Dal 28 settembre all’8 ottobre 2023 LE INTELLETTUALI DI PIAZZA VITTORIO liberamente tratto da Le intellettuali di Molière

Dal 28 settembre all’8 ottobre 2023

LE INTELLETTUALI DI PIAZZA VITTORIO

liberamente tratto da Le intellettuali di Molière

da un’idea di Augusto Fornari

drammaturgia di

Chiara Becchimanzi

regia di

Augusto Fornari

con

(in ordine alfabetico)

Chiara Becchimanzi, Giorgia Conteduca, Monika Fabrizi,

Teo Guarini, Claudio Vanni, Giulia Vanni

e con le apparizioni straordinarie di Vittorio Hamarz Vasfi e Cinzia Leone

e l’amichevole partecipazione in videochiamata di Stefano Fresi

assistente alla regia Germana Cifani

scenografia Fabio Pecchioli – assistente alla scenografia Flaminia Quirci

consulenza musicale Gabriella Aiello – costumi Cinzia Moroni

video Lowstone production – mapping Andrea Cavoli e Ivan Gasbarrini

audio e luci Dario Vandelli

Produzione Compagnia Teatrale Valdrada

con il contributo della Regione Lazio per lo spettacolo dal vivo

si ringrazia Roma Capitale MuseiinComune, Villa di Massenzio e il Centro Culturale Affabulazione

Una commedia dal ritmo incalzante e dalle trovate esilaranti, che propone un continuo scambio emotivo tra generazioni, culture e sessi, arricchita da un sistema complesso di codici espressivi, al servizio di un cast affiatato che fa del gioco scenico il suo punto di forza.

Il liberissimo adattamento trasforma “Le intellettuali” di Molière in una famiglia italo-iraniana, trasferitasi in Italia dopo la Rivoluzione Islamica del 1979: la famiglia Bahmani- Scaffidi Argentina, che “vive d’arte” nella sua grande casa bianca e piena di stanze, opere e artisti (talvolta molesti).

Come nell’opera originale, l’intreccio si dipana a partire da un litigio tra sorelle: una intende sposarsi e “dedicare la sua intera vita al focolare” (Laleh, in italiano tulipano) e l’altra (Azadeh, in italiano libera) cerca di dissuaderla, perché “sposarsi è un’idea da donnetta!”, soprattutto secondo i princìpi materni che hanno guidato la formazione della sua identità: indipendenza, libertà, autodeterminazione.

Ma quanto sono realmente “libere” le parole delle due sorelle? E come la pensa il resto di casa Bahmani? La cameriera ciociara Tina, la stralunata zia Pareesa (in italiano fatata, ma sarebbe più corretto “fatta”, anzi “stra-fatta”), il giovane innamorato Khodadad (in italiano “dono di Dio”), il cineasta scroccone Trissottani e le apparizioni straordinarie dei genitori defunti e del fratello trapper in tour completano il quadro, astratto come le splendide scene di Fabio Pecchioli, disegnando le altre, irresistibili sfumature di una vicenda corale ed emozionante.

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