a questa pianista, perché questo miracolo non ha nulla di infantile. Ascoltandola sentirete suonare un adulto, una personalità. Mi fa piacere notare la maestria della sua formidabile insegnante, Mira Marchenko, ma ci sono cose che non si possono insegnare. Il talento di Alexandra Dovgan è armonioso in modo raro, la sua maniera di suonare è autentica e concentrata. Prevedo un grande futuro per lei.

ALEXANDRA DOVGAN pianoforte | Nata nel 2007 in una famiglia di musicisti, inizia i suoi studi di pianoforte all’età di quattro anni e mezzo. Il suo straordinario talento viene subito notato e, a cinque anni, entra nella rinomata Scuola Centrale del Conservatorio di Mosca dove attualmente studia sotto la guida di Mira Marchenko. È già vincitrice di vari concorsi nazionali e internazionali. La giovane pianista ha già suonato in alcune delle più prestigiose sale da concerto europee (Concertgebouw di Amsterdam, Festival di Salisburgo, Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Roma, Barcellona, Gstaad, Klavierfestival Ruhr, Monaco, San Pietroburgo e Mosca). È stata diretta da Valery Gergiev, Vladimir Spivakov e Vladimir Fedoseyev. Nel dicembre 2018 la sua performance con Denis Matsuev e Valery Gergiev ha inaugurato il Mariinsky International Piano Festival, mentre a gennaio 2019 ha fatto il suo debutto alla Philharmonie di Berlino. Lontana dal pianoforte, Alexandra passa il suo tempo sciando, suonando l’organo, studiando balletto e matematica e giocando con il fratello più piccolo di 6 anni.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

sabato 24 LUGLIO (ore 19.30)

ANAÏS GAUDEMARD arpa

Serenade for a Muse

Dal Quaderno di Maria Anna “Nannerl” Mozart: Allegro moderato in fa maggiore, Andante in si bemolle maggiore, Klavierstück in si bemolle maggiore KV 5b, Polonaise in fa maggiore, Allegro in mi minore

Ludwig Spohr Fantasia op. 35

Gabriel Pierné Improvviso-Capriccio op. 9

Camille Saint-Saens Fantasia op. 95

Henriette Renié Légende

Gabriel Fauré Improvviso op. 86

André Caplet Divertissement à l’espagnole

Caroline Lizotte Suite Galactique op. 39: Exosphère, Hymne au bon combat, Scherzo del Pueblo

Durata: 1 ora e 30 minuti (compreso intervallo)

Una serata durante la quale il pubblico pistoiese potrà ascoltare i magici timbri del suono dell’arpa di Anaïs Gaudemard, una delle migliori arpiste moderne e una delle più brillanti interpreti della sua generazione.

Il programma eseguito da Anais Gaudemard spazierà tra autori di varie epoche, in un interessante e stimolante confronto tra stili compositivi e interpretativi.

ANAIS GAUDEMARD arpa | Si è rapidamente imposta come una delle migliori arpiste moderne e una delle più brillanti interpreti della sua generazione. Dopo numerose vittorie in concorsi internazionali, nel 2012, ottiene il riconoscimento di grado più elevato nel prestigioso Concorso Internazionale di Arpa in Israele e il premio speciale per la migliore interpretazione di musica contemporanea; nel 2016, si aggiudica il secondo premio e il premio speciale della Münchener Kammerorchester presso il Concorso Ard di Monaco di Baviera. Collabora con orchestre quali l’Orchestra del Festival di Lucerna, la Münchener Kammerorchester, l’Orchestra sinfonica della radio bavarese, l’Orchestra filarmonica d’Israele, l’Orchestra da camera di Losanna: è stata diretta da Claudio Abbado, Leonard Slatkin, Emmanuel Krivine, Kevin Griffiths. Di recente, ha debuttato con alcune nuove orchestre, come la Hong Kong Sinfonietta, l’Orchestra sinfonica di Mulhouse, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano e l’Orchestra Gulbenkian di Lisbona. Ha recentemente ottenendo il riconoscimento “EchoRising Stars”, premio assegnato dai direttori delle più grandi sale da concerti europee. Questo titolo l’ha portata a suonare presso la Philharmonie de Paris, la Kölner Philharmonie, la Philharmonie Luxembourg, la fondazione Calouste Gulbenkiana Lisbona, la Konzerthausdi Vienna, il Concertgebouwdi Amsterdam, il Palau de la Música Catalana di Barcellona, il Barbican Centre di Londra, la Festspielhaus Baden-Baden. Suona su un’arpa Style 23 Gold offerta dalla casa produttrice Lyon &Healy (Chicago) a seguito della vittoria nel Concorso Internazionale di Arpa di Israele.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

sabato 18 SETTEMBRE (ore 19.30)

ODHECATON ENSEMBLE voci

PAOLO DA COL direttore

Gli umori di Orlando di Lasso
Humor melancolico, Contritio cordis

Humor sanguigno

Laudatio Dei, Laudatio musicae

Durata: 1 ora e 30 minuti (compreso intervallo)

Il concerto conclusivo di Musica da camera vede protagonista l’ensemble Odhecaton, un gruppo corale che sin dal suo esordio nel 1998, ha ottenuto alcuni dei più prestigiosi premi discografici e il riconoscimento, da parte della critica, per aver inaugurato, nel campo dell’esecuzione polifonica, un nuovo atteggiamento interpretativo, che fonda la sua lettura mobile ed espressiva della polifonia sulla declamazione della parola. L’ensemble vocale deriva il suo nome da Harmonice Musices Odhecaton, il primo libro a stampa di musica polifonica, pubblicato a Venezia da Ottaviano Petrucci nel 1501.

ODHECATON ENSEMBLE | Sin dal suo esordio nel 1998, ha ottenuto alcuni dei più prestigiosi premi discografici e il riconoscimento, da parte della critica, di aver inaugurato nel campo dell’esecuzione polifonica un nuovo atteggiamento interpretativo, che fonda la sua lettura mobile ed espressiva della polifonia sulla declamazione della parola. L’ensemble vocale deriva il suo nome da Harmonice Musices Odhecaton, il primo libro a stampa di musica polifonica, pubblicato a Venezia da Ottaviano Petrucci nel 1501. Il suo repertorio d’elezione è rappresentato dalla produzione musicale europea tra Quattro e Seicento. E’ ospite nelle principali rassegne in Europa e America. Negli ultimi anni Odhecaton ha rivolto grande parte del proprio impegno interpretativo alla musica sacra di Claudio Monteverdi e al repertorio contemporaneo. Nel 2018 ha ottenuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana per le sue esecuzioni. Paolo Da Col ha compiuto studi musicali al Conservatorio di Bologna e musicologici all’Università di Venezia. Sin da giovanissimo ha orientato i propri interessi al repertorio della musica rinascimentale e preclassica, unendo costantemente ricerca ed esecuzione. Ha fatto parte, per oltre vent’anni, di numerose formazioni vocali italiane, tra le quali la Cappella di S. Petronio di Bologna e l’Ensemble Istitutioni Harmoniche. È docente presso il Conservatorio di Trieste. Dal 1998 dirige Odhecaton. Ha collaborato con Luigi Ferdinando Tagliavini alla redazione della rivista L’Organo e, in qualità di critico musicale, con varie riviste specializzate; è inoltre curatore di edizioni di musica strumentale e vocale e autore di cataloghi di fondi musicali e di saggi sulla storia della vocalità.

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TEATRO RAGAZZI

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

domenica 16 MAGGIO (ore 18)

CAPPUCCETTO ROSSO

testo e musiche Enrico Spinelli

con Pietro Venè, Beatrice Carlucci, Enrico Spinelli

scene Massimo Mattioli

costumi Barbara Wuenschel

burattini Stac

Pupi di Stac

fascia d’età: 2/9 anni

Durata: circa 60 minuti (senza intervallo)

Una allegra versione burattinesca della celeberrima fiaba in cui si prendono un po’ le distanze dall’impostazione moralistica e, con vena più scanzonata ed ironica, si punta l’attenzione sul personaggio del Gatto, nella cui scaltrezza il pubblico dei bambini volentieri s’immedesima, quasi ad esorcizzare le difficoltà e le inadeguatezze dei piccoli di fronte al complesso mondo degli adulti. L’allestimento si avvale di scenografie intercambiabili su tavolo. L’animazione, nascosta, ed a vista, favorisce il rapporto con il pubblico che è chiamato a più riprese dal Gatto a partecipare all’azione. La compagnia di burattini di Firenze, Pupi di Stac, fu creata da Carlo Staccioli (1915-1971) a Firenze nel 1946. Affiancato dapprima da molti validi collaboratori, fra cui lo stesso Paolo Poli, “Stac” realizzò con Laura Poli, in compagnia dal 1958, un sodalizio artistico che affinò una linea teatrale inconfondibile. Alla morte del fondatore, Laura Poli, coadiuvata dal figlio Enrico, proseguì l’attività basando il proprio teatro sulla ricerca, raccolta ed elaborazione di antiche fiabe popolari toscane. I pupi, di legno intagliato, sono alti circa 60 centimetri ed hanno, unici nella tradizione italiana, figura intera.

Sono, insomma, “marionette senza fili” animate dal basso o, se si preferisce, “burattini con le gambe” come il loro fratello più famoso: Pinocchio. Le baracche, veri teatrini in miniatura con sipari, quinte e fondali, hanno due piani scenici: il palcoscenico dove i burattini possono camminare ed un livello superiore dove appaiono nel modo più tradizionale.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

domenica 23 MAGGIO (ore 18)

IL GATTO CON GLI STIVALI

di e con Cristina Bacci, Enrico Spinelli e Pietro Venè

scena Enrico Guerrini

musiche Enrico Spinelli

Pupi di Stac

fascia d’età: 4/10 anni

Durata: circa 60 minuti (senza intervallo)

La celeberrima fiaba, conosciuta a partire dal 1600 (Basile, Perrault) è nota ai più nella traduzione di Carlo Collodi del 1875. In questa allegra versione burattinesca si prendono un po’ le distanze dall’impostazione moralistica e con vena più scanzonata ed ironica si punta l’attenzione sul personaggio del Gatto, nella cui scaltrezza il pubblico dei bambini volentieri s’immedesima, quasi ad esorcizzare le difficoltà e le inadeguatezze dei piccoli di fronte al complesso mondo degli adulti. L’allestimento si avvale di  scenografie intercambiabili su  tavolo.

L’animazione, nascosta ed a vista, favorisce il rapporto con il pubblico che è chiamato a più riprese dal Gatto a partecipare all’azione. La storia del Gatto con gli Stivali, nelle innumerevoli edizioni letterarie e cinematografiche, è pur sempre la storia di una carriera sociale ottenuta con l’inganno.  Altamente immorale, dunque, ancorché divertente ed emozionante. Per questo motivo ci sono varie versioni che finiscono con la punizione del Marchese di Carabas e con il crollo di ogni illusione di ricchezza e benessere. Già la premessa della vicenda, un’eredità mal ripartita, è la quintessenza dell’ingiustizia.  E allora? Che esempio diamo ai piccoli spettatori? A noi è piaciuto comunque tantissimo interpretare la fiaba e abbiamo cercato di rimediare a queste pecche fondamentali con una lettura scanzonata e sopra le righe, ma soprattutto inserendo la sincera confessione finale dell’inganno da parte dello sprovveduto protagonista. E’ vero che l’Orco viene di fatto ucciso e derubato di tutti i suoi averi, ma si sa: nelle fiabe gli orchi e le streghe sono cattivi per definizione, pregiudizialmente, per cui devono soccombere e basta. In fin dei conti forse l’insegnamento più giusto è proprio quello di mostrare come nel mondo sia inevitabile un po’ di ingiustizia e che chi vuole farsi strada deve aiutarsi con l’ingegno e con una piccola dose di furbizia.

Piccolo Teatro Mauro Bolognini

sabato 5 GIUGNO (ore 18)

STENTERELLO NELL’ISOLA DEI PIRATI

di Carlo Staccioli e Enrico Spinelli

con Beatrice Carlucci

scene Massimo Mattioli

Pupi di Stac

fascia d’età: 5/10 anni

Durata: circa 60 minuti (senza intervallo)

La maschera di Stenterello fino dai tempi del fondatore “Stac” ha animato molte delle storie messe in scena dai Pupi fiorentini. Carattere ironico e scanzonato, è spesso invischiato in vicende più grosse di lui. Qui è con la piccola Carlotta in un’avventura che lo porterà lontano, fino ad una misteriosa isola esotica. Il prepotente Barbariccia ha usurpato il trono al giovane principe Eugenio, a cui contende anche la mano della bella Aurora. Tocca a Stenterello e Carlotta, inadeguati esploratori, il compito di trovare una pianta miracolosa, sgominare i cattivi e riportare la giustizia nel regno! Per mettere in scena questa divertente commedia i Pupi di Stac non hanno, come al solito, ridotto per il Teatro di Burattini una novella popolare toscana o una celebre fiaba internazionale. Si sono rifatti ad un canovaccio olografo di Carlo Staccioli, fondatore della Compagnia scomparso nel 1971, apportando soltanto pochi cambiamenti tecnici, soprattutto per quanto riguarda la struttura in tre atti come era consuetudine negli anni ’50, trasformandola in spettacolo intero con cambi di scena volanti. Il dialogo, inizialmente scritto ex novo da Enrico Spinelli, si è arricchito replica dopo replica adattandosi alle trovate estemporanee più riuscite ed alle risate del pubblico. Lo spettacolo è una storia comica di avventure che alterna gag e bastonate, inganni e duelli, pericoli e salvataggi. I molti personaggi/animali e le prevedibili situazioni esotiche affascinano i più piccoli spettatori; i grandi si godono la Verve di Stenterello, la dolcezza della nipotina Fiorella ed il susseguirsi di battute.

BIGLIETTI | PROSA E MUSICA

Posto unico numerato 15,00 euro (intero)

10,00 euro (ridotto)

Riduzioni: Over_65*, Under30*, possessori Carta Fedeltà Far.com*, soci UNICOOP Firenze*, abbonati Stagioni ATP 2019/2020** e iscritti Scuola di Musica e Danza “Mabellini”**.

BIGLIETTI | TEATRO RAGAZZI

Posto unico numerato 7,00 euro (adulti)

5,00 euro (under 14)*

* Riduzioni possibili per acquisti online (su www.teatridipistoia.it e www.bigliettoveloce.it)

e presso la Biglietteria del Teatro Manzoni

** Riduzioni possibili solo per acquisti presso la Biglietteria del Teatro Manzoni

TUTTI I BIGLIETTI SONO NOMINATIVI E NON CEDIBILI.

PREVENDITA BIGLIETTI

> BIGLIETTERIA TEATRO MANZONI 0573 991609 – 27112

Corso Gramsci, 127 Pistoia

orario di apertura: dal martedì al giovedì 16/19 – venerdì e sabato 11/13 e 16/19

on line su www.teatridipistoia.itwww.bigliettoveloce.it

PISTOIA | LA STAGIONE | SIPARI APERTI

prosa – musica – teatro ragazzi

primo appuntamento | MUSICA

Teatro Manzoni Pistoia

giovedì 13 maggio 2021, ore 19.30

CAMERISTI DELLA SCALA

LAURA MARZADORI violino

MASSIMO POLIDORI violoncello

Fantasie su opere italiane

Gioachino Rossini da “Guglielmo Tell”: Passo a sei – danze dal I atto

(trascrizione per violino, violoncello e 11 strumenti)
Luigi Mancinelli Fantasia su “Aida” di G. Verdi
(per violoncello e 11 strumenti)
Angelo Bartelloni Fantasia su “I Lombardi alla prima Crociata” di G. Verdi
(per violino e 11 strumenti)
Giovanni Avolio Fantasia su “Falstaff” di G. Verdi

(per violino, violoncello e 11 strumenti)
Antonio Bazzini Fantasia su “La Traviata” di G. Verdi

(per violino e 11 strumenti)


Revisione e strumentazione di Gianluca Scandola

Per la prima volta ospiti del Teatro Manzoni di Pistoia, i Cameristi della Scala apriranno giovedì 13 maggio (ore 19.30), “SIPARI APERTI” il cartellone con cui l’Associazione Teatrale Pistoiese torna, felicemente, ad accogliere il suo pubblico.

La sezione degli appuntamenti di musica sinfonica, promossa in collaborazione con Fondazione Pistoiese Promusica, è curata del M° Daniele Giorgi, direttore dell’Orchestra Leonore, che così commenta la ripartenza dell’attività musicale: “In fondo non stupisce che nella società più conformista d’ogni tempo, la nostra, fare l’elogio della consuetudine risulti gesto trasgressivo. Eppure proprio questo ci proponiamo di fare: ricostruire al più presto quella meravigliosa consuetudine di incontrarci nella bellezza della grande musica. Incontrarci con il protagonista più importante, quello che nessuno streaming può surrogare, quello di cui abbiamo tanto sentito la mancanza in questo interminabile anno: il pubblico. Cominciamo a farlo, in attesa di ritrovare la nostra amata Orchestra Leonore, aprendo le porte a due prestigiose compagini ospiti: giovedì 13 maggio i Cameristi della Scala e, il prossimo 19 maggio, la Filarmonica Arturo Toscanini, sotto la guida di Carlo Goldstein. Buon ritorno dunque nel nostro teatro, e che sia solo l’inizio!”

I Cameristi della Scala (Orchestra da camera fondata nel 1982 e formata da musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala), con Laura Marzadori al violino e Massimo Polidori al violoncello, proporranno un concerto, dal titolo Fantasie di opere italiane: un omaggio al genio e alla grandezza di Verdi e Rossini, attraverso un’accurata scelta di brani di Mancinelli, Bartelloni, Avolio e Bazzini.

Nell’Ottocento le opere del teatro musicale erano conosciute dal pubblico anche grazie a trascrizioni di vario genere. Mentre la Trascrizione è basata su una strumentazione per piccolo organico di un singolo brano dell’opera, la Fantasia condensa l’intera opera attraverso la selezione di alcune delle sue melodie più conosciute. In un’epoca in cui non esisteva la possibilità di riprodurre la musica se non dal vivo, questi lavori rappresentavano un importante veicolo di diffusione delle musiche operistiche.

I brani del concerto giacevano inediti nelle biblioteche italiane: i Cameristi della Scala li hanno ritrovati e sottoposti ad un lungo lavoro di rascrizione (con revisione e strumentazione di Gianluca Scandola) e li propongono oggi in queste rielaborazioni (che con linguaggio attuale potremmo definire “cover”) in cui le celeberrime musiche originali cui fanno riferimento rivivono in chiave moderna attraverso il virtuosismo dell’ensemble e dei suoi solisti.

Questo il programma: Gioachino Rossini da “Guglielmo Tell”: Passo a sei – danze dal I atto (trascrizione per violino, violoncello e 11 strumenti), Luigi Mancinelli Fantasia su “Aida” di G. Verdi per violoncello e 11 strumenti, Angelo Bartelloni Fantasia su “I Lombardi alla prima Crociata” di G. Verdi
(per violino e 11 strumenti),
Giovanni Avolio Fantasia su “Falstaff” di G. Verdi (per violino, violoncello e 11 strumenti) e Antonio Bazzini Fantasia su “La Traviata” di G. Verdi (per violino e 11 strumenti).

LAURA MARZADORI violino | A soli 25 anni vince il concorso internazionale per primo violino di spalla dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e dal maggio 2015 ricopre il prestigioso ruolo che le ha permesso di lavorare con direttori del calibro di Daniel Barenboim, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Daniel Harding, Zubin Mehta e Antonio Pappano. Si è imposta giovanissima all’attenzione del pubblico e della critica affermandosi a soli 16 anni al Premio “Città di Vittorio Veneto”. Nel 2013, col Trio AMAR, assieme a Leonora e Ludovico Armellini, ha ricevuto il “XXXII Premio Abbiati” dedicato a Piero Farulli. Ha tenuto numerosi concerti in Italia e all’estero (Stati Uniti, Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Ucraina, Germania, Svizzera, Uruguay, Teatro Coliseum di Buenos Aires, Konser Salonu di Instanbul e Auditorium Parco della Musica a Roma) collaborando come solista con orchestre prestigiose. A Dicembre 2013 ha debuttato come violino solista al Teatro alla Scala di Milano in Russian Seasons di Leonid Desyatnikov. Ha, inoltre, suonato in formazioni cameristiche con grandi musicisti come Salvatore Accardo, Pavel Berman, Rocco Filippini, Mario Brunello, Bruno Canino, Antonio Meneses, Antony Pay, Andrea Lucchesini e Bruno Giuranna e recentemente con diversi colleghi della Scala. Nel 2010 ha eseguito in anteprima mondiale a New York il Concerto per violino e orchestra in La magg. P. 49 di Ottorino Respighi, che ha inciso per NAXOS, e nel 2012, con l’Orchestra della Città di Ferrara diretta da Marco Zuccarini, ha eseguito, in anteprima italiana, il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 26 di Ermanno Wolf Ferrari, registrato dal vivo e inciso per la Tactus. In occasione di EXPO è stata invitata a suonare in concerto “il Cannone” di Guarneri del Gesù, il violino di Niccolò Paganini. Suona il violino di G. B. Guadagnini, ex-Kleynenberg, del 1783, di proprietà della Fondazione Pro Canale.

MASSIMO POLIDORI violoncello | Nato a Torino, compie i primi studi con Renzo Brancaleon nel conservatorio della sua città, diplomandosi in violoncello con il massimo dei voti. Giovanissimo partecipa alla Rassegna musicale di Vittorio Veneto aggiudicandosi il premio “Giovanni Camerana” per la migliore interpretazione di una Suite di Bach. Successivamente prosegue gli studi sotto la guida di Daniel Grosgurin al Consevatorio Superiore di Musica di Ginevra ottenendo il Primo Premio di Virtuosité e una borsa di studio destinata al miglior diplomato dell’anno. È stato Primo Violoncello solista della Camerata Bern, con cui ha realizzato numerosi CD per Philips, Decca, Berlin Classic ed ECM, insieme ad artisti quali Radu Lupu, András Schiff, Thomas Zethmeir, Heinz Holliger e Ana Chumachenco. Nello stesso periodo è stato titolare della cattedra di violoncello al Conservatorio di Musica di Friburgo.La grande passione per il repertorio cameristico lo spinge a fondare, nel 1993, il Trio Johannes, insieme a Francesco Manara (Violino di spalla dell’orchestra della Scala) e al pianista Claudio Voghera. Per la rivista “Amadeus” il Trio ha registrato l’integrale dei trii e dei quartetti con pianoforte di Brahms, e un cd dedicato a musiche di Ravel. Nel 2000 viene scelto da Riccardo Muti come Primo Violoncello dell’Orchestra del Teatro alla Scala, e nello stesso anno, col sostegno e l’incoraggiamento del Maestro, rifonda il Quartetto d’archi della Scala insieme alle prime parti del Teatro. Da dieci anni Polidori partecipa inoltre con entusiasmo ai progetti dei Violoncellisti della Scala. L’attività solistica lo ha portato a collaborare con numerosi ensemble in Italia e all’estero tra cui l’Orchestra da Camera di Mantova, la Filarmonica di Torino, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, la Camerata Bern, la Pittsburgh Symphony, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Cherubini e la Filarmonica della Scala. Suona un Violoncello Paolo Castello costruito a Genova nel 1760.

CAMERISTI DELLA SCALA | L’orchestra da camera dei Cameristi della Scala è stata fondata nel 1982 ed è formata da musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala. I Cameristi hanno eseguito concerti in sale da concerto e teatri fra i più prestigiosi del mondo. Nella stagione 2019-2020 hanno debuttato alla Victoria Hall di Ginevra e tenuto concerti al MC2 di Grenoble, all’Istanbul Music Festival, al Festival Ljubljana, al George Enescu Festival di Bucharest e all’International Music Festival “Autumn Tbilisi”. Nel 2018 i Cameristi della Scala e l’Étoile Roberto Bolle sono stati i protagonisti della serata inaugurale del World Economic Forum con la prima mondiale dello spettacolo “The Seasons”. Negli ultimi anni hanno suonato per due stagioni alla Carnegie Hall, alla sede ONU di New York, al MIT di Boston, a Washington, a Miami, in tre occasioni a nella sala Čajkovskij di Mosca, all’Auditorio Nacional di Madrid, a Buenos Aires al Teatro Coliseo, a Parigi nella sede dell’Unesco e nella Salle Gaveau, a Istanbul nella magica cornice di Hagia Irene e all’auditorium dell’İş Sanat, al Teatro dell’Opera di Varsavia, alla Tonhalle di Zurigo, al Sony Center di Toronto, e hanno tenuto quattro concerti a Shanghai rappresentando la città di Milano all’Expo 2010. Dal 2007 al 2009 sono stati i protagonisti, in piazza del Duomo a Milano, del Grande concerto d’estate, suonando sul sagrato alto del Duomo davanti a più di diecimila spettatori. Nel 2012 i Cameristi hanno ricevuto dalla Provincia di Milano il Premio Isimbardi, destinato alle istituzioni che, con la loro importante attività internazionale, hanno contribuito al prestigio della città di Milano nel mondo. Nell’autunno 2017 Wilson Hermanto, in occasione di un concerto tenuto a Zurigo, ha assunto il ruolo di Direttore Ospite Principale.

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Durata concerto: 1 ora e 15 minuti (senza intervallo)

Prevendita in corso alla biglietteria del Teatro Manzoni (0573 991609 – 27112 dal martedì al giovedì ore 16/19 e, nei giorni di venerdì e sabato, ore 11/13 e 16/19) – on line su www.teatridipistoia.it e www.bigliettoveloce.it

Biglietti: 15,00 intero/10,00 ridotto

Riduzioni previste per possessori della Carta Fedeltà Far.com, soci Unicoop Firenze, Over65, Under30, abbonati delle stagioni ATP (prosa, sinfonica e cameristica) e iscritti alla Scuola di Musica e Danza “T. Mabellini” di Pistoia.

Le capienze così come l’ingresso del pubblico in sala rispetteranno le vigenti normative Covid-19, con biglietti nominativi e non cedibili, misurazione della temperatura, igienizzazione delle mani, distanziamento e mantenimento della mascherina (chirurgica o FFP2) per tutta la durata dello spettacolo.

I concerti inizieranno rigorosamente all’orario indicato.

SIPARI APERTI è promosso e realizzato da Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale, con il fondamentale sostegno dei due principali soci ATP, Comune di Pistoia e Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, del Ministero della Cultura, della Regione Toscana ed il prezioso contributo di Far.com, Unicoop Firenze e Toscana Energia, partner istituzionali di tutta l’attività.

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